La bolla di Monroy

La cosiddetta bolla di Monroy è un documento - datato 1530 - conservato nell'archivio parrocchiale della Chiesa Matrice di Bitritto; esso è di grande importanza perchè, a parte il documento del 1070 inerente la chiesa di San Tommaso, è il primo che riporti notizie sulle chiese di Bitritto.
Tale "vuoto archivistico" è dovuto, probabilmente, all'imperversare della peste per bloccare la quale si usava bruciare - tra le altre cose - libri e carte vecchie in cui si riteneva che si annidassero i germi.
Se proprio la bolla fu risparmiata dal rogo, ciò è probabilmente dovuto all'importanza che, già in quei tempi, gli veniva attribuita.

La bolla, emanata nel 1530 da Pietro Monroy, vicario generale dell'arcivescovo di Bari Stefano Gabriele Merino, è rivolta a tutta la comunità, e allo stesso tempo, a ciascuno dei canonici, clerici e laici, della terra di Bitritto.
I Bitrittesi, infatti, sconvolti non solo dalla peste - che dall'anno prima infestava il paese - ma dalle continue guerre, si erano rivolti all'Arcivescovo di Bari, e per lui al vicario Monroy, inoltrandogli una supplica.
Essi chiedevano di unire la nuova chiesa che stavano costruendo (avevano fatto voto di erigere una chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli che li aveva più volte salvati dalla peste) all'antica chiesa matrice.
Quest'ultima, dedicata a Sant'Angelo, era situata fuori della terra di Bitritto, ed era divenuto pericoloso accedervi: durante quegli anni imperversava la guerra franco-spagnola e i paesi del territorio barese dovettero subire continui assedi, saccheggi e distruzioni.
La nuova chiesa, invece, situata dentro le mura, in prossimità del Castello, risultava più sicura e quindi più accessibile al culto dei cittadini.

La bolla del Monroy è in definitiva, non solo ci consegna uno spaccato delle condizioni di vita bitrittese alla metà del '500, ma ci consente di conoscere la data e le cause della fondazione dell'attuale chiesa matrice, nonchè - implicitamente - preziose informazioni sulla chiesa preesistente al Purgatorio.
Non sappiamo, è vero, quando la chiesa di San Giovanni fu costruita, ma nel 1530 essa esisteva già ed era ubicata all'interno delle mura, di fronte al castello, con la facciata rivolta a est, dov'era situata la via pubblica: in posizione privilegiata, dunque, che ne consentiva l'accesso agevole, per un verso, sicuro, dall'altro.

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