P. Benvenuto BAZZOCCHINI O.F.M.San Damiano in Assisi. |
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LA BIBLIOGRAFIA |
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L'autenticità di questo fatto, lungamente narrato dal BARTOLI nel trattato « de Indulgentia S. M. de Portiuncula », ediz. Paris, 1900, è messa fuori di dubbio da una frase dello stesso documento « sicut aperte testificant sorores domine monasterii sancte clare de assisio ». Il P. Francesco Bartoli è dei primi del 1300, e potè aver conosciuta qualcheduna delle superstiti compagne di S. Chiara.
[72]
CELANO, Legenda Sanctae Clarae Virginis, Ediz. Pennacchi, Assisi, 1910, p. 31.
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LA BIBLIOGRAFIA |
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Le reliquie di S. Damiano, molto interessanti per la storia del Santuario, hanno anche un certo valore artistico: la loro autenticità e stata molto esaminata in questi ultimi tempi e - per le principali almeno - messa fuori di discussione. Noteremo per le più importanti: 1° il Breviario è un codice liturgico di prim'ordine; il signor Augusto Cholat, riputato critico storico per gli oggetti sacri, ha descritto il codice, ne ha fatto risalire l'origine a Fra Leone compagno di S. Francesco ed ha stabilita la data del suo compimento all'anno 1227, epoca che del resto si legge al principio del Breviario. È un dono di Fra Leone a S. Chiara. Le osservazioni del critico francese lo hanno condotto a stabilire « l'importanza del manoscritto di S. Damiano, tanto dal punto di vista francescano quanto da quello liturgico, come pure a valutare lo straordinario interesse col quale sarebbe accolto se venisse pubblicato », (Le Breviarie de Sainte Claire, Paris, 1904); il Sabatier ne accetta senza contrasto l'autenticità (ediz. Speculum. Perfect., p. LXXXII). - 2° La Campanella di S. Chiara ha una forma singolarissima: il suo orificio è munito di certi aculei metallici, convergenti, a forma di denti, inseriti si crede per addolcirne il suono, che difatti è straordinariamente armonioso. - 3° Del Calice di rame e Patena non si può rilevare se non la forma antiquata e ordinaria, come quelli delle chiese povere del medio evo. - 4° La Croce pettorale di S. Bonaventura, forse un ricordo di questo santo al convento di S. Damiano. È una bella croce in argento dorato, con minuti lavori a filigrana e qualche pietra preziosa, inserita su piede metallico: mostra nel centro una reliquia della Santa Croce. - 5° Il Reliquiario d'Innocenzo IV, in rame dorato, ha 60 centimetri di altezza, stile gotico, ornamenti di gugliette, cornici e trafori e due stemmi a smalto nel piede. In un cilindro mobile nell'interno si conservano le reliquie. Il nostro Cronologo, P. Antonio da Orvieto (Cronologia ecc., pp. 117-118) ricorda un'altra reliquia, l'Anello di S. Chiara, sottratto ad opera d'un frate spagnolo nel 1615: malgrado le attive ricerche fatte da' Priori del Comune di Assisi (ANTONIO CRISTOFANI, Storia della Chiesa e Chiostro di S. Damiano, Assisi, Tip. Sensi, 1882, pp. 169-173) il prezioso anello non fu potuto rintracciare. Anche le altre reliquie di S. Damiano hanno il loro valore: del Tabernacolo di S. Chiara discorreremo a lungo, in particolare.
[74]
Bullarium Francisc., vol. II, p. 23.
[75]
CELANO, Legenda Sanctae Clarae Virginis, Ediz. Pennacchi, Assisi, 1910, pp. 63-64.
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LA BIBLIOGRAFIA |
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FRANCESCO BARTOLI, Tractatus de Indulgentia S. Mariae de Portiuncula, ediz. Sabatier, Paris, 1900.
[77]
Non si trova più indicata, nemmeno nel Catalogo del 1741, intitolato: Tesoro Sacro delle Reliquie che si conservano nel Santuario di Santa Chiara d'Assisi, O. RINGHIERI, Bologna, Tip. Longhi, 1741. Nelle Memorie conventuali di S. Damiano si parla pure di una cassetta in legno, lavorata a intarsio, e scoperta nella leggera demolizione dell'absidiola dell'Oratorio di S. Chiara nel 1832; ma le descrizioni che ne dànno il LOCCATELLI nella sua Vita di S. Chiara e il CRISTOFANI nella Storia di S. Damiano (p. 201) non corrispondono alle indicazioni del Bartoli. Del resto anche questa cassetta, depositata nelle mani del Vescovo di Assisi, è scomparsa senza che se ne abbiano più avute notizie.
[78]
Vedi n. 1, a p. 38.
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LA BIBLIOGRAFIA |
Al lato destro dell'Oratorio, si apre una porticina che dà sur una vecchia scala interna, con soppalco o soffitto formato da tavolato primitivo: questa scala conduceva - dal Dormitorio per l'Oratorio - al piano inferiore, ove era il coro delle monache e la chiesa. A mezza discesa, è una piccolissima porta che mette nel Giardinetto di S. Chiara. Per vero dire, nulla si legge nei documenti che possa riferirsi a questa parte del Santuario: il giardinetto di S. Chiara è uno dei secreti - ortus conclusus - che hanno custodito per secoli le vecchie mura di S. Damiano. Il piccolo balcone (giacchè non è altro che un balconcino dove si coltivano alcuni fiori) nella primitiva disposizione del monastero veniva a trovarsi in un angolo aperto, formato dalla congiunzione del dormitorio dell'Infermeria col fabbricato della chiesa. Quivi dal vicino Oratorio scendeva a intervalli S. Chiara al tempo della sua lunga infermità, trascinando l'egro fianco, per respirare l'aria pura della splendida sottoposta campagna; quivi essa - come narra un'antica tradizione[79] - coltivava alcuni fiori preferiti, il giglio fratello della purezza, la violetta sorella dell'umiltà, la rosa simbolo dell'amor divino. Noi non vogliamo forzare la storia; ma ripensando a Colei che sì profondamente aveva sentito il fascino della poesia francescana, non possiamo a meno di raffigurarcela su l'umil balcone, assisa tra i suoi fiori prediletti, nella pace di qualche mite tramonto lanciando al sole la strofe del suo poeta e maestro: « Laudato sii mio Signore ..... »il Cantico del Sole e di tutte le creature.[80]
[79]
JOERGENSEN, Saint François d'Assise etc., p. 210.
[80]
Questi pensieri vengono suggeriti al pio visitatore anche da un ricordo in bronzo, un piccolo bassorilievo del prof. Rossignoli d'Assisi (Ý 1920), quivi collocato recentemente, e rappresentante S. Francesco, il quale forse qui presso cantò la prima volta il suo ispirato Cantico del Sole. In faccia al bassorilievo è una lapide su cui è scolpita questa sublime poesia. La lapide ha per titolo: « Canticum Fratris Solis seu Laudes creaturarum quas fecit beatus Franciscus ad laudem et honorem Dei cum esset infirmus apud Sanctum Damianum ». Ex Codice Assisiensi 338. Molto opportunamente è mantenuto alla celebre poesia il titolo di Cantico del Sole, per la ragione che si legge nello Speculum Perfectionis: « .... quia considerabat et dicebat (Sanctus Franciscus) quod sol est pulchrior aliis creaturis et magis Deo assimilari potest .... ideo, ponens nomen illis laudibus quas fecit de Creaturis Dei quando scilicet Dominus certificavit eum de regno suo, vocavit eas Canticum Fratris Solis ». Dal medesimo Codice 338 « il quale è indiscutibilmente anteriore al 1250 ». Cfr. Miscellanea Francescana, vol. VI, pp. 44-50.
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LA BIBLIOGRAFIA |
[83]
WADDINGO, Annales, ann. 1238, n. 14.
[84]
« Per cratem ferream, per quam Moniales comunionem accipiunt vel officium audiunt, nemo loquatur ». WADDINGO, Annales, ann. 1219, n. 46. La misura di questa finestra è di metri 1,20 x 0,70, cui corrisponde la misura della grata trasportata e conservata per il medesimo uso nel monastero urbano di S. Chiara.
[85]
CELANO, Vita Prima, secundum opus, c. X, ediz. Aimoni, p. 224.
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