Molto probabilmente alla fine del bellum sociale (91-89 a.C.) la Città
sembra decadere lentamente in età imperiale, sostenuta forse solo dal
benefico passaggio per essa della Via
Appia Traiana, importante arteria
stradale per i collegamenti tra Roma e Brindisi e, quindi, l’Oriente.
Citata in diverse forme da Plinio (Nat. Hist. 3,105), Marziale (Epigr.
2,48,7-8; 4,55,27-29), nell’Itinerarium Antonini (117,1) e nella Tabula
Peutingeriana (segm. VI) Bitonto, come la Puglia costiera in genere, si
ritagliò un ruolo nei contatti tra le due sponde dell’Adriatico,
contribuendo a rendere vivace l’economia e la cultura, fors’anche
nell’organizzazione delle prime
diocesi
(le indagini recenti nel soccorpo
della Cattedrale supportano l’ipotesi di una assai antica e strutturata
presenza cristiana a Bitonto).Prezioso, in questo senso, è il locale Museo
Archeologico della “Fondazione Depalo-Ungaro” dove l’attività di ricerca,
conservazione e divulgazione del patrimonio storico bitontino
incontrano una sintesi di rado sì felice ed efficace.Saccheggiata, dunque,
nel 975 dal catapano Zaccaria Bitonto si risolleva alla vigilia del
secondo millennio. La Cattedrale viene costruita tra XI e XIII secolo, in
puro stile romanico: è l’età degli Svevi e di Federico II, il Re che
finisce col farsi temere ed odiare dai Bitontini e che pure ne stimola
l’attitudine agli scambi commerciali e migliora la vita civile e sociale.
Tasse e balzelli contraddistinguono l’età angioina, ma la tenacia e la
forza economica della Città prende il sopravvento e Bitonto riesce ad
occupare un posto di tutto rispetto nel contesto socio-culturale del
Regno. Prova ne sia il rinnovamento edilizio: comincia a costituirsi lo
splendido e ampio centro storico rinascimentale.
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