L'Istituto di Architettura ed Urbanistica della Facoltà di Ingegneria di Bari, nel quadro di un potenziamento delle sue attrezzature scientifiche, pone a disposizione degli studiosi, architetti, urbanisti, storici dell'arte, una moderna apparecchiatura per il "Rilievo Stereototogrammetrico".
In questa presentazione verranno illustrati il procedimento ed i metodi d'uso, ma prima ci sembra utile richiamare, in breve, l'importanza ancora attuale del rilievo e del ruolo che a questo compete.
Quanto la Sezione Stereofotogrammetrica di Bari si è accinta a fare, vuole assolvere ad un impegno culturale che si prefigge un adeguamento delle possibilità di conoscenza degli oggetti architettonici e degli ambienti urbani ad un saldo rigore scientifico, nella consapevolezza che la impostazione critica a carattere storicistico permea ormai ogni aspetto della conoscenza e della ricerca umana.
Il Rilievo, nella sua evoluzione, è passato da una tendenza puramente oggettiva nell'antichità, ad una visione trascendente della realtà nel medioevo e, quindi, da una rinnovata coscienza oggettiva individualistica ma razionale nel Rinascimento, al dissolvimento del mondo esterno in un complesso mistico e religioso nel Barocco. Solo con l'Illuminismo si ritornerà ad una concezione concreta del disegno architettonico e si porranno le basi per una moderna concezione del Rilievo. Gli sviluppi ottocenteschi sono già storia contemporanea e mostrano la assoluta incertezza nel definire i compiti ed i metodi nella analisi architettonica e nella trasposizione di questa in termini grafici.
Dal Rinascimento in poi, comunque, il Rilievo ha segnato, con la sua evoluzione, le linee dello sviluppo del processo critico della Architettura, e quanto hanno prodotto il Rilievo dell'Illuminismo ottocentesco, e l'essenza stessa del Rilievo e della storia negli "ismi" estetizzanti e programmatici del primo novecento, coincide con l'evoluzione della conoscenza critica.
Oggi il ruolo del Rilievo è cambiato come è cambiato il ruolo della Storia in Architettura. Al Rilievo non si chiede più una interpretazione legata ad un gusto, a facoltà intuitive personali. I Rilievi scientifici, stereofotogrammetrico ed aereofotogrammetrico vanno esaminati oggi alla luce di una nuova coscienza storicistica.
Come la raffigurazione dell'oggetto non si esplica solo sul piano della sua riproduzione struttiva, materica e formale, ma sul piano di uno stare nello spazio e nel tempo, così il Rilievo, per essere in sincronia con la metodologica critica moderna, deve assurgere ad un rigore scientifico che lo renda strumento efficiente per una vera storiografia e non fine a se stesso per una accademia formale.
La tradizione accademica del disegno, tutt'oggi così viva per la permanenza degli ultimi epigoni della Scuola delle Belle Arti, rifiuta il rilievo stereofotogrammetrico strutturale tacciandolo di disumanità e di freddezza. Per la vera cultura aperta ai valori propri della civiltà che per procedere deve basarsi su strumenti efficienti, il rilievo scientifico invece rappresenta lo strumento essenziale della conoscenza che appunto, per essere completa e totale, deve essere storica.
Particolare importanza assume tale rilievo là dove è necessario conoscere una realtà preesistente in modo compiuto, fatto questo essenziale nel caso di interventi diretti sul monumento o nel tessuto urbano. Ecco quindi che il rilievo stereofotogrammetrico strutturale assume fisionomia non solo ai fini di esegesi e di reinterpretazione dell'oggetto architettonico a sua volta carico di vicende storiche.
Le applicazioni della fotogrammetria al rilievo architettonico sono note già da lungo tempo ed il rilievo "Stereototogrammetrico" ne rappresenta una delle sue più interessanti e meno comuni applicazioni. In passato veniva chiamata "Fototopografia" perchè essa si vale di procedimenti ottico meccanici molto ingegnosi capaci di risolvere il problema di costruire un oggetto a due o tre dimensioni del quale si abbiano delle fotografie, che in effetti non sono altro che delle prospettive.
La denominazione: fototopografia, dipendeva dalla circostanza che le applicazioni della fotogrammetria ai rilevamenti topografici erano di gran lunga più importanti di quelli architettonici ai quali ci interessiamo.
Tuttavia, dato lo scopo di illustrare la iniziativa presa dall'Istituto di Architettura della Facoltà di Ingegneria di Bari, per l'applicazione della fotogrammetria al rilievo architettonico, non ci sembra opportuno, in questa breve trattazione, risalire alle origini storiche del rilievo fotogrammetrico e di parlare dei molti studiosi che contribuirono, nel campo sperimentale ed in quello matematico, alla sua affermazione.
Non posso però tacere il nome del Prof. Gustavo Giovannoni, che inducendomi ad applicare la stereofotogrammetria allo studio di un interessante monumento della campagna romana, non rilevabile in altro modo, data la sua ubicazione e la imponenza delle sue dimensioni, mi permise di apprezzare la importanza pratica del procedimento e la preziosità del suo impiego.
La trattazione scientifica della stereofotogrammetria potrà essere ripresa da specialisti della materia, che potranno illustrare gli studi teorici che si connettono allo sviluppo del metodo della "proiezione centrale" e di quello della "bicentrale o stereoscopica", servite d'appoggio a tutte le ricerche sperimentali e tecniche nel campo della fotogrammetria.
Diciamo solo come la fotogrammetria si divida in due rami principali, a seconda che le prese fotografiche vengano eseguite dall'alto o da terra.
La prima si chiama "Fotogrammetria aerea", la seconda: "Fotogrammetria terrestre".
Il rilievo architettonico fotogrammetrico appartiene s'intende a questa seconda categoria.
Nella fotogrammetria terrestre si distinguono infine tre metodi di rilevamento, che sono
Il "metodo speditivo".
Il "metodo automatico continuo".
Il "metodo classico".
Il primo viene applicato a quei rilievi di carattere sommario, impieganti piccole scale o quando siano integrativi di altre forme di rilevamento. Non è consigliabile per quello architettonico a causa della sua scarsa precisione.
Il secondo si applica invece alla quasi totalità dei rilievi fotogrammetrici. Esige però una complessa attrezzatura di restituzione, molto costosa, che solo pochi Istituti sono in grado di possedere. Essa effettua il tracciamento continuo di tutto quanto è contenuto in comune in una coppia di lastre fotografiche.
In altri termini questi strumenti risolvono automaticamente, quanto nella fotogrammetria classica è ottenuto applicando il procedimento analitico per punti.
Il terzo metodo è quello che in passato, era il più usato per il rilievo architettonico, perchè senza ricorrere all'impiego di complessi strumenti di restituzione, permetteva di ottenere, con relativa facilità, da una coppia di fotografie, le coordinate spaziali di un complesso di punti appartenenti all'oggetto da rilevare.
Questo fu il sistema seguito nel 1942 quando mi occupai del rilevamento dei prospetti dei "Muracci di Santo Stetano" presso Anguillara Sabazia, ai quali mi sono innanzi riferito ed il cui procedimento trovasi illustrato in una mia memoria pubblicata nel 1952 su "La Tecnica nel Mezzogiorno".
Un'altra applicazione particolarmente interessante per la sua novità, che riportai brevemente a titolo indicativo nell'articolo succitato, fu quella eseguita dal Prof. Cassinis del Politecnico di Milano e da lui stesso illustrata in una presentazione dell'esperimento pubblicata nella rivista "Palladio" nel 1942 riguardante uno speciale rilievo stereofotogrammetrico compiuto per la riproduzione di un bassorilievo situato sulla facciata della Chiesa di San Michele in Pavia.
L'esperimento compiuto dal Prof. Cassinis, condotto con estremo rigore scientifìco, ci fornisce la misura dei progressi compiuti in questo campo della stereofotogrammetria e come siano tali da meritare non solo una maggiore divulgazione, ma una loro più larga applicazione nel campo del rilievo dei monumenti, settore fertilissimo di studi ed esperienze che tanto appassiona gli storici e gli studiosi di architettura.
Il metodo di rilevamento che viene così applicato nella Sezione stereofotogrammetrica dell'Istituto di Architettura della Facoltà di Ingegneria di Bari, è quello "Automatico continuo", cioè il più moderno attualmente conosciuto. Pertanto molto più completo e perfezionato di quello già usato per il rilevamento dei Muracci di Santo Stefano.
Per dare ora una dimostrazione delle possibilità esecutive raggiunte dai miei collaboratori ed anche per fornire una ulteriore prova della utilità pratica del rilevamento stereofotogrammetrico, ho ritenuto utile presentare nel contesto due recenti esperienze compiute da questo Istituto su due noti monumenti pugliesi: "Santa Maria di Siponto" e "San Nicola di Bari". Essi furono scelti, non tanto per la loro importanza storica e la loro bellezza, quanto per le loro diverse caratteristiche planovolumetriche, ai fini delle differenti difficoltà insite nel rilevamento, onde offrire una esposizione più completa delle possibilità pratiche del metodo. Affido pertanto all'Ing. Raffaele De Vita ed all'Ing. Domenico De Salvia, entrambi Assistenti dell'Istituto di Architettura e specializzati in questo tipo di rilievo, il compito di spiegare il lavoro da loro compiuto, di cui potranno puntualizzare le fasi esecutive, esponendo prima il rilevamento esterno e poi la restituzione in laboratorio, facendo però precedere la loro esposizione da una breve illustrazione storica dei due insigni monumenti.

Prof.Achille Petrignani

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(l) Cfr. A. Petrignani. "La stereofotogrammetria nei rilievi architettonici" - La Tecnica nel Mezzogiorno - Anno 3. n. 11-12 - Anno 1952.
(2) Cfr G. Cassinis. "Riproduzione di un bassorilievo con procedimenti fotogrammetrici - Riv. Palladio. Anno 1942.
(3) Cfr. "Figura in copertina", rappresentante il rilievo fotogrammetrico di un bassorilievo, raffigurante un "San Giorgio", fra i più belli della facciata della Chiesa di San Michele in Pavia, riprodotto tramite le sue curve di livello (tracciate a due mm. di distanza) cioè senza ricorrere al calco di gesso che avrebbe irrimediabilmente danneggiato la scultura per lo "sfarimento" che si sarebbe prodotto in superficie, per la delicatezza del materiale (arenaria) in cui il bassorilievo era stato scolpito.