LA GROTTA BIANCA
Nel 1940 il signor Vito MATARRESE, attraverso un angusto cunicolo, riuscì ad entrare nella Grotta Bianca considerata una delle meraviglie della terra. Attraverso una porta scavata nelle massicce e spesse falde di alabastro un corridoio realizzato sulle concrezioni, conduce ad una terrazzina che domina la grande Sala dorata.
Lungo la stradina e nella grande caverna oltre al candore c'è tutto quanto costituisce la natura di qualsiasi genere di concrezione. Nel corridoio purissime falde alabastrine, dorate concrezioni stalagmitiche di ogni dimensione, pannocchie, aiuole di cristalli concrezionati. Dalla volta scendono miriadi di multiforme dorate stalattiti.
Dalla terrazzina realizzata a margine del profondo della grotta non si riesce a singolarizzare. Le straordinarie e dorate forme concrezionali che la colmano provocano un senso profondo di meditazione e sbalordimento, tutto ciò che si vede viene guardato nel suo insieme. Le parole non possono descrivere l'incanto arcano che emanano le purissime e dorate concrezioni della splendida grotta.
Nell'atrio luminoso due possenti colonne stalagmitiche si sono congiunte alla volta come se volessero sostenerla. Il meraviglioso sviluppo delle concrezioni e la splendida armonia dei colori restano immagini indimenticabili della misteriosa e silenziosa opera della natura. Qui a 70 metri di profondità, in questo lontano lembo di Paradiso, nel silenzio assoluto della vita, al cospetto della Divina potenza della natura terminano le grotte di Castellana.
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