1500: sviluppo
1600: valutazine
1700: cambiamento
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Trasformazione della Masseria
È probabile,quindi,che in occasione della ristrutturazione aziendale si sia sentita la necessità di realizzare anche un nuovo complesso edilizio
che potesse soddisfare le nuove esigenze produttive.
Infatti, l’assetto della masseria era formato da alloggi per gli addetti ai lavori al pian
terreno con accesso diretto dall’esterno e provvisti di camino e dalla residenza padronale al piano superiore.
Ognuno di questi ambienti, in quel periodo, venne collegato, tramite scale interne, con
il piano superiore, ampliando gli alloggi originari e modificando in tal modo l’assetto della residenza al pian terreno.
La pianta, di forma appena rettangolare, presenta al piano terra un androne centrale,inoltre
all’esterno gli elementi d’angolo, che in molte altre masserie della Capitanata sono vere e proprie torri, assumono qui l’aspetto di garitte
che raccordandosi verso il basso ad un fusto cilindrico, assumono una tipica forma a calice e sono disposte solo su tre spigoli dell’edificio,
mentre il quarto spigolo è prospiciente un’area che doveva costituire il cortile delimitato dalle stalle, dai depositi e da in muro di cinta, di
cui esistono alcune parti insieme ai resti delportale d’ingresso sul lato sud, in adiacenza al blocco dell’edificio principale.
Ad ogni modo l’articolazione odierna contiene abitazioni ed alcuni depositi, essa ha quattro superfici sovrapposte:
piano interrato, piano terra, primo piano, sottotetto.
Ogni superficie quantifica 108 mq., mentre il volume totale è di 17640 mc., si tratta di un cospicuo edificio rurale.
La sua conformazione su base quadrangolare enuncia varie analogie con la categoria dei “castelli”, però è una struttura edilizia che, pur
manifestando un notevole sviluppo, non ha uno spazio libero contenuto, una corte, bensì si avvale di un’aia retrostante.
Una ulteriore particolarità è insita nel modo con cui sono stati eseguiti i paramenti murari di inviluppo, i quali risultano eseguiti con conci di tufo
esternamente e mattoni internamente senza l’impiego del consueto strato di intonaco.
La tecnica costruttiva venne eseguita con estrema meticolosità dove l’arte costruttiva non è fine a se stessa, bensì protesta alla compilazione di
una fabbrica idonea ad esplicare la sua validità per un lungo periodo temporale.
Ma l’estrinsecazione redazionale più significativa si rivela dall’accurato modo con cui sono state eseguite le torrette angolari che diventano, in
questo esemplare, oltre che manifestazione dell’assetto difensivo, anche strutture di raccordo tra i consecutivi prospetti.
Fino a qualche decennio fa questo edificio aveva le coperture costituite da una successione di tre tetti a padiglione che consentivano un discreto
approvvigionamento di acqua piovana, la quale confluiva in una cisterna ubicata sotto il piano interrato e successivamente, prelevata tramite
una vera di pozzo che sussiste, al piano terra, nell’inviluppo dell’edificio.
Tale particolarità, posta in correlazione con le caratteristiche costruttive del linguaggio architettonico adoperato nell’edificio esistente,
comporta la diagnosi che si tratta di un manufatto edificato, con buona probabilità, nella seconda metà del 1700, forse in concomitanza con il
periodo in cui i terreni del suo contesto agricolo furono concessi in fitto per pascolo.
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