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Architettura > Arte di edificare > Trattato teorico e pratico dell'arte di edificare
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Jean Baptiste RONDELET

Costruzione in pietre da taglio

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Trascrizione, impaginazione e link: M. Mastrorilli, 2001 -


Maniera di posare le pietre di taglio per formare solide costruzioni.

Quando si tratterà di muri o piediritti formati di pietre di taglio disposte per ordini di corsìe orizzontale, converrà prima di procedere alla posatura verificare se le commessure e specialmente i sedimenti sieno bene appianati. Si conoscerà se una pietra è storta applicandovi sopra un regolo ben retto da un angolo all'altro della superficie di una delle sue faccie o sedimenti, cioè da 2 a 4, Figura 1, Tavola XV, e da 1 in 3. Se il regolo poggia per tutta la sua estensione senza lasciar fessura è una prova che la pietra è bene appianata e diritta. Se all'incontro, posando il regolo da 1 in 3, si trova che la superficie è incavata, cioè che il regolo lascia una fessura nel mezzo in c, mentre posandolo nell'altro senso, da 2 a 4, sembra rotonda in guisa che il punto c sia troppo elevato rapporto ai punti 2 e 4, è una prova che la pietra è storta e che non potrà poggiare se non sopra tre de' suoi angoli, quando la superficie sia quadrata o rettangolare. Questo effetto succede benchè le linee 1 2, 2 3, 3 4, e 4 1 sieno rette, e che il regolo tocchi dappertutto quando si poggia da 5 in 6 e da 7 in 8 nel mezzo, e paralellamente ai lati; il che avviene dall'essere le linee opposte 2 3, 1 4 in un piano geometrico diverso da quello delle linee 1 2, 3 4; in modo che se si osserva questa superficie, mettendo l'occhio a livello di una di queste linee come 2 3, l'altra opposta sembrerà incrociare la prima ed avere una delle sue estremità più alta, e l'altra più bassa.


Il tagliapietre per evitare questo difetto comincia dal rettificare uno dei margini della pietra ove vuol fare il sedimento, come m n, Figura 2, sul quale poggia un regolo e con un altro messo sul margine della faccia opposta in c d, traccia una linea dopo avere accomodato questo regolo in modo che il suo spigolo superiore sembri concordare in tutta la sua lunghezza con quello del regolo opposto, senza incrociarsi, mirandoli dal punto g, cioè guardandoli con un occhio solo da questo punto, ad una certa distanza dal regolo c d. Dopo aver rettificato questo secondo lato, traccia le due altre linee c m, d n, e termina il sedimento o la parete scalpellando la pietra a regolo da un lato all'altro.
Quando i sedimenti delle pietre sono ben fatti, posti gli uni sopra gli altri, combaciano esattamente per tutta la loro estensione, salve le picciole ineguaglianze dei colpi di martello a punta, quando non sono state levate con uno stromento a taglio retto.
V'ha tutta la ragione di credere che gli antichi costruttori per correggere queste piccole ineguaglianze e gli altri difetti di esecuzione compiessero di appianare i sedimenti delle pietre collo strofinare una sull'altra con acqua e sabbione, od altra polvere analoga alla natura del gres.


Per fare costruzioni solide e durevoli conviene non solo che i sedimenti e le commessure sieno ben diritti e piani, ma è anche necessario che formino angoli retti colle pareti, onde le pietre possano trovarsi a piombo quando sono posate a livello sui loro sedimenti. Ma siccome è quasi impossibile che posando le pietre immediatamente le une sulle altre senza biette, le pareti esterne si trovino sempre ben fatte abbastanza onde formare una superficie come deve essere, è necessario non fare altro che digrossare le pareti lasciandovi la pietra bastante per compiere di tagliarla sul posto.
Preparate le pietre di taglio nel modo che abbiamo spiegato, ecco come si dovrà procedere nel posarle: si comincierà dallo spazzare bene a livello il sedimento o la superficie su cui devono posarsi le pietre; quindi si metteranno a posto ignude onde verificare colla squadra, col piombo ed il livello, se in questa posizione la parete, le commessure e i sedimenti sono disposti come debbono essere, e se il di più lasciato per ritagliare la parete sul luogo è sufficiente. Nel caso in cui si trovasse troppo debole, converrà avanzare la pietra e tracciarvi sopra una linea che indichi tale avanzamento.


Si rialzerà questa pietra, e dopo aver ben nettato ed irrorato il fondo di essa e il sedimento, si stenderà uno strato di malta fluida fatta con sabbia finissima; quindi si sovrapporrà la pietra nella situazione già sperimentata, e si batterà con una mazzapica di legno mediocremente grossa onde assettare la pietra e far uscire la malta superflua. È necessario che nella sabbia non si trovi veruna pietruzza o ghiaja che possa impedire l'unione delle pietre, perchè il più minuto ciottolo resistente sarebbe capace di far screpolare le pietre e di produrre gli stessi effetti che le biette delle quali abbiamo notati gli inconvenienti; perciò bisogna preferire la sabbia dolce ed argillosa e quella di fiume, ma si può anche far uso di polvere di pietra tenera passata per lo staccio.
Se trattasi di costruzioni nell'acqua o destinate a contenerne, si farà uso di pozzolana, di tegole peste o d'altre materie di questo genere delle quali si è parlato nel Capo III, Sezione Prima del Primo Libro.
Questa maniera di posare le pietre deve specialmente impiegarsi per lavori di tale specie, perchè nei letti e nelle commessure non lascia verun voto onde vi possa penetrar l'acqua.


Per facilitare la posatura delle pietre sulla malta, dopo che essa si è stesa sulla pietra, puonsi mettere delle biette di legno ai quattro angoli per rovesciarvi sopra la pietra. Si levano poscia, quando la pietra è a filo per lasciarla sulla malta e batterla onde poggi egualmente in ogni punto, come si è più sopra spiegato.
Quando gli operai avranno famigliare questo metodo, vedranno come è più spedito e meno complicato che quello di posare sulle biette ed introdurre la malta, il quale dovrebbe essere bandito da ogni pubblica costruzione.
Tale maniera di edificare in pietra di taglio riunisce tutti i vantaggi di quella degli antichi, e dei moderni; non soggiace a verun abbassamento perchè battendo le pietre non rimane altra malta che per empiere le ineguaglianze dei sedimenti, e nelle esuberanze poggiano immediatamente le une sulle altre. Nondimeno la poca malta che rimane basta per unirle insieme con una forza che è più del doppio del loro peso, come io ho sperimentato facendo in questo modo combaciare due pietre lunghe metri 1 1/2 (pidei 4, pollici 8) sopra uno di larghezza (piedi 3 e 1 pollice), ed un mezzo metro, (pollici 16 1/2) di altezza. Questa aderenza della malta aumenta d'assai la stabilità delle pietre, indipendentemente dalla loro forma e dal loro peso; in guisa che una costruzione in pietre di mediocre grandezza diviene solida al pari di quella ove gli antichi impiegavano pietre di enorme grandezza posate senza malta.


Vi sono stati buoni costruttori che invece d'incavare i letti delle pietre hanno formato lungo le pareti certe ugnature larghe 3 o 4 pollici sopra una linea circa d'inclinazione esterna, come si vedono rappresentate dalle Figure 9 e 10 della Tavola XIII; ma questo mezzo diviene inutile se non si fa uso di biette e se i sedimenti sono ben retti ed appianati.
Le Figure 11, 12, 13 e 14 rappresentano pietre di antichi tempj di Sicilia colle faccie appianate a martello. Le incavature a ferro di cavallo vi sono state fatte per le corde che servivano ad elevarle e metterle in sito.
Il foro quadrato che vedesi al centro del tronco di colonna indicato dalla Figura 13, sembra essere stato fatto per piantarvi un cubo di legno ed un asse di ferro onde ruotarlo, o un dado di pietra per riunire i cilindri delle colonne.


Per fare conoscere quante precauzioni prendessero gli antichi costruttori per congiugnere la solidità alla purezza dell'esecuzione, si è rappresentato nella Tavola XVI il basamento di un tempio dell'antica città di Segesto in Sicilia, che non sembra essere stato compiuto. La Figura 3, esattamente rilevata e misurata sui luoghi, presenta tre ordini di gradini alti diversamente e formanti insieme l'elevazione del piano del tempio, ed un quarto che serve di zoccolo alle colonne. Ogni gradino è composto di pietra di una stessa grandezza, apparecchiate regolarmente, in modo che se ne trovano due sotto ogni colonna e due negl'intervalli. Ogni pietra ha nel mezzo della parete esterna certe bozze che sembrano aver servito ad elevarle e metterle immediatamente a sito senza che le corde vi mettessero ostacolo Queste bozze hanno 10 pollici di larghezza (27 centimetri), sopra 9 pollici altezza, (centimetri 24), e pollici 2 1/2 a 3 1/2, od 1 decimetro di rilievo.
Sul margine inferiore della facciata di tali pietre si è fatta un'incavatura di 8 in 9 linee (centimetri 2), ed alta pollici 1 1/2 (centimetri 4) per indicare il vero piano della parete; e per preservare gli angoli da ogni rottura si è prolungato l'incavo fino allo spigolo verticale, ma si è salavat all'angolo una massa di circa 2 pollici, o 5 centimetri.
Nell'angolo rientrante di questi gradini lungo le faccie superiori si è praticato un canale o un incavo orizzontale profondo 9 linee (centimetri 2), sopra 3 pollici di larghezza (centimetri 8), il cui fondo tende a determinare il di sopra del gradino inferiore, ed il margine rialzato fissa il davanti del gradino superficie.


Questa disposizione fa vedere che prima di posare i gradini superiori rettificavano il di sopra di quello che era a sito, segnando l'innalzamento di quello che lo doveva seguire; e per fissarlo in modo invariabile sviluppano nella massa l'origine del gradino superiore. Da questo processo risultano due altri vantaggi; il primo che la commessura inferiore si trova elevata in modo che l'acqua non vi si può introdurre, e forma una specie di scolo; l'altro che lo spigolo rientrante era indicato in un modo più netto e sicuro essendo molto più facile lo incavare l'angolo in questo modo che nel tempo del pulimento.
Nella parte superiore delle pietre formanti lo zoccolo innanzi alle colonne, si osservano eguali incavature fatte per erigere le colonne e per determinare il piano della loro circonferenza alla base, come pure il di sopra e il davanti delle parti apparenti dello zoccolo. Questi incavi formano ai quattro angoli altrettanti triangoli a base circolare.
Sembra da qualche avanzo del tempio di Giunone Lucina a Girgenti che vi si abbia adoperato lo stesso processo.