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Trasformazione







Masseria Castiglione

La masseria Castiglione, in territorio di Foggia, è storicamente indicata come una delle unità agricole più produttive della Capitanata, specie per la cerealicoltura.
Il termine “masseria”viene propriamente usato, nel Mezzogiorno d’ Italia, e soprattutto in Puglia, per indicare una tipica azienda cerealicola o cerealicola-pastorale a carattere sempre estensivo, con superficie notevole, di solito superiore ai 100 e spesso anche ai 200 ha, e in modo speciale tutto il complesso di fabbricati di cui l’azienda stessa è in ogni caso provvista.
Le parti che compongono la tipica masseria del Tavoliere, in ordine più o meno sparso, sono:

  • un complesso destinato ad abitazione, con casa padronale quasi sempre a due piani;
  • un complesso comprendente le cafonerie (dormitori per i lavoratori chiamati cafoni o transumanti);
  • un complesso destinato agli ovini, lunga costruzione,con un lato aperto, destinata ad accogliere gli ovini.
Vi sono inoltre l’ Aia, uno o più pozzi con abbeveratoi, il forno e, alcune volte le fosse per la conservazione dei cereali, e quando non vi sia nelle vicinanze un corso d’acqua, il bagnature(fossa piena d’acqua ove si fa fare il bagno alle pecore).
Le costruzioni sono sempre molto robuste, spesso con fortificazioni; prevale generalmente il tipo a corte interna, dalla quale soltanto si accedeva alle abitazioni dei contadini, alle stalle e ai vari depositi e magazzini, tutti disposti a pianterreno; il primo piano era invece interamente destinato ad abitazione del proprietario.
Notizie su questa località si rilevano da una pergamena redatta, in Salerno, il 9 settembre 1066, nella quale tra le confessioni che il pontefice Alessandro II effettua in favore di Stefano, vescovo di Troia, è menzionata…”villam Fogia cum ecclesiis suis, Castellionem, ecclesiam S. Aegidii in valle Ficuum”.

Bibliografia