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Il laboratorio dal 1976 al 1981 | ![]() Politecnico di Bari | ||
Campus di via Re David | |||
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Con l'attivazione del " Corso di Tecniche fotogrammetriche applicate all'architettura e all'urbanistica", presso l'Istituto di Architettura e Urbanistica della Facoltà d'Ingegneria, gli studenti utilizzavano il laboratorio della "Sezione stereofotogrammetrica per il rilievo dei monumenti e degli ambienti urbani", ubicata presoo lo stesso Istituto. Nel 1978, con l'arrivo di nuove apparecchiature, in particolare di una camera stereometrica Wild C120 per la ripresa e di un restitutore analogico Wild A40 per la restituzione, al problema della restituzione si aggiunse quello del divario esistente tra i tempi di ripresa e quelli di restituzione. Questa nuova situazione fu denunciata nella relazione introduttiva del primo convegno di fotogrammetria architettonica, tenutosi a Bari nel 1978. Parallelamente al convegno era stata organizzata una mostra, introdotta da una serie di fotografie con didascalie didattiche.
Siamo nell'epoca in cui la fotogrammetria sembrava offrisse la soluzione magica per il rilievo dell'architettura. Dopo i primi due corsi Internazionali di fotogrammetria architettonica, organizzati a Zurigo (1972) e ad Heergrugg (1975), anche in Italia ebbero luogo dei corsi di aggiornamento per i docenti delle scuole medie, con il tentativo di interessare alla fotogrammetria i docenti di disegno.
La "bicamera", come veniva denominata la camera stereometrica, divenne uno strumento popolare e sottoposto a numerosi collaudi, basti qui citare il progetto trulli, la campagna di rilievo degli insediamenti Benedettini in Puglia, i rilievi da piattaforma galleggiante a Venezia e l'intervento in Basilicata, dell'Unità fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari, a seguito del terremoto del 1980, che impose la scelta di un metodo ripetitivo di rilievo.
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