Il Casale di Pacciano
Del Casale di Pacciano si hanno le pi˘ antiche notizie documentate e precisamente un diploma di concessione del 789 con cui Arigiso, Principe Longobardo di Benevento, concedeva case di "Papiano super Trane", appartenute a servi palatini, al monastero di S. Sofia.
Il nome "Papianus" deriva delle voci greche "Papas" (sacerdote) e "ano'' (al di sopra), cioË come luogo ove risiedeva l'autorit‡ religiosa (e forse anche giuridica) principale della zona, (con preminenza forse anche sugli altri casali), il che sarebbe comprovato anche dal secondo nome con cui questo casale veniva chiamato, e cioË Priminiano, dal "praemineo" latino (stare al di sopra). Da notare come la dizione "Papiano super Trane" fa pensare, che in quell'epoca (789) non esistesse ancora Bisceglie come citt‡. Sicuramente lo era invece come casale, cioË alla pari di Papiano, e pertanto volendo riferire questo ad una citt‡, viene detto ''super Trane".
E`ubicato sulla via di Bisceglie-Corato, a circa 4 Km. dal paese. Osservando la planimetria catastale e la pianta appare evidente che la precedente strada Bisceglie-Corato attraversava proprio il casale, entrando da Sud attraverso la porta ancora conservata, ed uscendo probabilmente da un'altra porta (a Nord) andata distrutta. Infatti, in corrispondenza della porta sud la strada risulta deviata sul lato ovest,
in epoca successiva allo spopolamento del casale, per evitare il passaggio obbligato attraverso la porta stessa con limitazione per le dimensioni dei mezzi di trasporto (Ë larga m. 2.30 tra gli stipiti ed al-
ta altrettanto, all'imposta dell'arco). Del recinto attuale appare pertanto
originale (cioË nella stessa posizione del primitivo ma probabilmente rimaneggiato) solo il tratto a Sud, comprendente la porta, fino al corpo di fabbrica di Sud-Est, attiguo; le altre parti sono sicuramente molto recenti, realizzate al fine di restringere al minimo la parte di suolo non coltivabile chiudendo lo spazio libero tra gli edifici ancora in piedi, almeno quelli pi˘ ravvicinati, che sono fondamentalmente tre: la chiesa di Ognissanti, la torre con annessa abitazione, e un altro corpo costituito da unico vano, probabile ricovero di animali. All'interno del recinto inoltre si puÚ osservare un vano interrato, in parte fuoriuscente dal recinto stesso, adibito a deposito derrate.
Un altro edificio sacro, pi˘ piccolo, la chiesa di S. Angelo, si trova distante dai primi (circa 100 m), fuori dal recinto, e adibita attualmente a deposito agricolo.
Quest'ultimo fatto dimostra quanto detto innanzi sul recinto e come l'estensione del casale fosse
di una certa entit‡ e non solo quella di un gruppo di case intorno ad un cortile.
Le fabbriche pi˘ interessanti sono senza dubbio le due chiese e la torre. La maggiore delle chiese, quella di Ognissanti, Ë un importante documento di architettura preromanica. Infatti con una bolla del 1074, il vescovo Dunnello concedeva a circa 100 capifamiglia immigrati dai casali di Cirignano, Pacciano e Zappino la chiesa di S. Adoeno, da essi stessi costruita all'interno delle mura cittadine. Tale documento attesta il primo e pi˘ considerevole esodo di abitanti dal casale, per cui si deve supporre che la chiesa non possa essere stata costruita dopo. L'edificio appartiene al tipo ad unica navata, voltata a botte, con cupola sferica in asse, e con piccolo transetto costituito da due profonde nicchie ricavate nello spessore murario e coperte da arconi a tutto sesto. Sul fondo vi Ë un'abside semicircolare, evidenziata all'esterno.
Le coperture, molto malridotte per l'assoluta incuria ed abbandono del monumento, sono comunque leggibili: erano tutte con "chiancarelle" sovrapposte, a tetto sulla volta a botte; a piramide, su base quadrata, sulla cupola, e conica sull'abside. Una interessante decorazione a trafori corre sotto gli spioventi della piramide centrale.
L'edificio, pur essendo ora in piena campagna, non si presenta, come altre chiese rurali, tozza ed umile. Ha invece proporzioni slanciate in altezza (circa m. 9 al centro della cupola, all'interno) che le danno quasi un aspetto da cattedrale, e che lascia sconcertati.
La fronte, rivolta ad Ovest, presenta attualmente una porta di accesso piccola e con architrave rettilineo, chiaramente successiva all'edificio, mentre un arco superiore fa intravedere quella probabilmente originaria. La parte superiore a timpano triangolare (per la copertura a tetto di chiancarelle) porta al centro della parte alta una monofora. Doveva esserci anche un campanile a vela, a giudicare dal foro esistente in chiave alla volta, proprio a ridosso della facciata, per il passaggio della corda campanaria. Le facciate laterali presentano una monofora ciascuna, al centro e in alto, e quella a sud anche una seconda porta. Le murature sono rustiche, a filari irregolari di pietre appena sbozzate, escluso solo i fronti degli arconi che coprono le nicchie, gli archi su porte e monofore, la cupola centrale e la semicupola sull'abside, che sono realizzati con conci squadrati e ben lavorati a martello.
Il pavimento Ë completamente mancante, ma, dalle tracce ancora presenti alla base delle murature, si puÚ dedurre la quota altimetrica ed il tipo (basole di pietra).
Sia all'interno che all'esterno compaiono tracce di un intonaco molto rustico e fori serviti sicuramente per la costruzione stessa dell'edificio nonchË come feritoie per la difesa. Sono in genere di forma rettangolare allungata, mentre diventano perfettamente circolari nell'intradosso della cupola e disposti in file verticali secondo i due assi (longitudinale e trasversale) della chiesa; poichË inoltre questi ultimi sono presenti da una certa altezza in poi oltre l'imposta, fanno pensare ad un loro utilizzo per la centinatura della volta, la quale fino ad una certa altezza veniva eseguita invece senza centine.
L'altro elemento, caratteristico dei casali, compreso nel recinto, Ë la torre. Di pianta rettangolare e dimensioni contenute (m. 3,5 x 4,5 e altezza m. 6,50), ha due livelli: p. terra, coperto con impalcato di legno, e primo piano, coperto con volta a botte in pietra. La muratura Ë in pietrame, appena sbozzato, simile alla chiesa, con parti intonacate all'esterno.
Il corpo di fabbrica addossato alla torre Ë un grosso vano, voltato a botte, diviso in due ambienti. Ha un accesso dal cortile, sul fronte ovest, ed uno su quello sud, sul fronte esterno del recinto; ha inoltre una finestra alta sul lato nord, verso il cortile, ed un camino, oltre al boccaglio di una cisterna d'acqua,sottostante al vano stesso. Per questo sembra essere stato adibito a dimora umana, anche se forse non stabile, mentre l'altro ambiente, per la presenza di mangiatoie, appare essere stato utilizzato per ricovero animali.
L'ulteriore corpo di fabbrica emergente nel recinto, posto nell'angolo nordovest, Ë anch'esso un unico vano voltato a botte, usato per ricovero di animali, a giudicare dai fori d'aereazione esistenti.
Esiste inoltre, all'interno del recinto (e sporgente anche in parte all'esterno di esso, verso sud-est) un lungo vano quasi completamente interrato e con copertura a botte, che sporge di poco dal piano del cortile (circa 1 m).
Del recinto infine si distinguono, oltre la parte a sud comprendente la porta del casale e che sembra analoga al tratto ad ovest, la parte a sud-est, che Ë pi˘ bassa e pi˘ sottile, e le due parti ad est e a nord, a sezione trapezia, basse ma larghe, che appaiono anche le pi˘ recenti.
Di estremo interesse Ë inoltre la chiesetta di S. Angelo, situata fuori dal recinto a circa 100 m. verso nord-est. Si tratta di una chiesetta ad aula unica, a croce contratta, con cupola in asse ed abside semicircolare, a pianta leggermente rettangolare, tanto che gli arconi laterali del piccolo transetto poco si differenziano dalle parti di volta a botte della navata precedente e seguente la cupola. L'edificio, soprattutto all'interno, mostra una perfezione notevole nella lavorazione della pietra, (a differenza di Ognissanti), posta in opera quasi senza malta. La cupola, molto ribassata, appare ricostruita (forse per crollo della originaria), a giudicare anche dalla sconnessione che presenta la muratura sulle facciate esterne al di sopra di una certa quota nonchË della finitura estradossale della cupola stessa. In tale ipotesi la cupola originaria doveva essere a tutto sesto, come ad Ognissanti, con copertura piramidale a chiancarelle. All'imposta interna della cupola, sui pennacchi, vi Ë una ricca cornice, cosÏ come all'imposta esterna della copertura dell'abside vi Ë un ricco motivo a denti di sega. Le nicchie pi˘ basse presenti ad Ognissanti nelle murature laterali, qui sono presenti solo nella parte absidale e diventano piccolissime, simile Ë anche il foro, in chiave all'arcone a ridosso dell'ingresso, forse per il passaggio della corda campanaria. Notevoli inoltre la monofora (ora murata) nell'abside e "l'occhio" sulla facciata laterale sud.
Per la perfezione e finezza della lavorazione andrebbe localizzato pi˘ nel XII sec. ma se nel 1074 il Casale si spopolava (bolla di Dumnello), come mai si costruivano ancora chiese nel XII secolo? E' possibile allora anticipare questa chiesa all'XI sec. ed arretrare Ognissanti intorno al 1000? Oppure si deve dedurre che il Casale non si spopolÚ del tutto e definitivamente? Interrogativi, tutti ancora in piedi.
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