Il Casale di Navarrino
Il casale di Navarrino (o Navario) è compreso tra quelli che la tradizione indica come casali di Bisceglie, ma è fuori, se pur per pochi metri, dal territorio biscegliese (ricade in territorio di Molfetta lungo la vecchia strada Bisceglie-Terlizzi) ed appare come una masseria fortificata del XVIII secolo.
Una lapide infissa sulla facciata di essa ricorda che nel 1749 vennero lì impiccati tre briganti per ordine di Carlo III di Borbone, alla presenza delle genti del circondario.
E' costituito da due corpi di fabbrica, disposti ad "L", in cui si sviluppano lunghi vani, voltati a botte, a sesto acuto, e con una torre nell'angolo. Il corpo di maggiori dimensioni è costituito dal piano seminterrato (attualmente) su cui risulta poi costruita, in sopraelevazione, la masseria. Si nota infatti emergere dal terreno il piano seminterrato con quello che doèveva essere un motivo decorativo alla linea di gronda o cornicione, del primitivo corpo di fabbrica.
L'interrato circostante delle fabbriche è di tipo alluvionale trovandosi il complesso affacciato su una lama, pur se molto dolce, sul lato est. Sullo stesso lato vi è un rettangolo di suolo, recintato con "parieti" di enormi spessori, non coltivato (quasi "sacramente rispettato" dai contadini).
Il complesso presenta, oltre alla turrita masseria con annessa cappella, due altri interessanti corpi di fabbrica: uno costituente un porticato, con tre fornèci paralleli, ad arco, intersecati trasversalmente da altri vani ad arèco; ed un secondo, cui si attesta un altro recinto, con unico vano a piano terra e due singolari torri sovrastanti, con accesso direttamente dal primo piano. Dai particolari architettonici (porte, architravi, cornice di gronda), si deduce comunque un'etè abbastanza giovane di quest'ultima fabbrica (XVIII-XIX sec.) e di destinazione "misteriosa" (le torri non sembrano affatto adatte per avvistamento e difesa, essendo cieche su tre lati).
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