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Chiesa cattolica > La Chiesa medievale tra crisi e rinnovamento > La Riforma gregoriana e i suoi sviluppi

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1 La Riforma gregoriana e i suoi sviluppi.

1.1 La frontiera della sessualità: verso una psicologia sessuofobica di massa.
1.2 La vita apostolica.
1.3 I nuovi ordini religiosi.
1.4 Lo sviluppo del movimento canonicale.
1.5 La diversità ecclesiale.
1.6 La partecipazione dei laici alla vita religiosa.
1.7 La dottrina del peccato e dei sacramenti.
1.8 Una nuova pratica della confessione.
1.9 La rivoluzione scolastica.

Bibliografia

Tutti i brani posti "fra virgolette" sono tratti da: Jacques Le Goff, Francesco d'Assisi tra il rinnovamento e le inerzie del mondo feudale, 1981. Trascrizione, impaginazione e link: M. Mastrorilli, 2001 -

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1.1 La frontiera della sessualità: verso una psicologia sessuofobica di massa. Nel mezzo e di fronte a nuova società, cosa ne è della Chiesa e del mondo ecclesiastico? Per rispondere a questa domanda occorre fare un passo indietro, nell'undicesimo secolo.
"In un certo modo, la Chiesa è stata la prima a trasformarsi. Quella che chiamiamo riforma gregoriana - che, nel tempo e nel contenuto, si estende abbondantemente oltre il pontificato di Gregorio VII (1073-1085) - non è solamente lo svincolarsi del mondo ecclesiastico dalla dominazione signorile della feudalità laica. Certamente, l'indipendenza della Santa Sede dal potere imperiale, il progresso della libertà di nomina dei vescovi e degli abati nei confronti di potenti laici, sono fenomeni significativi. Non meno importanti sono gli sforzi per eliminare tutte le pressioni economiche e sociali etichettate come simonia. Soprattutto, risulta essenziale la lotta contro ciò che viene designato come nicolaismo. La lotta contro l'incontinenza dei chierici non rappresenta solo un progresso morale e spirituale. Proibendo il matrimonio e il concubinato al primo dei tre ordini definiti, a partire dall'XI secolo, dallo schema tripartito in oratores, bellatores e laboratores - «coloro che pregano», «coloro che combattono» e «coloro che lavorano» -, la Chiesa separa radicalmente i chierici dai laici con la frontiera della sessualità."

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1.2 La vita apostolica. Ma (paradossalmente?) tale frontiera delimita un territorio particolarmente fertile per le aspirazioni spirituali dei movimenti eretici. Se i riformatori attirano l'attenzione sui difetti del clero secolare, incapace di rispondere ai bisogni religiosi dei laici, allora nel dodicesimo secolo l'eresia non è un sintomo di apatia religiosa, ma di fervore. E difatti
"[...] la riforma gregoriana è, contemporaneamente, aspirazione a un ritorno alle origini (Ecclesiae primitivae forma) e realizzazione dell'autentica vita apostolica (Vita vere apostolica). È, di fronte alla presa di coscienza dei vizi della società cristiana - chierici come laici -, la ripresa del processo di cristianizzazione. [...] Questo slancio si trasmette all'insieme della società attraverso la mediazione delle istituzioni di pace. La riforma gregoriana rappresenta, in un certo senso, l'istituzionalizzazione di tale slancio e la sua penetrazione nella società cristiana nel corso del XII secolo.
Ma la riforma della Chiesa è anche una risposta all'evoluzione del mondo, uno sforzo di adattamento a cambiamenti sopraggiunti dal di fuori. La risposta è, innanzitutto, istituzionale. Investe tre aspetti principali: la fondazione di nuovi ordini religiosi, lo sviluppo del movimento canonicale, l'accettazione della diversità ecclesiale."

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1.3 I nuovi ordini religiosi.
"I nuovi ordini aspirano a un ritorno alla regola originaria di san Benedetto accentuando il lavoro manuale, che ritrova il suo posto accanto all'opus Dei, e la semplicità di vita; ciò si traduce nel rifiuto delle tradizionali forme di ricchezza monastica, come nello stile artistico e architettonico depurato che contrasta con l'esuberanza della scultura, delle miniature e dell'oreficeria del barocco romano. Dei due nuovi ordini più importanti, l'uno, quello certosino fondato da Brunone nel 1084, mira a ritrovare uno stile eremitico primitivo, poi, sotto Guigo II, priore dal 1173 al 1180, un'ascesi attraverso quattro «gradi spirituali»: la lettura, la meditazione, la preghiera e la contemplazione. L'altro ordine, quello di Citeaux fondato da Roberto di Molesne nel 1098 e ispirato da san Bernardo, abate di Chiaravalle dal 1115 al 1153, integra il successo economico alla riforma spirituale. Il «deserto» cistercense si situa nella valle in cui l'ordine costruisce mulini e, facendo ricorso alla meccanizzazione per dedicare più tempo alla vita spirituale, gioca un ruolo nel progresso tecnologico, specialmente nel settore metallurgico. L'ordine si adatta alla nuova economia rurale, in particolare allo sviluppo dell'allevamento da pascolo e della produzione di lana, e diffonde un nuovo tipo di sfruttamento del suolo: la grangia, che ospita bestiame, raccolti, utensili e strumenti di lavoro per i fratelli conversi."

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1.4 Lo sviluppo del movimento canonicale.
"Se il monachesimo riformato fonda un equilibrio migliore tra lavoro manuale e preghiera, il movimento canonicale stabilisce, per parte sua, un equilibrio nuovo tra vita attiva e vita contemplativa, tra cura animarum e vita comunitaria. Se le regole stabilite nel 1120 a Prémontré, presso Laon, da Norberto di Xanten, si iscrivono in un contesto rurale - incitano a praticare la povertà, il lavoro manuale (gli ordini furono grandi dissodatori) e la predicazione - tuttavia la maggior parte dei canonici del XII secolo furono legati all'ambiente urbano. L'adozione della regola, molto flessibile e aperta, posta sotto il nome di sant'Agostino - concepita proprio in ambito urbano, benché antico, quindi assai differente da quello del XII secolo - permette ai canonici agostiniani di integrare vita comune, ascesi individuale e apostolato parrocchiale."

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1.5 La diversità ecclesiale.
"Il Liber de diversis ordinibus et professionibus quae sunt in Ecclesia («Libro dei diversi ordini e delle diverse professioni che esistono nella Chiesa»), scritto tra il 1125 e il 1130 probabilmente da un canonico di Liegi, rimasto incompiuto o giunto a noi in un manoscritto incompleto, prende atto della diversità degli statuti di chierici e religiosi, ammette il pluralismo dell'istituzione ecclesiastica, sull'esempio della dimora divina in cui vi sono case differenti. Definisce tali statuti a seconda del loro rapporto con il mondo, la loro lontananza più o meno grande dagli agglomerati umani: «Alcuni sono interamente in disparte dalle masse [...] altri sono situati accanto agli uomini; altri abitano in mezzo agli uomini»."

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1.6 La partecipazione dei laici alla vita religiosa.
"Il mondo dei laici partecipa sempre più alla vita religiosa e, nonostante la persistenza di barriere tra chierici e laici, si afferma la presenza di questi ultimi in campo religioso. Nei nuovi ordini, i fratelli laici o conversi acquistano uno spazio sempre maggiore. Gli ordini militari operano una certa fusione tra il religioso e il guerriero, la vita religiosa e la cavalleria. [...] Verso il 1200, i gruppi di laici religiosi e di mulieres religiosae si moltiplicarono. Già la Pataria milanese e i suoi prolungamenti del XII secolo riunivano chierici e laici avidi di riforma. Un concilio, convocato nell'inverno del 1117 dall'arcivescovo e dai consoli di Milano, riunì su un prato alle porte della città «una enorme moltitudine di chierici e laici che attendevano il seppellimento dei vizi e il risveglio delle virtù». Negli anni attorno al 1140, il canonico regolare Arnaldo da Brescia, che un tempo aveva predicato agli abitanti della sua città natale contro la vita corrotta dei chierici, solleva i laici romani in un movimento di riforma politica e religiosa a un tempo."

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1.7 La dottrina del peccato e dei sacramenti.
"A questo nuovo mondo la Chiesa si sforza di dare nuove formulazioni dottrinali, nuove pratiche religiose. L'evoluzione più importante riguarda indubbiamente la dottrina del peccato e dei sacramenti. Alcuni teologi, come i maestri della scuola episcopale di Laon, Anselmo e Guglielmo di Champeaux, il parigino Abelardo, benché sovente contrapposti l'uno all'altro, elaborano una dottrina volontaristica del peccato che ne ricerca le origini nella coscienza. L'essenziale è ormai nell'intenzione."
Si fa strada
"una nuova concezione dei sacramenti, organizzata secondo un'articolazione settenaria in un nuovo sistema che comprende anche il settenario dei peccati capitali e quello dei doni dello Spirito Santo. Sarebbe interessante studiare con maggiore attenzione di quanto non sia stato fatto i mutamenti nella gerarchia di questi settenari. È stata evidenziata l'emergenza di vizi: l'avaritia - legata al progresso dell'economia monetaria - rispetto alla superbia, l'orgoglio, vizio per eccellenza della feudalità.
Un'evoluzione simile si può notare nel campo delle idee e delle pratiche di giustizia. Qui predomina la ricerca di gradi di punizione proporzionati alla gravità delle colpe e dei crimini, valutati non solo in relazione ai fatti, ma anche in funzione della condizione e della intenzione dei peccatori."

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1.8 Una nuova pratica della confessione.
" Tale ricerca dell'intenzione alimenta una nuova pratica della confessione. L'antica confessione pubblica era caduta in desuetudine e, per quanto se ne può sapere, tra la vecchia pratica e le nuove forme di confessione individuale si era formato un vuoto che i comportamenti penitenziali individuali o collettivi tendevano a colmare. Così, nel XII secolo la tradizionale tendenza penitenziale si orienta, accanto alle manifestazioni collettive, verso la confessione individuale auricolare. Tale evoluzione riceverà una sanzione obbligatoria con il canone Omnis utriusque sexus del quarto concilio lateranense (1215) che esige da tutti i fedeli di ambo i sessi almeno una confessione individuale annuale. Ormai l'ammissione prende il passo sulla sanzione penitenziale e si apre un fronte pioneristico nelle coscienze, quello dell'esame di coscienza."

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1.9 La rivoluzione scolastica.
"Infine, un'altra novità capitale: la rivoluzione scolastica. Lo sviluppo urbano sollecita dapprima il rinnovamento di alcune scuole episcopali, a Laon, Reims, Chartres, Parigi. Ma tale rinnovamento non è che un fuoco di paglia e anche le scuole monastiche irradiano il loro ultimo bagliore. Invece, in modo un po' selvaggio, nascono nuove scuole urbane il cui orientamento è duplice. Da un lato si impone il fascino della teologia, in un ambiente intellettuale, sociologico e politico che a Parigi è in fermento. Dall'altro, a Bologna vi è la cristallizzazione attorno al diritto, in seno allo sviluppo comunale. A poco tempo di distanza vengono scritte due opere destinate a diventare dei classici: attorno al 1140, il Decretum di Graziano o Concordia discordantium canonum, prima compilazione ragionata allo scopo di armonizzare le decretali, fondamenta del Codice di diritto canonico che si svilupperà nel XIV e XV secolo; quindi, tra il 1155 e 1160, i quattro libri delle Sentenze del vescovo di Parigi, l'italiano Pietro Lombardo. In entrambi i casi si tratta di un nuovo ambiente intellettuale, quello dei lavoratori specializzati nella scienza teologica o giuridica, e di un nuovo metodo basato sulla discussione e l'argomentazione razionale: la scolastica."


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Ultimo aggiornamento:
13 Luglio 2001