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Se il limite del vecchio santuario è da porre tra l'abside e il presbiterio della chiesa attuale, allora il grande arco sopra l'altare maggiore rappresenta ciò che resta dell'antica facciata, prima del restauro di Francesco.
Sull'antica facciata, proprio al centro, sorgeva un piccolo campanile di cui parla la cronaca conventuale:«L'anno 1728 considerando il P. Costanzo da Marsciano, Ministro Provinciale, che il campanile che era situato sopra l'arco di questa chiesa, dov'è l'altar maggiore, minacciava di cadere per esser la muraglia, che fa da base a detto campanile, fradicia dalle ingiurie del tempo, e che avrebbe senza dubbio precipitato la volta della chiesa e dell'oratorio di S. Chiara, perciò determinò che si riedificasse di nuovo il campanile sopra il muro principale dell'oratorio, appoggiato al convento, come fu eseguito nell'ottobre e novembre di detto anno».
Al giorno d'oggi il convento di San Damiano ha una grande facciata, ma questa non è quella risultata dal restauro di Francesco: la snella sagoma di allora rimane, per così dire, assorbita da un'ala di muro, che forma tutto un insieme largo e pesante.
Della costruzione del secolo XIII si riconoscono i limiti nelle differenti apparecchiature murarie, e permangono i segni nel rosoncino centrale e nella porta in alto, che corrisponde al dormitorio di santa Chiara e conserva il ricordo dei Saraceni.
Dalla finestra circolare piove nella chiesa una luce soffusa attraverso una artistica vetrata policroma, eseguita nel 1912 dal professor Moretti di Perugia.
Al sommo della facciata, fino ai primi decenni del secolo XX, campeggiava uno stemma a foggia di scudo, che è l'emblema gentilizio dei marchesi Ripon, insigni benefattori del convento.Immergiti nei luoghi di San Damiano: |
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Ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2001 |
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