Raccolta di documenti
Documento - 2 -
1730, giugno 13 Ruvo
I Domenicani chiedono al vescovo Bartolomeo Gambadoro, ottenendone il rifiuto,
l'acqua benedetta per benedire l'Oratorio o Chiesa provvisoria eretto dai
padri in attesa della conclusione dei lavori di edificazione della nuova
chiesa.
Originale: SAST, Notaio Giuseppe Simia, prot. 405, f. 638v-639v.
Pro venerabili conventu S.ti Dominici civitatis Ruborum cum episcopo Gambadoro
civitatis praedictae. Ut infra.
In Dei nomine. Amen
Anno a Nativitate Domini Nostri Jesu Christi millesimo septingentesimo trigesimo,
indictione octava, die vero trigesima, mensis junii, Rubi, sede pontificia
vacante. Nos Joseph Simia Rubensis, publicus apostolicus notarus ac judex
ordinarius, matriculatus et adscriptus in alme urbis archivio, Franciscus
Xaverius Simia, et Joseph Berardinus Berardi testes de supradicta civitate
lecterati et specialiter rogato fatemur. Quod hodie praedicta die a richiesta
fattaci dal R.P. Lettore Fra' Arcangelo Maggialetta Vicario in capite del
Venerabile Convento di S. Domenico di questa predetta Città di Ruvo,
ed'altri R.R.P.P. de familia del medemo Venerabile Convento, ci siamo conferiti
sopra questo Palazzo Vescovile in dove gionti avemo ritrovato l'Ill.mo e
R.mo Signor D. Bartolomeo Gamba d'Oro Vescovo di questa anzidetta Città;
nelle proprie mani del quale è stata consignata supplica del tenore,
che si descrive.
All'Ill.mo, e R.mo Monsignor Gamba d'Oro Vescovo di Ruvo. Il P. Vicario
in capite, e P.P. del Convento del S.mo Rosario dell'Ordine de Predicatori
della medema Città supplicando espongono a V.S. Ill.ma, come ritrovandosi
demolita la lor Chiesa per le rovine, che minacciava, e per reedificarla,
si sono ridotti a tenere il Venerabile in luogo tanto indecente, che li
rende in abili a celebrare i Santi Sagrifizij, stando nell'aperta campagna
esposta all'inchlemenza de tempi, e sotto il pericolo d'altre iminenti rovine;
per lo che a riparare questo inconvenienti, anno accomodato un pubblico
Oratorio, o sia Chiesa pro interim in un ala del chiostro, attaccata al
muro benedetto da V.S. Ill.ma nell'imposizione della prima pietra per la
nuova chiesa da costruirsi.
Intanto necessitandoli l'acqua benedetta da V.s. Ill.ma per poter loro,
in virtù de loro privilegi, benedire detto luogo, e rimetterci il
Venerabile, supplicando concedrla. Ut Deus. Quale supplica lettasi dal suddetto
Ill.mo Prelato, per lo medemo si è replicato sotto detta supplica
del modo che siegue. Con molto suo dispiacimento non si puote condiscendere
alla richiesta acqua benedetta per l'allegato intento di benedire l'asserta
Chiesa, o sia Oratorio, a causa la costruzzione del medessimo non è
sortita secondo la disposizione del Sagro concilio di Trento, Pontificale,
e Rituale Romano, ma contro il disposto de medessimi, e daltre constituzioni
apostoliche, come si farà vedere alla Santa Sede, quando vi fusse
di bisogno; che però nè ricorrano all medessima Santa Sede
che dalla medema, per la suprema Autorità che l'assiste, ne potranno
ottenere il benigno beneplacito, che non ostante fusse sortita, come di
sopra essa fabrica da potersi benedire ad uso di Chiesa; ed in tal caso
da esso Ill.mo Monsignor Vescovo si darà con tutta prontezza la richiesta
acqua benedetta; ed in tal forma si possa in appresso da fedeli celebrarsi
ed ascoltarsi la S. Messa senza colpa ver'una. E per quello si dice per
la riverenza del Sagramento, quando nel luogo attuale non stasse colla dovuta
riverenza, si potrebbe accomodare nelle Cappelle dell'anticha Chiesa, come
si determinò colla B.A. del P. Giusto Pellegrino Predicatore Generale
e Priore d'esso Convento nel tempo, che si benedisse la prima pietra della
Chiesa Nuova da esso Ill.mo Prelato. Et ita respondit. Qua propter nos fuimus
invitati per supradictum r.p. vicarium in capite ut de his omnibus per publicum,
seu publica conficere deberemus actum, vel acta. Nos autem unde et in fidem.
Ego apostolicus notarus Joseph Simia Rubensis stipulavi.
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