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La Chiesa di San Michele Arcangelo è posta nell'omonimo rione, collegato alla Rabatana tramite la "Petrizza" e a piazza Plebiscito tramite via Umberto I. Venne costruita intorno al X-XI secolo, come possiamo dedurre dal Sinodo tenuto in essa nel 1060. Sinodo indetto dal Pontefice Nicolò II, per la riforma della disciplina ecclesiastica. In essa, ancora, fu stipulato nel 1320 l'accordo tra il vescovo di Anglona, Marco e Giacomo, archimandrita del monastero di Carbone. Questa Chiesa venne eretta in Cattedrale dal Pontefice Paolo III l'8 agosto del 1545, ma restò in tanto onore solo per un anno, perché subito dopo la cattedra vescovile fu trasferita nella chiesa dell'Annunziata. San Michele fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1857, riportò danni al campanile e crollò la parte posteriore dell'altare maggiore. Successivamente la Chiesa fu restaurata con il rifacimento del campanile e rimpicciolita di alcuni metri. Nel 1981 un fulmine, abbattutosi sul campanile, ne ha divelto la parte superiore e da allora ne ha interrotto la frequenza ai fedeli, essendo stata dichiarata pericolante. Prima del crollo del 1857 sul lato destro di questa chiesa vi era una cappella redditizia dedicata al Santissimo Sacramento. Sempre prima del crollo nella soffitta vi era una cassa di legno che conservava i resti del tursitano Giacomo Casciano, vescovo di Anglona nel 14395. Questa Chiesa, oggi, chiusa al culto e bisognevole di restauro, è sempre stata parrocchia e nel passato veniva officiata da un rettore e da undici canonici.