L'esperimento trova le sue basi nel metodo
di Moritz Anton Cappeler (Cappellerius Mauritius Antonius, 1685-1769).
Il precursore della moderna fotogrammetria, ingegnere e naturalista, elaborò una monografia sul
Monte di Pilato in Svizzera (”Pilati montis historia in pago Lucernensi
Helvetiae siti”) toccando argomenti di geologia, meteorologia, flora, fauna,
toponomastica, topografia e leggende del luogo.
Per
disegnare la mappa e determinarne l'altezza, egli escogitò un metodo che attraverso due prospettive centrali,
prese da due punti distinti, e attraverso la conoscenza della posizione del centro di proiezione rispetto al quadro e della posizione relativa tra i due disegni,
consentiva di ricostruire i raggi proiettanti e le intersezioni tra quelli omologhi determinandone univocamente i punti di interesse.
Pur non essendo noti i dettagli del metodo, che risale al 1736, se ne possono dedurre i principi. Si tratta in sostanza di risolvere dei problemi di intersezione in
avanti secondo lo schema della figura sopra riportata anche se probabilmente gli assi principali delle prospettive disegnate da Cappeler non erano paralleli come quelli considerati, ma convergenti.
(vedi anche origini della fotogrammetria)