Anno |
Storia militare e politica |
Storia economica e sociale |
Storia religiosa |
Cultura non scritta |
Cultura scritta |
Avvenimenti in Puglia (e nel resto del mondo) |
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968 |
Ottone I di Sassonia assedia Bari, senza successo. |
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975 |
Bisanzio fa di Bari la sede di un catapano. |
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978 |
Inizia la costruzione del monastero di San Benedetto fuori le mura della città, costruzione iniziata dal suo primo abate Girolamo. |
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982 |
Ottone II di Sassonia espugna Bari. |
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998 |
La principale porta di accesso al centro abitato è documentata come porta occidentalis dall'annalista Lupo Protospatario (appare come porta vetus nei documenti privati). Essa si apre alla via che proviene da sud-ovest, cioè da Canosa. |
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1003 o 1002 |
Le navi del qaid siciliano Safi assediano per sei mesi la città, la cui resa è sventata dall'intervento della flotta veneziana al comando del doge Pietro Orseolo II: è l'episodio che ha dato origine alla tradizione locale, viva ancor oggi nella città, della "Vidue Vidue". |
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1005 |
È testimoniata in un documento la chiesa di San Giorgio (deve trattarsi di San Giorgio detto degli Armeni) corrispondente all'attuale chiesetta di San Francesco ad ovest del portico dei pellegrini di San Nicola, e orientata verso il porto della città, che appare ancora tutta rivolta verso occidente. |
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1009 |
Rivolta dei baresi Melo (personaggio ricco e influente, d'origine quasi certamente longobarda) e Datto (cognato di Melo), che si impadroniscono della città. Fino al 1018 la sommossa si allargherà a scala regionale. |
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1011 |
Il nuovo catapano d'Italia, Basilio Mesardonite, assedia ed espugna Bari. Melo e Datto fuggono dalla città. |
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Nella città, già dotata di un doppio circuito murario, sono completate le nuove strutture militari: Basilio ricostruisce quella che sarà chiamata "corte del catapano" (iscrizione in versi greci su tale ricostruzione). All'interno del pretorio imperiale sono segnalate chiese e cappelle: San Basilio, Santa Sofia, Sant'Eustrazio, San Demetrio, San Gregorio. |
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1027 |
È costruita la chiesa di San Nicola de Monte, che potrebbe identificarsi con la curtis di San Nicola confessor Christi, testimoniata nel 1047, e che è comunque ancora esistente nel 1073 ed ha un orto. |
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1032 |
Il catapano Pothos Argyros fa costruire alle porte di Bari, nel luogo detto Puteum Greci, una chiesa dedicata a Maria Vergine e Madre di Dio ed ai Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista (cioè Santa Maria Nuova, rispetto all'episcopio), e si rivolge all'arcivescovo Bisanzio perché la affidi a religiosi che la dotino di arredi sacri e la rendano atta al culto. |
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1034 |
L'arcivescovo Bisanzio inizia la ricostruzione della chiesa-episcopio di Santa Maria (Vecchia) (Santa Maria Vergine e Madre di Dio). |
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Il vescovo di Bari fino al 1085 si intitola solo «arcivescovo di Canosa». Soltanto con l'arcivescovo Elia (1089-1105) il titolo di Bari comincia a figurare accanto a quello di Canosa. Il primo arcivescovo di Bari riconosciuto da Roma, secondo la tradizione barese poi utilizzata da Elia, è Bisanzio (1025-1035), che gli annali dicono sia stato il fondatore della Chiesa barese. |
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Al sorgere del secondo millennio, la Puglia è ormai interamente sotto il dominio politico dell'Impero Romano d'Oriente, nell'ambito del quale è rimasta il cuore della provincia più occidentale, dopo la perdita della Sicilia, diventata musulmana. È un dominio che è stato ripetutamente contestato nel corso del secolo X, con rivolte e sollevazioni dei ceti urbani medi e alti, capeggiati o appoggiati dai gruppi etnici longobardi. Tuttavia tale dominio si è venuto via via consolidando, ed ha improntato di sé l'organizzazione sociale e civile, i quadri mentali e culturali della regione, che è, nella prima metà del secolo XI, prevalentemente, ma indiscutibilmente, bizantina. La crisi del dominio bizantino è però già in atto intorno al 1040. |
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1041 |
I Normanni, che si associano alle città ribelli all'impero, compresa Bari, sconfiggono i Bizantini ad Olivento, presso Canne. |
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1042 |
L'accordo di Melfi, alla fine dell'anno, segna l'avvio dell'incastellamento ad opera dei normanni: dodici signori si assegnano città pugliesi e lucane, conquistate o da conquistare, in ogni caso da riattrezzare militarmente per rendere stabile e garantire il dominio personale senza rispondere ad alcuna altra autorità (sine rege et sine lege agentes). |
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1043 |
Guglielmo Bracciodiferro, della famiglia normanna degli Altavilla, assume il titolo di conte di Puglia. |
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1045 |
Eustathios Palatinos è il nuovo catapano di Bari. |
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1046 |
Il nuovo catapano Johannes Raphael arriva a Bari per trattare con i capi filonormanni della città. Giunge ad un accordo con i ribelli baresi, lascia al suo posto il catapano Eustathios Palatinos e ritorna ad Otranto. In città Adralisto batte Alferanite e Bari è in mano alla fazione filonormanna. |
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1047 |
L'imperatore tedesco Enrico III di Franconia riconosce i primi possessi del conte di Puglia, Guglielmo Bracciodiferro. |
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L'abate Marco del monastero della Trinità fa costruire presso il muro di cinta dell'orto la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, consacrata dall'arcivescovo Nicola (1035-1061). Sono segnalate le chiese di San Tommaso apostolo (non localizzata), San Pietro detta di Sergio protospata (non localizzata). Fuori le mura è la chiesa di San Leucio, in zona agricola coltivata a vigneto. |
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1048 |
È testimoniata in un documento privato una chiesa di San Giovanni. |
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1ª metà sec. XI |
È testimoniata la torre Musarra con la sua chiesa di San Nicola confessore, forse inserita nel circuito murario presso la porta vetus. |
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1050 |
La chiesa di San Nicola è governata da un abate ed appartiene al monastero della Trinità, se nel 1053 papa Leone IX confermerà a Marco, abate di tale monastero, la donazione della stessa chiesa effettuata dall'arcivescovo Nicola. |
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1051 |
Muore Drogone, conte di Puglia. Seguono anni di crisi e di anarchia. |
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I capi filonormanni di Bari, Adralisto, Romualdo e Pietro, non vogliono accogliere, come catapano, Argiro figlio di Melo, ma la fazione filobizantina reagisce, ed Argiro entra in città nell'aprile. Adralisto fugge da Bari e si rifugia presso il conte normanno Unfredo. Romualdo e Pietro sono mandati in catene a Bisanzio. |
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1054 |
Il grande scisma religioso fra oriente e occidente pone le premesse del distacco - anche religioso - del Mezzogiorno d'Italia da Bisanzio. |
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1057 |
Roberto il Guiscardo diviene conte di Puglia, riconosciuto dagli altri capi normanni. |
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È testimoniata un porta nova. In città è costruita da un privato la chiesa di Ognissanti. Da privati sono costruite la chiesa greca di Cristo Salvatore e Maria supra portum. San Giorgio è ricordata come supra portum. San Nicola è in turre Musarra. |
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1059 |
Il papa Niccolò II riconosce a Roberto il Guiscardo le conquiste fatte e gli conferisce il titolo di duca di Puglia e Calabria. |
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I Normanni sono divenuti difensori della Chiesa, contro l'impero bizantino e l'impero germanico insieme. |
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1063 |
Sul sagrato della chiesa di San Nicola si tiene un sinodo episcopale presieduto da Arnolfo, vicario di papa Alessandro II. È la testimonianza che la chiesa ricordata dalle fonti prima della costruzione della grande basilica alla fine del secolo (difficile esser certi se al santo fossero dedicate una o più chiese) ha raggiunto un suo prestigio. Intanto la chiesa e il clero barese ricevono cospicue donazioni di chiese e terre, a testimonianza dello stato di insicurezza generale. |
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1071 |
In marzo, Leucio, abate del monastero di San Benedetto, chiama Elia, monaco e abate di Santa Maria, e gli affida:
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In aprile Roberto il Guiscardo entra in città, dopo tre lunghi anni di assedio. È la fine storica del dominio politico dell'Impero d'Oriente a Bari, ma non della sua influenza economica, culturale e religiosa. |
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L'ingresso dei normanni in città si tradurrà nella scelta di spostare le funzioni militari dall'area orientale, troppo segnata dalla presenza bizantina e dalla corte catapanale, ad un'altra zona della città. La decisione è in piena sintonia con la concezione normanna dell'insediamento castellare periferico e decentrato rispetto ai poli principali della struttura urbana. |
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La conquista normanna pone le premesse di una ripresa in Puglia, non perché i nuovi padroni importino costumi, istituzioni o prassi amministrative più avanzati di quelli bizantini, ma perché vanno diminuendo le loro scorrerie e devastazioni, perché all'insicurezza causata dalla loro presenza ostile segue la relativa stabilità del loro dominio, che mira a trasformarsi in Stato. |
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1073 |
La chiesa di San Felice è testimoniata in loco Luciniano e dichiarata alle dipendenze dell'episcopio. |
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Roberto il Guiscardo, duca di Puglia, completa la conquista della regione. |
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1074 |
Papa Gregorio VII scomunica una prima volta Roberto il Guiscardo. |
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1075 |
San Nicola dei Greci è documentata presso la porta vetus o occidentale. Sono testimoniate le chiese di San Procopio e Santa Lucia. |
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1080 |
Riappacificazione fra papa Gregorio VII e Roberto il Guiscardo. Per volontà di Roberto, Gregorio trasferisce, dalla Lucania in Puglia, Ursone vescovo di Rapolla, che diviene quindi arcivescovo di Bari. |
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1085 |
Roberto il Guiscardo muore, lasciando la vedova duchessa Sichelgaita (longobarda) e suo figlio duca Ruggero detto Borsa (in contrasto con il fratellastro Boemondo, primogenito di Roberto, divenuto illegittimo dopo il suo matrimonio con Sichelgaita). |
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1086 |
È testimoniata la chiesa di San Giovanni apostolo ed evangelista. |
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1087 |
Boemondo è signore di Taranto e di tutto il litorale pugliese tra Bari e Otranto, pur rimanendo nominalmente vassallo del duca di Puglia Ruggero. |
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Traslazione delle reliquie attribuite a San Nicola da Myra in Licia, effettuata da 70 mercanti-marinai baresi. Contro la volontà dell'arcivescovo Ursone, che esige la loro custodia nella cattedrale, l'abate benedettino Elia, vicino agli ideali della riforma gregoriana, propugnatore del rito latino, sensibile ai problemi dei ceti medi commerciali e marinari, custodisce le reliquie nella cripta dell'erigenda basilica. |
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Papa Urbano II vuole incoraggiare la diffusione del rito latino in Puglia con l'aiuto dell'ordine benedettino, e limitare l'influenza del clero di rito greco, divenuto scismatico dopo il distacco da Roma del patriarcato di Costantinopoli nel 1054. |
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A questo programma sono interessati, per ragioni più strettamente politiche, Ruggero Borsa e Boemondo, che conservano tutta la carica antibizantina del padre. La traslazione delle reliquie di San Nicola offre l'occasione per pilotare a Bari un trasferimento di poteri da ciò che resta del ceto burocratico nobiliare filobizantino a quello commerciale e marinaro filonormanno. Un avvenimento religioso viene così gestito, ovviamente con motivazioni diverse, da una nuova e organica alleanza fra papato, normanni e ceto medio barese. |
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1089 |
Muore Ursone, arcivescovo di Bari. |
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Inizia la costruzione della basilica di San Nicola, con le offerte volontarie dei cittadini ed ampie donazioni da parte di Ruggero Borsa, nel luogo in cui era stata la corte del catapano. È testimoniata la chiesa di San Gregorio. |
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Su invito di Ruggero, di Boemondo e di Elia, giunge a Bari papa Urbano II, che consacra Elia arcivescovo di Bari e quindi erede dell'impegno preso da Ursone a costruire la basilica del santo di Myra, che per essere stato un vescovo orientale può divenire, nella prospettiva papale, un veicolo di unione tra cristiani d'oriente e cristianesimo romano. Nella stessa occasione Urbano consacra l'altare di San Nicola nella cripta inferiore della basilica in costruzione e pone l'edificazione del santuario sotto la tutela della Sede romana. Il papa attribuisce dunque a Bari un ruolo di primo piano nel suo programma: la città diviene, da questo momento, un centro religioso che attira pellegrini anche dalla penisola balcanica, dove è vivo il culto del vescovo di Myra. |
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È forse in questo momento che Urbano affida al poeta Guglielmo di Puglia l'incarico di scrivere un poema epico che celebri la conquista normanna della regione, un poema che si richiama alla tradizione classica e latina. |
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Accordo fra i fratellastri Boemondo e Ruggero Borsa per scambiarsi le città di Cosenza e di Bari. |
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1091 |
Elia, arcivescovo e rettore della basilica, ricompone idealmente le due cariche con il miracolo del ritrovamento delle spoglie di San Sabino nella cattedrale. |
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1098 |
Urbano II celebra a Bari il concilio che ha come scopo ufficale la composizione dello scisma tra le due chiese romana e bizantina (ovvero cattolica e ortodossa), ma come obiettivo immediato e reale quello della sottomissione del clero greco del Mezzogiorno e della sua completa latinizzazione. |
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1099 |
È testimoniata l'esistenza in città delle due chiese di San Pantaleone e di Tommaso apostolo. È testimoniata la chiesa di San Giorgio. |
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È segnalata per la prima volta l'esistenza della corte del glorioso nostri domini Boamundi; nel 1107, poi, al funzionario Fulcone è assegnata la qualifica di curialis notarius castelli barini. Un castello viene costruito dunque anche a Bari: ed è un castello-residenza, destinato ad ospitare Boemondo e, con la sua corte, anche le funzioni militari e quelle giuridico-amministrative, a partire dai giudizi civili. Non si conosce la sua ubicazione, che però è in civitate Bari, di certo non nell'area dell'antica corte bizantina, dove si va erigendo la basilica. |
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Ultimo aggiornamento: 18 Luglio 2001 |