2 - FINE DEI VILLAGGI E RITIRO DEI LORO ABITANTI IN CITTA'
L'abbandono dei villaggi dovette molto facilmente avvenire in seguito alla terribile aggressione dei 1350, quando i loro abitanti superstiti a tanta ruina, riputando malsicuro abitare in campagna, esposti a tutti i pericoli, e senza alcuna difesa, si ritirarono in città. Una prova chiara di ciò ce lo dà il fatto che nelle concessioni del feudo di Ruvo, posteriori a quest'epoca, non sono più nominati i Casali.
Il ritiro nella città degli abitanti del villaggio di Calentano, che era il più importante, coincide con la costruzione della chiesetta dell'Annunziata, edificata nell'anno 1370, perchè gli abitanti di questo villaggio, che ne occuparono il vicino rione, non obliarono il loro culto e dedicarono questa chiesetta all'Annunziata, a divozione della loro antica chiesa.
L'abbandono di questi villaggi ed il ritiro dei loro abitanti in città fu un grave danno per Ruvo. Incalcolabili sono i giovamenti che avrebbero ritratte le fertilissime contrade delle Mattine, delle Strappete e di Calentano dal lavoro delle braccia robuste di agricoltori stabiliti sul luogo stesso. Per i comuni che, come Ruvo, hanno un vastissimo territorio, aver dei villaggi è un gran beneficio, se non una necessità. Essi suppliscono in parte alla mancanza delle case coloniche, che popolano le campagne dell'alta e media Italia.
3 - PRIMA RIFAZIONE DELLE MURA DELLA TORRE
La prima rifazione delle mura e della torre dovette essere fatta nel tempo che corse tra le due espugnazioni dei Sanseverino e dei Consalvo. L'uso delle bombe a mano e delle artiglierie, diffusosi in questo frattempo, costrinse i Ruvestini a rifare l'antica muraglia e la torre. Affinchè potesse meglio resistere ai colpi di artiglieria, l'antica muraglia, a semplice fabbrica, fu rifatta con costruzione solidissima e fu rivestita al di fuori con pietre ben lavorate e ben connesse. Per lo stesso scopo, alla torre di Pilato fu aggiunta un'altra cinta di fortificazioni, che consisteva in un bastione, che le girava intorno fino all'altezza del secondo piano e la cingeva da tutti i lati. Tra il corpo della torre ed il parapetto di codesto bastione vi era un corridoio scoperto, che dava ai soldati il comodo di girare attorno, di appostarsi e di tirare dalle feritoie, che in esso vi erano. Resta, dunque, assodato che il bastione non fu costruito contemporaneamente alla torre, ma fu certamente aggiunto dopo l'invenzione delle artiglierie tra il 1350 e il 1503. Giudicandosi allora pericolissime le antiche aperture, che servivano a far passare l'aria e la luce nel primo piano dei fortilizio, si pensò di chiuderle con quel mezzo, rafforzando ancora la base della torre con un bastione.
4 - ULTIMA DIMINUIZIONE DELL'AGRO RUVESTINO
Finalmente, nell'epoca Angioina, sorge, come città, Terlizzi, che abbiamo visto comparire come un villaggio fin dall'epoca normanna; e l'antico agro ruvestino subisce l'ultima diminuizione, perchè da esso viene distaccato l'attuale tenimento di Terlizzi.