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Dominazioni:
PERIODO ROMANO
Roma, potenza politica e militare sempre più forte ed incontrastabile, nutriva
grandiose mire espansionistiche e riuscì a sottomettere, durante le sue innumerevoli campagne
militari, i popoli stranieri più deboli, i cosiddetti "barbari". Denominata "Urbs",
concentrò in sé le glorie di tutte le città d'Italia, e tutto ciò che non fosse romano,
non fu degno d'essere considerato grande ed illustre.
Molte colonie, città federate e municipi, chinarono la testa davanti a Roma,
sacrificando memorie, leggi, lingua e libertà.
Le città italiane di fondazione greca, mal tolleravano il nuovo potere, ma per evitare
l'eccidio, loro malgrado, scesero amichevolmente a patti con Roma.
Questa decisione fu comune ai paesi della Lucania e della Puglia, tra cui anche Bitonto,
ed è proprio in virtù di questa alleanza che i Romani vinsero i Sanniti.
In tale occasione, i Pugliesi, indispettiti dai soprusi di Roma risposero con sollecitudine
alle richieste d'aiuto avanzate dai Sanniti, provocando le ire dei Romani, che per tutta
risposta, inviarono il console Aulio Cerretano a devastare le loro terre.
Non sappiamo con precisione se Bitonto sia stata colonia, città alleata, municipio o prefettura, anche perché le
città erano soggette a cambiar spesso condizione e stato.
Alcuni elementi ci permettono di considerare il nostro paese Municipio romano;
"Municipio" era considerata dai Romani, quella città che aveva la facoltà di govemarsi con
leggi proprie e di eleggere i propri magistrati, usufruendo allo stesso tempo di tutti i
privilegi della stessa Roma, come quello di conservare gli Dei che veneravano ed i
sacrifici che praticavano, prima di passare sotto il dominio romano.
A Bitonto, che come si è detto in precedenza, possedeva il suo "Pomerio " (l'area
sacra destinata alle celebrazioni religiose ed ai giochi), fu concesso di conservare il culto
a Minerva, la divinità protettrice dei suoi abitanti.
Avvalora l'ipotesi che Bitonto sia stato Municipio, l'esistenza di una lapide, di
periodo romano, rimasta intatta alle intemperie delle stagioni e sopravvissuta sia alla
furia degli invasori che all'ignoranza delle popolazioni.
Questo monumento romano, unico e prezioso, si trova incastonato nelle mura esterne
dell'attuale chiesa di "S. Pietro in Vincoli", costruita sui resti del tempio sacro a
Minerva; e precisamente nel muro di recinzione che costeggia la sacrestia dalla cui porticina
si accede nel giardino situato alla sommità dell'antica muraglia, che nei tempi andati
cingeva la nostra città. La pietra cubica, da una parte raffigura la testa di Medusa,
mentre sull'altro lato riporta la seguente scritta:
MINERVAE
SACRUM
C. MARIUS
NOINU
S
La testa di Medusa era raffigurata sullo scudo di Minerva; questa divinità insieme
ad altre, Roma le adottò dalla Grecia. Bitonto direttamente da Atene forse perchè una
colonia venne a ripopolarla.
Bitonto, quindi, usufruì della cittadinanza romana, ma conservò gli usi, i costumi, le
consuetudini di antica colonia greca, l'autonomia e poté gloriarsi del titolo di "Municipio ".
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Arco del Comandante
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