Tursi > La Cattedrale dell'Annunziata      Bibliografia

















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La notte fra il 7 e l'8 novembre del 1988 un incendio distrusse la sagrestia, le fiamme furono domate, ma il fuoco continuò a covare fra le antiche strutture di legno, per cui, tre giorni dopo, la notte fra il 10 e l'11 un nuovo ed improvviso incendio distrusse il tetto e devastò in modo gravissimo ed irrecuperabile tutta la Chiesa, che è stata riaperta ai fedeli a Natale del 1999. La prima costruzione della chiesa Cattedrale dell'Annunziata risale al trecento ed è quella che fu poi adibita a Sagrestia. Nel secolo successivo venne costruita l'odierna Chiesa, elevata a Cattedrale il 26 marzo 1546 dal pontefice Paolo III. Essa è a forma di croce latina con tre porte d'ingresso sulla facciata principale, corrispondenti alle tre navate di cui è costituita. Prima del restauro del 1934 la facciata anteriore sui due lati presentava due mensole sostenenti le statue di San Filippo Neri e Sant'Andrea Avellino ed i lati lunghi esternamente presentavano una fuga di archi a rilievo. L'alto campanile a cuspide fu fatto costruire dal vescovo Domenico Sabbatino nel 1718. E' dotato di cinque campane. L'altare maggiore ed il maestoso organo a canne risalivano agli inizi del XVIII sec.. L'organo, datato 1728, a detta dei restauratori era di fattura cinquecentesca. Ai lati dell'altare maggiore grandeggiavano due tele e dipinte nel 1747 dal pittore napoletano Francesco De Angelis. Esse rappresentavano le "Nozze di Canaan" e la "Moltiplicazione dei pani". Un pregevole coro ligneo del 1603 circondava l'altare maggiore e ai due lati conteneva due tele ovali con le immagini di Sant'Oronzio e Sant'Agostino. Ai lati della navata centrale si trovavano due cappelle con altare in marmo e balaustra in ferro battutto. La cappella di destra fu dedicata alla Vergine del Monte, sotto il cui patrocinio fu fondata la confraternita del "Pio Monte dei Morti", prima e alla Madonna di Anglona, poi. La cappella di sinistra, dedicata all'Annunciazione, era sovrastata da una scultura lignea rappresentante il soggetto cui era dedicata. In fondo alle navate laterali si trovano altre due cappelline: quella di sinistra era dedicata al Sacro Cuore e da essa si accedeva, attraverso una pesante porta metallica, alla stanza del tesoro in quella di destra, dedicata alla Sacra Famiglia, era custodito il SS. Sacramento. Al centro del soffitto a cassettoni (rifatto in parte nel 1932) della navata centrale vi era un grande dipinto dell'Annunciazione. All'inizio della stessa navata centrale, sulla destra, esisteva un Crocifisso di legno a grandezza reale del XVI sec. Sull'ultimo pilastro destro era sospeso un maestoso pulpito ligneo impreziosito da molti rilievi. Lungo le pareti della chiesa si trovavano quattro iscrizioni lapidarie: presso la porta centrale, sul lato sinistro, la prima ricordava il restauro della Chiesa avvenuto nel 1934, la seconda, sulla parete della canonica, ricordava l'Incoronazione della Madonna di Anglona del 1901, la terza, sulla parete esterna della Sagrestia, ricordava l'Incoronazione della stessa Vergine del 1951 e la quarta, sul lato sinistro della navata sinistra, chiudeva l'urna, contenente le spoglie dei vescovi Gigliolo, Cosentino e Cela, ivi custodite. Tutte le pareti erano coperte da affreschi del pittore Paradiso, voluti negli anni Sessanta dal parroco don Ferdinando Conte. La Sagrestia, anch'essa distrutta, conservava un prezioso quadro di grandi dimensioni raffigurante il "Martirio di San Matteo Evangelista." di Matteo De Matteis, un dipinto della "Resurrezione di Lazzaro", un quadro di piccole dimensioni della Madonna di Francesco Oliva e due crocifissi lignei del XVIII sec. Le pareti erano ricoperte da armadi di legno adibiti alla custodia di arredi e suppellettili sacri, documenti e varie altre cose di cui dispone un'antica Cattedrale (archivio storico, preziosi, etc.). in uno di questi armadi si conservavano, raccolti in un'urna, i resti mortali di San Vitale. La Cattedrale nel passato era officiata da tre dignità, undici canonici e dieci compartecipanti.