Gli Acquaviva d'Aragona: da castello a dimora signorile
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Nessuna notizia si ha su eventuali interventi effettuati in epoca angioina mentre nel
corso del XIV e del XV secolo si riscontra nel paese una fitta successione di
feudatari, con permanenze di uno stesso signore nel castello che in genere non
vanno oltre tre o quattro anni. Una particolare influenza è esercitata dalla
Famiglia Del Balzo, il cui stemma viene apposto sull'originario portale di ingresso a Nord Ovest.
Maggiore documentazione esiste invece in merito agli
interventi effettuati tra la fine del XIV secolo e tutto il XV secolo, periodo
a cui è possibile attribuire una nuova sostanziale opera di trasformazione del
castello in residenza signorile.
Dopo la grande distruzione del Castello e dell'intero paese avvenuta nel
1495 ad opera di Iacopo Piccinino nel corso della guerra tra Carlo VIII, Re di
Francia, e Alfonso II d'Aragona (le cronache ed i documenti del tempo descrivono il
castello diroccato, "… le mura … quasi tucte per terra … et lo castello di quella
terra se tene per casa piana ..."). Giovanna d'Aragona, prima, e gli Acquaviva d'Aragona,
poi, avviano la fase di ricostruzione e ampliamento del complesso.
Con Andrea Matteo ha inizio infatti un dominio su Acquaviva
della Famiglia Acquaviva d'Aragona che durerà per tutto il XVI secolo,
caratterizzato da un impegnativo programma edilizio. Nel 1529, ad esempio,
Giovanni Antonio Donato Acquaviva avvia i lavori della nuova cattedrale mentre
quattro anni prima, a sue spese, aveva già sostenuto la costruzione del nuovo
convento di Santa Maria.
Sicuramente consistenti sono dunque le trasformazioni avute
dal castello sino alla fine di questo secolo come è possibile dedurre dalle
descrizioni contenute in due perizie effettuate nel 1611 e nel 1612 per una
stima generale del feudo di Acquaviva voluta dall'ultimo feudatario della
famiglia, Giosia d'Acquaviva, costretto a vendere le sue proprietà per
ripianare i forti debiti contratti dai suoi predecessori.
Viene completamente ristrutturata la sala al primo
piano dell'ala nord, realizzando una pregevole copertura con peducci ancora
visibile, la cui conformazione presenta analogie con la coeva copertura
realizzata nella Torre De Rossi nel Castello di Gioia del Colle;
viene ampliato l'intero corpo a sud con la realizzazione della grande sala con
volta a teste di padiglione illuminata dalle tre nuove finestre di chiara fattura
cinquecentesca; e viene costruita la cappella del palazzo nell'angolo sud-ovest. |