SINTESI STORICA


ANTICHITA'
EPOCA ITALICA
 
EPOCA GRECA
 
EPOCA ROMANA
MEDIOEVO
EPOCA BARBARA
 
EPOCA NORMANNO-SVEVA
 
DINASTIA ANGIOINA
 
DINASTIA ARAGONESE
EPOCA MODERNA
DOMINIO DEI CARAFA
 
MOTI LIBERALI
 
TAPPE DEL PROGRESSO RUVESE


ANTICHITA'

Ruvo è città antichissima e la sua storia comprende le tre grandi civiltà antiche: EPOCA ITALICA - EPOCA GRECA - EPOCA ROMANA


L'EPOCA ITALICA

1 - ORIGINI DI RUVO

Vista l'esistenza dell'elemento indigeno anteriore al greco, non si può ritenere che Ruvo sia stata fondata dai Greci; ma si deve ammettere che Ruvo già esisteva nell'epoca italica, se non come una città certamente come un villaggio. Questo villaggio ltalico sorgeva sulla vetta della collina, a ridosso della quale sorge l'odierna città e propriamente dove oggi trovasi la Chiesa di Sant'Angelo.

2 - ORIGINE DEL NOME DELLA CITTÀ

Il nome italiano Ruvo corrisponde al nome latino Rubi, e al greco Rhyps. L'origine di tal nome è strettamente connessa con l'origine della città. I nostri antenati credevano che il nome Ruvo derivasse dall'abbondanza dei vimini esistenti nel luogo, dove fu edificata, onde posero come stemma della città una pianta di rovo fiorito, messa in un vaso.


EPOCA GRECA

INTRODUZIONE

Nell'occupazione da parte dei Greci non vi fu violento contrasto tra l'elemento epicorio, già esistente, e l'elemento greco, che si sovrappose; ma le famiglie degli indigeni si assimilarono ben presto con i loro dominatori. La città greca coniò proprie monete e godette piena autonomia. Raggiunse l'apice della sua potenza militare e politica ed il massimo splendore nelle arti in seguito alla lega con Taranto. L'estesissima necropoli di Ruvo e gli infiniti sepolcri greci in essa trovati provano che la città greca contava una popolazione mai più raggiunta e molto maggiore dell'attuale. Essa si estendeva intorno al villaggio italico, così come la città nuova odierna si estende intorno alla città medioevale. La remota antichità di Ruvo non si sarebbe conosciuta, se dalla sua terra non fosse uscita un'infinita quantità di vasi fittili italo-greci e di monete ad attestarne l'antica origine. Si deve quindi la conservazione dei monumenti greci alla fortunata combinazione di trovarsi sepolti sotto terra assieme ai morti, perchè così soltanto potettero sfuggire alle vandaliche distruzioni dei secoli barbari, che corsero dal V all' XI secolo dopo Cristo.

1 - LE TOMBE GRECHE DI RUVO

Le tombe greche di Ruvo sono di tufo o di pietra. Le tombe cavate in un solo e grande pezzo di tufo, che erano estratte sane da sotterra, venivano adoperate come abbeveratoi per gli animali e chiamate volgarmente pile, mentre le tombe cavate nel vivo sasso sono quelle dei ricchi ed in esse si sono trovati oggetti preziosi e vasi dipinti eccellenti. Al contrario, nelle tombe cavate con poca spesa nella terra si sono trovate terrecotte o vasi dipinti semplicemente dalla nera vernice: parliamo ovviamente delle tombe dei poveri. Tutte le tombe sono comunque coperte da una fino a tre lapidi, secondo la grandezza del sepolcro. La qualità della lapide, che è sempre di pietra, va in accordo con la qualità del sepolcro; se questo è povero, rozza e povera è anche la lapide; se ricco, questa è spianata e levigata.
E' rimasta celebre la danza funebre, che si conserva nel Museo di Napoli e che si rinvenne dipinta sull'intonaco delle pareti interne del singolare sepolcro scoperto dal canonico Michele Ficco negli scavi delle fondamenta della sua casa. Nella tomba i vasi si trovano disposti nel seguente modo: il vaso più grande si trova ai piedi del cadavere, gli altri di mezzana grandezza si trovano ai fianchi, i bicchieri e altri vasellini sono sospesi intorno alle pareti interne della tomba a chiodi di ferro. Se il defunto era un guerriero, si trova vestito con la sua armatura: la spada è al lato sinistro, la lancia al destro. Verso la metà del cadavere vi è immancabilmente un vaso, che si usava porre sul petto degli estinti.

2 - COSTUMANZE ATTICHE NELLE TOMBE GRECHE DI RUVO

Appartengono agli attici costumi, oltre il modo di seppellire i morti con la testa rivolta ad occidente e l'avere ciascun cadavere la sua tomba, anche il trovare i sepolcri più fini e più ricchi coperti dalle stele o colonne sepolcrali oppure circondati dai vasi usati nelle libazioni e nei sacrifizi mortuari, per lo più ridotti in frammenti.

3 - I VASI FITTILI ITALO-GRECI

La fabbricazione dei vasi in Ruvo ha inizio nel VI e termina verso il I secolo A. C. Essi sono il prodotto della fabbricazione e dell'arte locale, come provano la qualità dell'odierna creta simile perfettamente a quella degli antichi vasi, e le antiche officine destinate alla fabbrica di essi, rinvenute negli scavi. Cronologicamente ed artisticamente, i vasi di Ruvo si distinguono in quattro epoche o categorie. I vasi di tali epoche mostrano il prodigioso sviluppo dell'arte greca nel suo nascere, nel suo massimo progresso e nella sua decadenza. I vasi della prima e della seconda epoca, detti volgarmente Egizii e Siculi, che sono i più antichi, rappresentano il principio dell'arte ceramografica; quelli della terza epoca, dipinti con figure rosse su campo nero, la massima perfezione dell'arte greca; quelli della quarta, la sua decadenza.

4 - COSTUMANZE ATTICHE NEI VASI DI RUVO

Nei dipinti dei vasi di Ruvo si ravvisano costumanze, stile e rappresentazioni attiche, le quali, se non bastano a stabilire l'origine attica di Ruvo, mostrano chiaramente che i vasi furono dipinti da pittori attici o da artisti ruvestini, che dai primi appresero la loro maniera di dipingere. E' da osservare che i pittori, che dipingevano questi vasi, erano dei veri artisti di professione, pienamente istruiti nella storia, nella letteratura e nella mitologia, i quali nelle scuole locali, sin da giovinetti, apprendevano da rinomati maestri la tecnica di tale arte. Dato il commercio che fin dal V secolo A. C. gli Ateniesi esercitavano sulle coste Adriatiche, puo' darsi che fin da quei remotissimi tempi i Greci di Ruvo abbiano avuto relazioni commerciali con Atene; quindi non è strano ammettere che pittori ateniesi, mossi dalla ricchezza della città e dalla speranza di forti lucri, spontaneamente o chiamati dagli stessi abitanti, siano venuti a Ruvo e che da essi gli artisti ruvestini abbiano appreso nelle scuole locali la perfezione del disegno, la finezza del colorito, l'eleganza delle forme e la bellezza dello stile, che si ammirano nei più bei dipinti.

5 - LE MONETE DI RUVO

La monetazione di Ruvo è posteriore di due secoli alla fabbricazione dei vasi. Infatti, la più antica fra tutte le monete ruvestine, che è quella di bronzo con l'aquila posata sul fulmine, rimanda ai primi anni del secolo IV sec. A.C. Le monete di Ruvo presentano due varietà. Le più antiche portano il nome della città. Vari tipi di alcune più antiche monete ruvestine, riportano la testa di Giove, con l'aquila posata sul fulmine, o col fulmine alato. La seconda varietà con la testa di Minerva galeata sul diritto e la civetta sul ramoscello di olivo sul rovescio, non porta il nome della città, ma il nome del popolo; e sono da ritenersi posteriori alle precedenti monete.

MONETE DI RUVO


6 - OCCUPAZIONE DA PARTE DEI COLONI GRECI

Non si sa con certezza di qual nazione greca siano stati i coloni, che primieramente Occuparono Ruvo, si suppone che questi siano achei per la somiglianza delle monete con la città achea Rhype.

7 - TERRITORIO DELLA CITTA' GRECA

Nell'epoca greca il territorio di Ruvo ebbe la massima sua estensione, perchè comprendeva oltre il presente suo tenimento, gli attuali territori di Corato e di Terlizzi, città sorte dopo il 1000 nell'antico agro ruvestino. Dalla parte della marina questo si estendeva fino al mare, fino agli attuali territori di Molfetta che era l'attuale emporio navale di Ruvo e di Bisceglie che sorse come città nel quarto e nel quinto secolo dell'era cristiana. Probabilmente apparteneva anche all'antico agro ruvestino quella parte dei territori di Trani e di Andria, che oggi confinano con l'agro di Corato e che, prima che sorgesse questa città, confinavano con quello di Ruvo. Tanto Trani che Andria in quest'epoca non esistevano, la prima essendo sorta come città nel Il o III secolo dopo Cristo e la seconda essendo stata fondata da Pietro Normanno, conte di Trani, assieme con Corato.

8 - VILLAGGI GRECI

Nell'antico agro ruvestino sorgevano nell'epoca greca parecchi villaggi, che sono chiaramente indicati dai sepolcri in tutto simili a quelli della città, fuorchè nel contenuto, che per lo più consiste in terrecotte e qualche armatura. Questi villaggi, accertati dai detti sepolcri, esistevano nel luogo oggi denominato "Calentano" a cinque miglia da Ruvo, nell'altro luogo detto le "Strappete" ad eguale distanza e nell'altro chiamato "Casali" in contrada Mattine, a sette miglia da Ruvo. E' da notare che questi villaggi greci corrispondono esattamente ai Casali, nominati nella concessione del feudo di Ruvo, fatta da Carlo I d'Angiò ad Arnolfo De Colant con privilegio del 29 settembre 1269: ond'è a credersi che molto facilmente fin da questa epoca essi avessero una dotazione di territorio.

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