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L'ARCHITETTURA ROMANICA

Durante I'XI secolo, nuovi ideali sociali pervadono tutta l'Europa occidentale, interessata da una forte ripresa economica e demografica; crescono il commercio e l'economia monetaria, si moltiplicano le fiere ed i mercati; all'interno del sistema feudale emergono nuove forze, come le città, che mettono definitivamente in crisi la chiusa economia delle "curtis ". La ripresa economica produce anche una rifioritura culturale che nel campo religioso si accompagna ad un forte movimento di riforma, in lotta contro le ingerenze imperiali nella nomina dei vescovi e dello stesso papa. Dai "Dictatus papae " di Gregorio VII (1075), documento che rivendica al pontefice la supremazia sull'imperatore stesso, la lotta per le Investiture diventa sempre più accanita, fino a concludersi nel 1122 con il Concordato di Worms. Con il termine "Romanico ", dal latino medievale "romanicus ", viene designata l'arte figurativa europea dei secoli XI e XII, sottolineando il suo carattere di riscoperta dell'arte romano-classica nei suoi valori di razionalità, pur nel contesto di un'assoluta ispirazione religiosa. Sono gli storiografi romantici dell'800 a rivalutare criticamente l'arte medioevale, accomunando inoltre, col termine "romanico" il concetto del fiorire di un'arte nuova e quello del sorgere delle letterature volgari. Significativo è che, in epoca romanica, l'architettura diventa l'espressione artistica predominante, a cui si subordinano strettamente le altre manifestazioni figurative. Ripercorrendo le condizioni del tempo, si può facilmente comprendere il fenomeno; nella città, la cattedrale assurge un pò al simbolo dell'unità comunale, quasi un punto di riferimento che convoglia in sé le nuove forze economiche e sociali e le loro istituzioni. Si pone dunque la necessità di rivoluzionare il sistema dell'antica basilica paleocristiana, per adattarla alle nuove funzioni dell'emergente chiesa. Nascono soluzioni costruttive del tutto originali, atte a realizzare la sostituzione delle strutture a capriate lignee, con volte in muratura. Questo progetto comporta una radicale modifica della struttura che diventa compatta e solida, impianta su pilastri quadrati o compositi, con poche finestre, che si restringono quasi a feritorie, mettendo in risalto lo spessore delle mura ed elementi di dettaglio che articolano plasticamente le pareti (lesene ed archetti pensili, arcate cieche sulle pareti esterne ed interne, nicchie ed archetti sulle absidi). La qualificazione dell'organismo architettonico romanico si ha quando l'intero edificio viene coperto con volte che realizzano una totale continuità muraria; la stabilità delle volte della navata centrale è ottenuta mediante l'uso di controspinte operate dalle navate minori alle quali si aggiungono il peso dei muri, dei pilastri e dei contrafforti che fungono da forze equilibratrici. Le spinte della nave alta vengono scaricate su di una base più ampia, che consta di strutture resistenti trasversali, e sviluppando tale concetto, s'introducono archi trasversali, longitudinali e diagonali, risalti, semicolonne e colonne dei pilieri che formano il «sistema a baldacchino». Questi elementi saranno poi argomenti propri delle problematiche gotiche, ma per il momento la stabilità delle costruzioni romaniche è affidata alle mura pesanti, superfici massicce dall'esuberanza degli spessori e alla continuità dei muri perimetrali. La copertura a volta, in base al funzionamento statico delle fabbriche ed al problema dell'illuminazione della parte ampia, determina tre soluzioni tipologiche; - navata principale più alta delle laterali ed illuminata direttamente; - tre navate della stessa altezza che si equilibrano a vicenda, con la luce proveniente dalle pareti perimetrali; - matronei sovrapposti che hanno circa la stessa altezza della navata centrale, o navata centrale più alta e direttamente illuminata. Un'altra tipologia di chiesa è quella a navata unica, con struttura a capriata o soffitto piano; costruzioni simili si trovano nel tardo XII secolo, in alcune regioni della Germania, Francia settentrionale, Normandia, Inghilterra e nell'Italia centro-meridionale. Gli architetti romanici non amano l'uso dei colori, dei mosaici e dei materiali preziosi; prediligono le superfici grezze, animate da fregi, arcate e sculture soprattutto intorno ai portali ed ai capitelli, ed è grazie all'uso della scultura in architettura che, nelle costruzioni romaniche, si fondono armonicamente regolarità geometrica e libertà, sobrietà e ricchezza. La scultura romanica dà una rappresentazione del reale in cui si alternano gli esseri viventi, uomini e animali e gli elementi naturali, ma allo stesso tempo vuole evincersi dalla realtà, caricandosi di significati simbolici, suggeriti dalle concezioni teologiche del tempo; il realismo si manifesta solo nella scultura, ma riguarda il contenuto e non la forma. L'arte romanica è basata su presupposti estetici, subordinata a regole aritmetiche e geometriche che si basano sulla proporzione, sistemi metrici e forme ben definite; è un'arte enciclopedica « poiché ogni cosa è in Dio, essa non si nega a nulla. Coglie tutto quanto dall'uomo, da ciò che ha di apparentemente basso fino alla sua estasi, fino alle sue visioni » (Focillon); è un'arte realistica, ma alterando la realtà diviene un'arte simbolica.


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