La presentazione dei lavori, la premiazione, le discussioni e la foto-ricordo

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L'attivazione di un corso di fotogrammetria presso la Facoltà d'Ingegneria di Bari rappresenta una logica conseguenza dell'attività svolta dalla Sezione stereofotogrammetrica per il rilievo dei monumenti e degli ambienti urbani, esistente presso l'Istituto di Architettura e Urbanistica della stessa Facoltà, trasferito (1972) dalla sede della Camera di Commercio (Corso Cavour n.2) al Campus universitrio (via Re David 200).
  L'esigenza primaria della Sezione era, oltre che la verifica delle metodologie di rilievo, la formazione di nuovi operatori capaci di "leggere" i monumenti prima di rilevarli.
  Il corso semestrale, attivato nell'A.A.1976/77 con il nome di Tecniche fotogrammetriche applicate all'urbanistica e all'architettura, fu posto al 3° anno del Corso di Laurea in Ingegneria Civile sottosezione Edile e riservato agli studenti degli indirizzi "Architettura" e "Assetto del Territorio". Al fine di poter effetuare una selezione fra quanti intendessero seguirlo, il corso non era obbligatorio, ma poteva essere sostituito grazie alla presentazione di un piano di studi individuale.
  Per la verifica di fattibilità e la pubblicizzazione del Corso si fece ricorso a mostre, a seminari di fotogrammetria applicata al rilievo dei monumenti, di fotografia e fotogrammetria, e ad articoli sulla stampa quali Fotogrammetria Architettonica: una proposta per la salvaguardia del patrimonio culturale pugliese pubblicato su "Continuità", Rassegna tecnica pugliese, n.3 anno 1975, dell'Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bari, Metodi moderni per conoscere e catalogare i nostri monumenti su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 14 gennaio 1976.
  I risultati del sondaggio furono, a dir poco, positivi e videro la partecipazione di professionisti e di funzionari della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della Puglia.
  Il "decollo" del Corso avvenne il 3 dicembre del 1976. Il programma, anche a causa della mancanza di un laboratorio di fotogrammetria finalizzato alla didattica, non prometteva molto, ma prevedeva il minimo indispenzabile per l'opera di sensibilizzazione prefissa. Sul piano pratico, però, forse perché alcuni iscritti al corso avevano già partecipato ai seminari precedenti, l'entusiasmo giovanile raggiunse livelli imprevedibili: furono utilizzate tutte le apparecchiature disponibili, mentre una camera oscura fu realizzata in uno dei gabinetti esistenti al 3° piano.
  Oggi si può tranquillamente affermare che il corso ha anticipato la didattica prevista dall'attuale riforma universitaria. Le lezioni in aula servivano esclusivamente a chiarire dubbi e programmare il lavoro in laboratorio o all'esterno. Ogni studente sceglieva il tipo di esercitazione necessaria allo svogimento del proprio tema d'anno. Si andava, così, dal rilievo con il "metodo Cappeller" al rilievo di supefici piane con ottica decentrabile fino alla ripresa con il fototeodolite Wild P30. Ampio spazio fu dato alla rappresentazione con modelli, al loro rilievo e archiviazione su microfilm, la cui restituzione poteva avvenire in tempo reale.
  Il largo impiego di macchine fotografiche comuni ha portato alla messa a punto di tecniche di verifica delle stesse, in particolare per la presa di coscienza delle deformazioni e della risoluzione degli obiettivi.
  La necessità di riportare le fotografie su copia eliografica ha costretto, infine, gli studenti a cimentarsi anche con l'uso della macchina per eliografie.
  Una rassegna dei lavori svolti, con significative didascalie, ha introdotto la mostra organizzata nell'anno successivo.
  A fine anno, quale verifica del corso fu organizzata una mostra dei lavori svolti e, in tale occasione, la Wild Italia ha offerto, quale premio per il miglior lavoro, una visita agli stabilimenti esistenti ad Heerbrugg (Svizzera). La commissione giudicatrice fu composta dal Prof. ing. Vincenzo Cotecchia, preside della Facoltà, dal prof. arch. Vittorio Chiaia, docente di architettura e composizione architettonica, dalla moglie del prof. Raffaele De Vita e dal dott. Francesco Franceschi della Wild-Italia.
In seguito la WILD Italia estese a tutti i partecipanti il viaggio-premio per la visita gli stabilimenti Wild di Heerbrugg ed alla Scuola di fotogrammetria di Saint Gall in Svizzera.