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Chiesa cattolica > La Chiesa medievale tra crisi e rinnovamento > Le risposte di Francesco d'Assisi

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3 Le risposte di Francesco d'Assisi alla società del suo tempo.

3.1 Laico fedele alla Chiesa.
3.2 Un unico modello, un unico programma.
3.3 I francescani: ultima comunità monastica o prima fraternita moderna?

Bibliografia

Tutti i brani posti "fra virgolette" sono tratti da: Jacques Le Goff, Francesco d'Assisi tra il rinnovamento e le inerzie del mondo feudale, 1981. Trascrizione, impaginazione e link: M. Mastrorilli, 2001-2003 -

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3.1 Laico fedele alla Chiesa.
"È in tale contesto che Francesco d'Assisi compie vent'anni, nel 1201 o 1202. Il suo successo deriverà dal fatto che risponderà all'attesa di gran parte dei suoi contemporanei, sia in ciò che accettano sia in ciò che rifiutano. Francesco è figlio della città, figlio di un mercante, il territorio urbano è il suo primo terreno di apostolato, ma vuole dare alla città il senso della povertà di fronte al denaro e ai ricchi, la pace invece delle lotte interne che ha conosciuto ad Assisi, tra Assisi e Perugia. Ritrovando, in un nuovo contesto, lo spirito di san Martino che andava a ritemprarsi nella solitudine del monastero di Marmoutier abbandonando provvisoriamente la sua sede episcopale di Tours, egli ricerca l'alternanza tra attività urbana e ritiro eremitico, il grande respiro tra apostolato in mezzo agli uomini e rigenerazione nella, e attraverso, la solitudine. A questa società che si insedia, si installa, propone la via, il pellegrinaggio.

Laico in un'epoca che ha visto la canonizzazione (1199) da parte del nuovo papa Innocenzo di un mercante laico, Omobono da Cremona, Francesco vuole mostrare che i laici sono degni e capaci di condurre, come i chierici, con i chierici, una vita autenticamente apostolica. E se, nonostante gli strappi e gli scontri, resta fedele alla Chiesa, per umiltà, per venerazione dei sacramenti la cui amministrazione richiede un corpo di ministri differenti e rispettati; tuttavia rifiuta significativamente, tra i suoi fratelli e per quanto possibile nel suo ordine nascente, la gerarchia e la prelatura. In questo mondo in cui la famiglia coniugale e agnatizia ristretta fa la sua comparsa, ma in cui l'antifemminismo rimane fondamentale e in cui regna una grande indifferenza nei confronti del bambino, egli manifesta, attraverso i suoi legami con qualche donna vicina e innanzitutto santa Chiara, attraverso la sua esaltazione di Gesù bambino nel presepe di Greccio, la sua attenzione fraterna alla donna e al bambino."

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3.2 Un unico modello, un unico programma.
"Lungi dalle gerarchie, dalle categorie, dalle rigide classificazioni, propone a tutti un unico modello, il Cristo, un unico programma, «seguire nudo il Cristo nudo». In un mondo che diventa quello dell'esclusione - sancita dalla legislazione dei concili, dai decreti del diritto canonico - e in particolare di quella degli ebrei, dei lebbrosi, degli eretici, degli omosessuali, dove la scolastica esalta la natura astratta e ignora del tutto, salvo eccezioni, l'universo concreto, Francesco proclama, senza il minimo sentore di panteismo, la presenza divina in tutte le creature. Tra il mondo monastico intriso di lacrime e la massa degli incoscienti immersi in una illusoria gaiezza, propone il volto gioioso, ridente, di colui che sa che Dio è gioia."

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3.3 I francescani: ultima comunità monastica o prima fraternita moderna?
"Francesco è il contemporaneo dei sorrisi gotici. E appartiene al suo tempo nelle sue esitazioni e le sue ambiguità, come nelle sue aperture e nei suoi rifiuti.

Un'esitazione principale: in cosa consiste l'ideale migliore della vita umile? Nel lavoro o nella mendicità? Come si colloca la povertà volontaria in relazione alla povertà subita? Tra le due, qual è la «vera» povertà? Come deve vivere l'apostolo, il penitente, nella società? Che valore ha il lavoro?

Un'ambiguità essenziale: quali sono i rapporti tra povertà e scienza? La scienza non è forse una ricchezza, una fonte di dominio e di disuguaglianza? I libri non sono forse uno di quei beni temporali che bisogna rifiutare? Di fronte allo sviluppo intellettuale, al movimento universitario che ben presto assorbirà i leader francescani, Francesco esita.

Più in generale, ci si può chiedere se, quando muore, Francesco pensa di aver fondato l'ultima comunità monastica o la prima fraternita moderna."


< La Chiesa medievale tra crisi e rinnovamento >


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Ultimo aggiornamento:
22 Dicembre 2003