GLOSSARIO DELL'EUROPA MEDIEVALE | Scolastica
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Scolastica

Metodo di insegnamento che si sviluppa nelle scuole urbane nell'XI secolo, poi, soprattutto nel XII secolo, nelle università, in crescente opposizione con i metodi e lo spirito delle scuole monastiche.
Se lo scopo è lo stesso, trovare Dio nella scienza, la scolastica dà ben presto al fides quaerens intellectum del monaco sant'Anselmo un indirizzo decisivo, accordando ai processi razionali del pensiero un'importanza sempre più grande e sempre più lontana dalle tracce mistiche della cultura monastica. La teologia monastica diviene essa stessa una scienza i cui monumenti più compiuti sono le summae dei dottori del XIII secolo: Alessandro di Halès, Raimondo di Peñafort, san Bonaventura, san Tommaso d'Aquino e altri (l'Opus majus di Ruggero Bacone è una summa). Tutti questi nomi sono di francescani e domenicani, e ciò mostra che la scolastica non è né antimonastica né antimistica in senso assoluto, ma in rapporto a certe tradizioni discordanti con la Cristianità in espansione del XII e XIII secolo.
Se il punto di partenza metodologico è lo stesso, le sette arti liberali raggruppate nei due cicli del trivium e del quadrivium (aritmetica, musica, geometria, astronomia), la scolastica fa subire a questo programma alcune modificazioni fondamentali. La scienza-chiave è la dialettica, scienza del ragionamento, e le arti del quadrivio si orientano verso una pratica sempre più spinta dell'esperienza (questo sarà vero solo per un certo tempo, e ben presto la teoria invaderà e sclerotizzerà la scienza scolastica). Le arti meccaniche, un tempo disprezzate perché improntate alla vita materiale, si riavvicinano alle arti liberali col favore della promozione della vita attiva e del dialogo che essa sviluppa con la vita contemplativa.
Un nuovo elenco, cioè una nuova classificazione delle scienze, più ricca, meglio articolata (nella quale entra in particolare la fisica) tende a sostituire l'Heptateuchon tradizionale. Se la base dell'insegnamento è la lectio, la lettura dei testi, e innanzitutto della Bibbia, la sacra pagina, la lettura biblica si evolve rapidamente. Alla ricerca tradizionale dei quattro sensi che culmina nell'apprendimento mistico del senso segreto, si sostituisce sempre più un processo «logico». La lectio fornisce delle «autorità» che sono messe in quaestio, la questione è discussa «razionalmente», è la disputatio da cui il maestro trae la sua conclusio personale. Le magistralia, le opinioni dei professori, che aprono la porta alle conclusioni individuali di ciascuno, prendono posto a fianco delle authentica, delle autorità tradizionali.
Questa decisiva trasformazione dei metodi scolastici e intellettuali è il prodotto di una nuova società: la società urbana. Essa è la tecnica di una nuova professione, di una corporazione, l'universitas dei maestri e degli studenti. Diviene l'occupazione di «professionisti» che, per il loro lavoro, esigeranno un salario. Consuma sempre più libri divenuti strumento di lavoro fra le mani di una nuova categoria sociale: i lavoratori intellettuali.

Jacques Le Goff, La civiltà dell'Occidente medievale

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Bibliografia:
Jacques Le Goff, La civiltà dell'Occidente medievale, Einaudi, Torino 1981, pp.370-372, p.499; titolo originale: La civilisation de l'Occident médiéval, B. Arthaud, Paris 1964.


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Ultimo aggiornamento:
16 Luglio 2001