I Casali di Bisceglie


Durante l'età imperiale cominciano a formarsi sul territorio delle proprietà stabili e piccoli villaggi, detti "casali", costituiti da un casamento fortificato e cinto di mura, da un cortile centrale e da una chiesa con cimitero adiacente. Nei primi tempi si venerarono nell'agro gli dei Giano e Mercurio, come ricordano ancora i toponimi Giano e S. Mercuro, poi, diffusosi il Cristianesimo, il culto pagano fu soppiantato da quello cristiano.
Nove furono, secondo la tradizione, i casali dell'agro:
-Pacciano;
-Giano;
-Zappino;
-S. Nicola;
-Navarrino;
-Sagina;
-Cirignano;
-S. Andrea;
-Vigiliae.
Sorti in epoche diverse, saccheggiati più volte dai Saraceni, abbandonati in parte verso l'XI secolo, i nostri casali recano ancora traccia di vita passata. Vi abitarono terrieri, religiosi, artigiani, soldati e braccianti: gente venuta d'ogni dove che, stabilendovisi, formò il primo nucleo della futura popolazione biscegliese. Quando infatti verso i primi del secolo XI, mutate le condizioni politiche ed economiche della regione, si formarono sulla costa agglomerati urbani e piccole Diocesi per impulso dei Bizantini e dei nuovi invasori Normanni, i nostri rurali abbandonarono i casali, determinandone la crisi, per affidarsi alle più sicure mura cittadine e a più redditizi mestieri.