P. Benvenuto BAZZOCCHINI O.F.M.San Damiano in Assisi. |
Pier cominciò senz'oro e senza argento « Questa è quella chiesa alla cui riparazione attese Francesco con mirabile ardore ..., questa è quella chiesa in cui egli pregò e udì il comando a lui diretto dall'alto della croce: Va', Francesco, ripara la mia casa, la quale, come vedi, va in rovina. In questo refugio solitario si chiuse la vergine Chiara per serbarsi degna del suo Sposo celeste ... e qui colomba dalle ali d'argento nidificò, come in un cavo romito, generando a Cristo una nidiata di sacre vergini, dando così principio all'Ordine delle Povere Dame .... In questo sacro ergastolo, chiusa essa per quarant'anni, spezzò colle discipline l'alabastro del suo corpo, donde uscì quel sacro profumo, la cui fragranza si sparse in breve per tutta la Chiesa .... ».[1] Evidentemente, l'importanza di questo convento esula dai ristretti confini che può stabilirsi un modesto lavoro di Cronaca, quale vuol essere il nostro; giacchè S. Damiano è - storicamente parlando - il primo convento dell'Ordine francescano, del quale il suo fondatore ha, non soltanto per modo di dire, gettato le fondamenta; è la casa, il focolare, l'officina di santità di quella gran donna del medio evo che fu S. Chiara; ed è insieme e soprattutto il luogo dove ebbe ispirazione ed origine la provvidenziale opera di restaurazione morale e sociale computa da colui, che fu chiamato il Poverello d'Assisi ed è invece uno dei più meravigliosi uomini che siano apparsi in Italia mai, uno dei grandi santi della Chiesa. Inoltre l'importanza di S. Damiano è accresciuta dal fatto che questo convento si conserva in uno stato quasi primitivo e, sostanzialmente, non ha subìto alcuna trasformazione: il pellegrino che viene a visitare Assisi guarda meravigliato i frequenti e grandiosi monumenti che fanno di questa città una vera acropoli serafica, e si allontana pensoso e commosso da S. Damiano, come se avesse scoperto fra quelle antiche mura la faccia di madonna Povertà, tanto amata da S. Francesco.
[1]
CELANO, Legenda Sanctae Clarae Virginis, Ediz. Pennacchi, Assisi, 1910, pp. 15-16.
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[2]
ANTONIO CRISTOFANI, Storia della Chiesa e Chiostro di S. Damiano, Assisi, Tip. Sensi, 1882, p. 10.
[3]
Il documento accennato dal Cristofani (Storia della Chiesa e Chiostro di S. Damiano, Assisi, Tip. Sensi, 1882, p. 12) è integralmente pubblicato da Mons. A. TINI nella Miscellanea Francescana, ann. XIV, fasc. II, p. 33.
[4]
A. TINI, Miscellanea Francescana, ann. XIV, fasc. II, pp. 36-37.
[5]
CELANO, Vita Prima, ediz. Aimoni, c. IV, n. 8.
[6]
A. TINI, Miscellanea Francescana, ann. XIV, fasc. II, p. 34.
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[14]
Volendosi eseguire ultimamente (1920) un felice disegno di altare antico, si pensò di far scomparire l'irregolarità del pavimento abbassando il piano sotto il presbiterio; ma con ciò si è reso anche più sensibile il dislivello colla porta della chiesa e la facciata.
[15]
ANTONIO CRISTOFANI, Storia della Chiesa e Chiostro di S. Damiano, Assisi, Tip. Sensi, 1882, cap. VIII, pp. 47 e seg.
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LA STORIA - I
LA STORIA - III LA DESCRIZIONE - I LA DESCRIZIONE - II LA DESCRIZIONE - III LA BIBLIOGRAFIA |
[16]
CELANO, Vita Secunda, c. VIII, ediz. Aimoni, p. 26; Legenda Trium Sociorum, c. VII, p. 42.
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LA STORIA - I
LA STORIA - III LA DESCRIZIONE - I LA DESCRIZIONE - II LA DESCRIZIONE - III LA BIBLIOGRAFIA |
[17]
« L'anno 1728 considerando il P. Costanzo da Marsciano, Ministro Provinciale, che il campanile che era situato sopra l'arco di questa chiesa, dov'è l'altar maggiore, minacciava di cadere per esser la muraglia, che fa da base a detto campanile, fradicia dalle ingiurie del tempo, e che avrebbe senza dubbio precipitato la volta della chiesa e dell'oratorio di S. Chiara, perciò determinò che si riedificasse di nuovo il campanile sopra il muro principale dell'oratorio, appoggiato al convento, come fu eseguito nelI'ottobre e novembre di detto anno ». Cronaca del Convento di S. Damiano, fol. 44, tergo, e 45. La Cronaca vuol dire che il campanile non si trova più sopra la facciata antica, ma da un lato della chiesa.
[18]
Un indizio di porticato sul dinanzi della chiesa di S. Damiano si ha nell'affresco giottesco che si vede in fondo alla stessa chiesa presso la finestra detta del danaro, della quale si parlerà in seguito. Dati certi però sulla forma e dimensioni di questa parte dell'edificio antico non esistono veramente; esistono tuttavia altri indizi, che - a nostro avviso - hanno la loro importanza: 1° le irregolarità altrimenti inesplicabili della parte anteriore della chiesa; 2° la stessa finestra del danaro, la quale - considerata la sua posizione quasi appartata e la poca elevazione dal pavimento (m. 1,70) - non pare fosse fatta per dar luce alla chiesa ma piuttosto per riceverne: ciò che potrebbe indicare che questa finestra rispondesse sur un ambiente aperto, o molto illuminato, quale poteva essere un pronao o porticato; 3° il muro esterno, al quale sono appoggiate le costruzioni fiancheggianti il lato destro della chiesa (Cappella di S. Girolamo e del Crocifisso), la cui linea primitiva è facilmente riconoscibile dall'esterno, malgrado le sovrapposizioni, e corrisponde all'altezza di metri 3.50 dal livello della chiesa, che poteva essere il limite del nominato pronao o porticato.
La finestra del danaro è storica, per essere ricordata da quasi tutti i primi biografi di S. Francesco, segnatamente dal Celano e nei Tres Socii; e secondo la tradizione rispondeva nell'interno della casa, dove abitava il sacerdote trovato da S. Francesco alla custodia del Santuario. Di questa finestra e delle attigue costruzioni si parlerà ancora più innanzi.
[19]
A. TINI, La culla delle Damianite e Guido Vescovo, vedi Miscellanea Francescana, ann. XIV, fasc. II, pp. 33-37.
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