Jean Baptiste RONDELETCostruzione in pietre da taglio |
I TIPI DI APPARECCHIATURA I PRINCIPI DELL'APPARECCHIATURA - I I PRINCIPI DELL'APPARECCHIATURA - II LA POSATURA - I
LA POSATURA - III |
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Non si può vedere senza maravigliarsi fortemente, che l'Architetto Patte in una sua opera intitolata «Memorie sugli oggetti più importanti dell'Architettura» pubblicata nel 1796, citi senza criticare e proponga ad esempio questa maniera di tagliare e porre in opera le pietre, adoperata allora nelle grandi costruzioni che si facevano a Parigi, e specialmente in quelle della nuova chiesa di santa Genoveffa. Ecco come si esprime:
"L'operaio tagliando la sua pietra secondo le dimensioni tracciate dal preparatore lascia non solo qualche tacca sulla parete esterna, ma ha cura inoltre di praticare sopra i margini di ciascheduna faccia quattro o cinque pollici di cuscinetto, marcato p, p, p, (Figure 6, 7 ed 8 della Tavola XIII), e di fare sul rimanente della superficie un piccolo incavamento marcato r, r, r, di tre o quattro linee, destinato a ricevere la malta di calce: ha pure l'attenzione di tagliare un altro cuscinetto, segnato d, d, Figura 6, tre o quattr pollici largo, sopra il lembo interno della commessura verticale della parete, e di lasciar rozzo il rimanente. Di più gli è raccomandato di tener l'angolo della sua pietra, che deve formare la giuntura verticale, piuttosto magro che grasso, onde avere una linea o due da togliersi sul luogo. Così preparata una pietra, è in caso di esser messa sulla sua corsìa. A questo effetto gli operai cominciano a mettere delle biette di quercia C (Figura 6, Tavola XV) circa due linee grosse sul cuscinetto delle pietre della corsìa inferiore che la deve ricevere; fanno corrispondere queste biette ai diversi angoli della pietra in quistione, evitando nondimeno di collocarle troppo presso agli spigoli perchè non li facciano rompere all'atto dell'assettamento; quindi gli operai pongono tal pietra sulla corsìa inferiore e la pongono a contatto e ben a livello coll'ajuto delle tacche: dopo averla accostata a quella che le è vicina onde gli angoli si tocchino, compiono la commessura verticale sul luogo, per renderla impercettibile, con una sega a mno, ed acqua e gres. Dopo tale operazione gli operai introducono delle filacce fra il margine della commessura dello strato e della parete e le fanno entrare di forza, e perchè sia ritenuta la malta che deve essere colata fra queste pietre, versano per le commessure superiori delle pietre acqua con calce sciolta onde bene adacquarle e impedire che assorbano troppo presto l'acqua della malta, il che nuocerebbe alla sua azione sulle pietre, nei pori delle quali non deve incorporarsi che a poco a poco. Infine colano la malta tanto dalle commessure verticali come per le orizzontali interne, e perchè lo spazio fra ciascuna commessura orizzontale sia empiuto quanto lo può essere ed egualmente, si servono a tale effetto di una specie di seghetta (Figura 7, Tavola XV), curvata verso il manico, la quale ha dei denti tagliati in modo da far avanzare la malta e stenderla in pari tempo senza però trarla seco nel tirarla fuori. Dopo di ciò non si fa che levar le filacce dalle commessure quando si pensa che la malta abbia acquistata consistenza e non si teme più che possa scorrer fuori." Da questo modo di operare con tutte le precauzioni indicate risulta che le commessure del mezzo essendo quattro o cinque volte più larghe che quelle dei margini sono suscettibili di un assettamento maggiore, e tolgonsi al peso il quale cade tutto non sull'intera superficie dei lembi ma soltanto su quella che corrisponde alle biette, come abbiamo già osservato. |
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Debbo qui dichiarare che io non ho contribuito per nulla a tali costruzioni viziose, già fatte gran tempo prima che io fossi incaricato di dirigere i lavori di questo edificio. In tutte le parti confidate specialmente alle mie cure in quanto alla sorveglianza ed alla direzione, per evitare questi difetti e gli accidenti che ne risultano, ho fatto posare le pietre sulla malta di calce e batterle colla mazzeranga per farle poggiare egualmente dappertutto senza incavatura di sedimenti, come si vede appunto nella Figura 4 della Tavola XV.
[3]
Non si osserva alcun accidente pericoloso in quelle parti del muro esteriore della chiesa di santa Genoveffa, che sono state nondimeno costrutte nella stessa maniera dei piloni fino all'altezza dell'astragalo delle colonne del portico, perchè la superficie delle biette, indipendentemente dal riempimento delle giunture esterne, è più che bastante per sostenere il peso che vi corrisponde. Ma nel luogo delle torri, che avevano una doppia altezza, e nelle parti che avvicinano la cupola, sulle quali si è portata una parte del peso di essa, sono avvenute fenditure proporzionate al peso sostenuto dalle biette. Questi effetti non possono più aver conseguenze dietro i riempimenti fatti in buone costruzioni di pietre messe in opera senza biette.
Non si sono empiute di latte di calce che le giunture verticali; e quando è stato assolutamente necessario servirsi di biette per regolarizzare la grossezza delle commessure esterne si sono adoperate di piombo, le quali hanno la proprietà, allorchè cedono sotto il peso, di trasmettere alle circostanti superficie lo sforzo che le comprime. In tal modo si è costrutto il tamburo della cupola dal vertice dei pennacchi, e si è conservato intatto malgrado l'ineguale assettamento dei piloni. |
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