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La Rabatana dall' arabo "ribat"o "rabat", "borgo fortificato", sorge sullo sperone di
"timpa" più elevato di Tursi e fu il primo nucleo del paese, abitato prima dai
Goti nel V secolo e poi dagli Arabi, che lo fortificarono su suggestivi burroni,
" i jaramme ". In origine era sovrastata da un castello del quale è rimasta solo
la base di una delle due torri. E' distaccata dal resto di Tursi tanto da sembrare
un altro paese. Offre al visitatore uno scenario di incomparabile bellezza da cui
è facile capire il motivo che ha spinto tanti popoli diversi a accuperla. Il rione,
come sospeso, ha tre via d'accesso: " a P'trizze " che lo unisce al rione S. Michele;
"u Ponte" che conduce al fiume Agri ; " u Calvarie' che lo collega alla strada
provinciale che sale da Tursi, passando per S. Rocco. Anticamente "u Ponte"
rappresentava l'accesso principale alla Rabatana mediante un ponte levatoio. I segni
islamici si riconoscono nella struttura urbanistica di questo quartiere:
nella compatta struttura del rione, con una strada principale, in
arabo "shari" (oggi via Duca degli Abruzzi), che divide il quartiere in due zone.
Da questo asse si dipartono strade secondarie, i "darb" in arabo, e vicoli ciechi, gli
"azukka", sempre in arabo, che chiudono i quartieri residenziali, ben distinti e
caratterizzati dalla presenza di archi che congiungono più abitazioni e da archi che
danno accesso a vicoli e cortili.
Ma passiamo ad approfondire le origini di questo borgo che si collocano tra
il V e il VI sec. Gli atti che attestano questa data sono scarsi, ma alcuni avvenimenti
e le recenti scoperte archeologiche, nonché il parere di autorevoli studiosi, fanno
ritenere che la Rabatana risalga, appunto, a quei secoli. Molti fatti e documenti fanno
suppone che la Rabatana sia di origine gotica. Tursi quindi ha avuto origine dai Goti (il
cui governo durò dal 476 al 553), che vi costruirono un castello intorno al quale ben
presto sorsero delle fabbriche da parte dei cittadini di Anglona, rifugiatisi in
precedenza in accampamenti di fortuna, allorché la loro città venne distrutta dai
Visigoti di Alarico nel’410. Ai Goti successero i Bizantini. Intorno all' 826, intanto,
gli Arabi dell'emirato di Tunisi iniziarono la conquista della Sicilia e successivamente
sbarcarono sulle coste meridionali della penisola spingendosi nella pianura metapontina.
Qui si installarono con veri centri fortificati, chiamati "Ribat", per poter meglio
controllare tutta la piana costiera. Iniziarono, quindi, ad assalire anche grossi centri,
che né i Bizantini, né i Longobardi erano più in grado di difendere. Sulle coste ioniche
intorno al IX sec. si insediarono anche i Saraceni i quali, dopo aver occupato la valle
del Crati, invasero la pianura metapontina, presero Anglona e ne fecero una propria roccaforte.
Verso l'840 Apolaffar potente capo saraceno, partendo da Taranto, che aveva precedentemente conquistata,
arrivò nella pianura metapontina, si diresse verso il Bradano e cercò di risalire il fiume
ma venne respinto dai Longobardi del castaldato di Acerenza. Non passò molto tempo ed Apolaffar
tentò ancora di penetrare all'interno della regione attraverso le valli del fiume Cavone,
ma anche quella volta il suo tentativo fallì poiché fu respinto dagli uomini del castaldato di
Latiniano, fedeli a Sichenulfo, signore del principato di Salerno. Con questo secondo tentativo
andato male, i Saraceni persero anche la loro roccaforte di Anglona e così abbandonarono la
pianura metapontina, ritirandosi definitivamente a Taranto. Passò solo qualche anno e Apolaffar
ritentò per la terza volta di conquistare l'interno della regione Basilicata. Difatti riconquistò
il Metapontino, riprese Anglona e la fortificò, quindi occupò Tursi, allora poco più che un casale,
che probabilmente si estendeva solo attorno al castello, per controllare le valli dei fiumi Agri e Sinni.
Apolaffar è stato, dunque, il primo capo saraceno che ha occupato Tursi e ne ha fatto una roccaforte
araba, ridimensionando Anglona, poiché proprio da questa nuova roccaforte poteva controllare
il territorio circostante.
Proprio perché abitata dagli arabi o saraceni, il primo nucleo insediativo di Tursi fù
chiamata Rabatana, che fecero di questo luogo un proprio avamposto fortificato per un
loro sicuro rifugio dopo le scorrerie nella piana metapontina e lungo le valli dei fiumi.
Gli Arabi o Saraceni erano detti Agareni, perché discendenti dall' egiziana Agar, schiava
di Abramo venerata dai maomettani perché ritenuta la madre di tutti gli Ismaeliti. Anche
in altri luoghi questi lasciarono il loro nome. Infatti è chiamato "Rabatello" un borgo di
Girgenti in Sicilia e la "Rabata", un rione di Tricarico.
Il nome Rabatana può significare sia la città di Rabath in Marocco, ma può derivare anche da
Rabhadi, che in arabo significa borgo, quale fu appunto la Rabatana.
Dopo questo frenetico succedersi di occupazioni da parte dei Bizantini, Longobardi e
Saraceni presto seguirono i Franchi.
Quest'ultimi comparvero nella nostra regione verso l'848 con l'imperatore Ludovico II.
Cacciarono i Saraceni da queste terre e ricomposero nuovamente i vecchi principati di
Benevento e Salerno. Ma, intanto, i Saraceni, non del tutto domati e approfittando
dei disordini che nel frattempo si erano creati nei due principati longobardi di
Salerno e Benevento per l'avidità di potere dei loro signori, da Taranto rioccuparono
la pianura metapontina, si accamparono nuovamente a Tursi, risalirono i fiumi lucani,
rioccuparono Matera e si insediarono saldamente nel castaldato di Latiniano e sulle Murge.
La costa ionica della Basilicata e quindi Tursi rimasero sotto il dominio degli Arabi, i quali
intorno all'870 risalirono ancora una volta i fiumi della regione, devastando le terre del
castaldato di Latiniano, si diressero poi verso la valle del Sele, distruggendo lungo il
percorso Grumento e arrivarono fino nei pressi di Salerno ove vennero ricacciati dai
Longobardi di quel principato.
Verso l'890 le nostre terre furono rioccupate dai Bizantini, dopo aver sconfitto definitivamente
i Saraceni.
Tursi in quell'arco di tempo, essendo un luogo fortificato e sicuro, ebbe un rapido
sviluppo demografico ed edilizio verso la valle sottostante.
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