2 - COSTUMANZE ATTICHE NELLE TOMBE GRECHE DI RUVO
Appartengono agli attici costumi, oltre il modo di seppellire i morti con la testa rivolta ad occidente e l'avere ciascun cadavere la sua tomba, anche il trovare i sepolcri più fini e più ricchi coperti dalle stele o colonne sepolcrali oppure circondati dai vasi usati nelle libazioni e nei sacrifizi mortuari, per lo più ridotti in frammenti.
3 - I VASI FITTILI ITALO-GRECI
La fabbricazione dei vasi in Ruvo ha inizio nel VI e termina verso il I secolo A. C. Essi sono il prodotto della fabbricazione e dell'arte locale, come provano la qualità dell'odierna creta simile perfettamente a quella degli antichi vasi, e le antiche officine destinate alla fabbrica di essi, rinvenute negli scavi.
Cronologicamente ed artisticamente, i vasi di Ruvo si distinguono in quattro epoche o categorie.
I vasi di tali epoche mostrano il prodigioso sviluppo dell'arte greca nel suo nascere, nel suo massimo progresso e nella sua decadenza.
I vasi della prima e della seconda epoca, detti volgarmente Egizii e Siculi, che sono i più antichi, rappresentano il principio dell'arte ceramografica; quelli della terza epoca, dipinti con figure rosse su campo nero, la massima perfezione dell'arte greca; quelli della quarta, la sua decadenza.
4 - COSTUMANZE ATTICHE NEI VASI DI RUVO
Nei dipinti dei vasi di Ruvo si ravvisano costumanze, stile e rappresentazioni attiche, le quali, se non bastano a stabilire l'origine attica di Ruvo, mostrano chiaramente che i vasi furono dipinti da pittori attici o da artisti ruvestini, che dai primi appresero la loro maniera di dipingere.
E' da osservare che i pittori, che dipingevano questi vasi, erano dei veri artisti di professione, pienamente istruiti nella storia, nella letteratura e nella mitologia, i quali nelle scuole locali, sin da giovinetti, apprendevano da rinomati maestri la tecnica di tale arte.
Dato il commercio che fin dal V secolo A. C. gli Ateniesi esercitavano sulle coste Adriatiche, puo' darsi che fin da quei remotissimi tempi i Greci di Ruvo abbiano avuto relazioni commerciali con Atene; quindi non è strano ammettere che pittori ateniesi, mossi dalla ricchezza della città e dalla speranza di forti lucri, spontaneamente o chiamati dagli stessi abitanti, siano venuti a Ruvo e che da essi gli artisti ruvestini abbiano appreso nelle scuole locali la perfezione del disegno, la finezza del colorito, l'eleganza delle forme e la bellezza dello stile, che si ammirano nei più bei dipinti.
5 - LE MONETE DI RUVO
La monetazione di Ruvo è posteriore di due secoli alla fabbricazione dei vasi. Infatti, la più antica fra tutte le monete ruvestine, che è quella di bronzo con l'aquila posata sul fulmine, rimanda ai primi anni del secolo IV sec. A.C.
Le monete di Ruvo presentano due varietà. Le più antiche portano il nome della città. Vari tipi di alcune più antiche monete ruvestine, riportano la testa di Giove, con l'aquila posata sul fulmine, o col fulmine alato.
La seconda varietà con la testa di Minerva galeata sul diritto e la civetta sul ramoscello di olivo sul rovescio, non porta il nome della città, ma il nome del popolo; e sono da ritenersi posteriori alle precedenti monete.
6 - OCCUPAZIONE DA PARTE DEI COLONI GRECI
Non si sa con certezza di qual nazione greca siano stati i coloni, che primieramente Occuparono Ruvo, si suppone che questi siano achei per la somiglianza delle monete con la città achea Rhype.
7 - TERRITORIO DELLA CITTA' GRECA
Nell'epoca greca il territorio di Ruvo ebbe la massima sua estensione, perchè comprendeva oltre il presente suo tenimento, gli attuali territori di Corato e di Terlizzi, città sorte dopo il 1000 nell'antico agro ruvestino. Dalla parte della marina questo si estendeva fino al mare, fino agli attuali territori di Molfetta che era l'attuale emporio navale di Ruvo e di Bisceglie che sorse come città nel quarto e nel quinto secolo dell'era cristiana. Probabilmente apparteneva anche all'antico agro ruvestino quella parte dei territori di Trani e di Andria, che oggi confinano con l'agro di Corato e che, prima che sorgesse questa città, confinavano con quello di Ruvo. Tanto Trani che Andria in quest'epoca non esistevano, la prima essendo sorta come città nel Il o III secolo dopo Cristo e la seconda essendo stata fondata da Pietro Normanno, conte di Trani, assieme con Corato.
8 - VILLAGGI GRECI
Nell'antico agro ruvestino sorgevano nell'epoca greca parecchi villaggi, che sono chiaramente indicati dai sepolcri in tutto simili a quelli della città, fuorchè nel contenuto, che per lo più consiste in terrecotte e qualche armatura. Questi villaggi, accertati dai detti sepolcri, esistevano nel luogo oggi denominato "Calentano" a cinque miglia da Ruvo, nell'altro luogo detto le "Strappete" ad eguale distanza e nell'altro chiamato "Casali" in contrada Mattine, a sette miglia da Ruvo.
E' da notare che questi villaggi greci corrispondono esattamente ai Casali, nominati nella concessione del feudo di Ruvo, fatta da Carlo I d'Angiò ad Arnolfo De Colant con privilegio del 29 settembre 1269: ond'è a credersi che molto facilmente fin da questa epoca essi avessero una dotazione di territorio.