Jean Baptiste RONDELETCostruzione in pietre da taglio |
I TIPI DI APPARECCHIATURA I PRINCIPI DELL'APPARECCHIATURA - I I PRINCIPI DELL'APPARECCHIATURA - II
LA POSATURA - II LA POSATURA - III |
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Questo mezzo, che può sembrare soverchio per infinite circostanze, può ricevere un'utile applicazione nella costruzione dei fari ed altre opere marittime esposte alla incredibile violenza delle tempeste. Il faro d'Edistone (Tavola XIV, Figure 7, 8, 9, 10, ecc.) del quale abbiamo parlatonel primo Libro circa i graniti ond'è rivestito, fornisce un esempio assai rimarchevole ad appoggio di quest'asserzione. Il rapporto di tutti i lavori della sua costruzione forma un'opera magnifica pubblicata dall'Autore Smeaton, tradotta in Francese da M. Pictet di Ginevra, e l'estratto di essa trovasi in parte nella seconda Raccolta di Memorie pubblicate da M. Le Sage nel 1808.
"La roccia d'Edistone è la sommità dirupata di una montagna di granito nascosta sotto le acque dell'Oceano; la sua superficie inclinata s'innalza così poco sopra il livello di esso che due volte per giorno scompare sotto la marea. Altre punte meno elevate, che non si scoprono che nella bassa marea, la circondano formando scogli che ne rendono l'approdo difficile e periglioso; ma altre circostanze contribuiscono pure a respingere il più ardito navigante. La roccia è tagliata a picco per l'altezza di 85 piedi in tutta la sua circonferenza; il mare non è mai tranquillo in quei paraggi, e le onde battono contro questa specie di muro con una violenza che fa balzar l'acqua per trenta o per quaranta piedi. Per dare un'idea degli ostacoli che si opponevano all'impresa di Smeaton, basterà dire che nei mesi più placidi dell'anno, nei periodi più importanti del lavoro, nei quali i marinari e gli operai erano ansiosi d'approdare pel potente impulso di una mercede ad un tanto per ogni ora, Smeaton e tutta la sua ciurma sono stati talora dieci, dodici, quattordici, ed una volta perfino diciotto giorni all'ancora innanzi a questo formidabile scoglio, benchè il mare non fosse d'altronde molto agitato." Già due fari erano stati costrutti sopra questo scoglio, il primo, compiuto nel 1698, era del tutto sparito dopo la furiosa tempesta del 26 novembre 1703, il secondo costrutto in legno sopra un massiccio di murazione, fu divorato da un incendio dopo aver resistito per mezzo secolo. Smeaton, chiamato dalla sua fama a ristabilire un'opera divenuta ormai indispensabile, propose di ricostruirla in pietre e persistette nel suo progetto malgrado le difficoltà che doveva presentare l'esecuzione. Sembra che la lettura delle opere di Bèlidor gli abbiano suggerito l'idea di unire solidamente la base della torre del faro allo scoglio col mezzo di tacche a coda di rondine, come si è praticato pel pavimento della grande chiusa di Cherburgo. Questo stesso mezzo d'unione combinato ad un sistema d'apparecchio, fu quello ch'egli impiegò per formare un solo pezzo delle pietre che componevano ciascuno strato, il cui volume, avuto riguardo alle difficoltà del trasporto e della posatura non poteva eccedere 10 piedi cubici pel granito ed 11 per la pietra. Per collegare fra loro le corsìe adoperò cubi di marmo piantati fra strato e strato, ed assicurò pure la solidità di tutta la massa col mezzo di molti ramponi di ferro piombati. L'autore aveva anche pensato di formare ciascuna corsìa alla foggia delle articolazioni dei basalti, facendole alternativamente con una superficie concava ed una convessa che si combaciassero; ma preferì il mezzo che abbiamo indicato. Rendendo tutta la giustizia ai talenti superiori spiegati da quest'ingegnere in una impresa così difficile, non è però fuori di proposito osservare che non si può avere molta fiducia nella solidità di molte di queste unioni. Infatti si dura fatica a concepire che le pietre tagliate, che formano il nocciuolo della torre, abbiano potuto resistere senza rompersi al solo movimento impresso alla massa dalla violenza dei flutti durante la tempesta. Noi ignoriamo lo stato attuale di quest'opera importante, ma saremmo sorpresi nel vedere che queste parti troppo fragili non si fossero rotte, il che senza nuocere alla solidità dell'assieme proverebbe almeno l'insufficenza di questo mezzo. Del resto non si vede perchè l'imitazione delle articolazioni basaltiche nella forma delle corsìe, ciò che ha qualche rapporto coll'apparecchio che qui proponiamo pei massicci, siasi giudicata meno praticabile, specialmente se si considera che la perfezione del taglio era portata a tal punto che ciascuna corsìa sperimentata dapprima sulla spiaggia poteva in seguito essere collocata alla stessa maniera colla differenza di circa 1/40 di pollice. |
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