Genesi e fasi di accrescimento del casale e del castello 

Il nascere di nuovi centri abitati nel territorio pugliese è un fenomeno tipico fra il X e l'XI secolo, a causa del nuovo sviluppo economico e sociale dovuto al ripopolamento e all'espansione delle colture nelle campagne; questi centri sono "casali" (per lo più sorti intorno a chiese o monasteri isolati) e castra (o oppida), cioè piccoli centri fortificati cresciuti intorno a un castello o ad una torre.

E' questo anche il caso di Bitritto, sorta nei pressi della città di Bari, probabilmente in periodo bizantino o normanno ai fini di colonizzare il territorio, ma può darsi anche con funzioni militari difensive.

Si può osservare come nei documenti Bitritto viene menzionata con tre appellativi diversi proprio in relazione alla dinamica di accrescimento che l'ha caratterizzata:

- locus, quando ancora nella località non vi era nessun tipo di insediamento capace di far crescere intorno a sé un agglomerato urbano; probabilmente il territorio non era stato ancora colonizzato, e quindi risultava incolto: ciò gistificherebbe la parola vetus (sodaglia, terra incolta) che poi ha generato, secondo il Colella, il nome Vitritum;

- casale, denominazione assunta successivamente alla fondazione della chiesa di S. Tommaso Apostolo, intorno alla quale poté svilupparsi un insediamento capace di attirare ed organizzare la popolazione contadina sparsa nel territorio circostante. Si ritiene che alla data del 1082, anno in cui Bitritto viene menzionata come casale, i lavori di costruzione dell'abitato (il borgo) fossero appena iniziati;

- castrum, denominazione assunta durante la dominazione normanna, quando, verso la metà del XII secolo, la chiesa di S. Tommaso (intorno alla quale si era già sviluppato il casale) fu sostituita o inglobata in una costruzione militare. Deve quindi intendersi per castrum tanto il castello che il borgo fortificato.

Come si accennava all'inizio, tutti i documenti rintracciati sono quasi esclusivamente atti notarili riguardanti rivendicazioni di diritti sul casale o sul castrum da parte della mensa arcivescovile di Bari, e non contengono chiare indicazioni circa la consistenza del bene in oggetto: risulta evidente, quindi, quali difficoltà si sarebbero incontrate nel voler stabilire solo attraverso questi la dinamica di accrescimento del centro abitato.

Quanto sarà illustrato in seguito, con l'ausilio di descrizioni e ricostruzioni storiografiche, è emerso da una attenta lettura degli organismi edilizi appartenenti all'impianto più antico del casale che, si ritiene, costituiscano inconfutabili testimonianze del passato di Bitritto, per certi versi oscuro. In effetti, per coloro che hanno studiato la storia di Bitritto, il fatto che essa fosse in origine un casale e che fosse dotata di un sistema di mura di cinta, non è una novità, ma ormai tutti erano propensi a credere che di questo non fosse rimasta più traccia (a tal proposito va ricordato che nella Carta del Castelli, Torri ed Opere fortificate di Puglia, una vera e propria opera di censimento dei complessi monumentali a carattere militare, Bitritto risulta possedere un "castello", di epoca vagamente precisata, ed una "casa torre"); oggi invece scopriamo che esistono importanti resti della cinta muraria, che non solo confermano le notizie storiche in merito, ma addirittura hanno consentito di interpretare, attraverso una indagine tecnica, critica, comparativa, la fisionomia dell' "antico "casale" identificato nel settore Nord del borgo antico dove è stata approfondita la ricerca.

Per quanto riguarda il castello c'e da dire che la lettura dell'organismo edilizio ha sempre presentato molti punti a cui risultava difficile dare spiegazione con i metodi di ricerca tradizionali, a causa delle notevoli e numerose modifiche funzionali e strutturali subite nel tempo. Per l' individuazione del numero e della consistenza degli interventi che hanno determinato l' accrescimento del monumento è stata, quindi, introdotta una metodologia sperimentale che si avvale di una "indagine critica sulle murature", che attraverso la rilevazione di caratteristiche formali e dimensionali, ha permesso di definire su ciascuna di esse una serie di parametri, dal confronto dei quali è stato possibile determinare sei gruppi di appartenenza delle murature, corrispondenti a sei diverse fasi di costruzione:

- fase A : ca. 1 087 - 1210;

- fase A1: ca. 1210 - 1350;

- fase B: ca. 1350 - 1480;

- fase C: ca. 1480 - 1700;

- fase D: ca. 1700 - 1870;

- fase E : ca. 1870 - 1976.

 

 

Ipotesi sulla genesi. 

Un documento risalente al 1070, conservato negli archivi della Basilica di S. Nicola di Bari, ci dà notizia di una Chiesa intitolata a S. Tommaso Apostolo fatta costruire da un certo Basilio e da sua moglie Gaita, in loco Vitricto. Non è possibile definire a tutt'oggi il luogo in cui tale impianto fu realizzato, ma, scontata l' attendibilità di questo documento, è utile indicare alcune direzioni logiche di ricerca. Partendo da un esame su cosruzioni a carattere religioso realizzate intorno alla seconda metà del sec. XI nelle campagne della terra di Bari, tutte di chiara ispirazione bizantina, a navata unica con cupole in asse e abside, è possibile confrontare alcune caratteristiche architettoniche di questl edifici con quelle riscontrate in organismi edilizi appartenenti al "casale" di Bitritto che potrebbero risultare ad esse conformi.

Nell' ambito del borgo antico sono due i punti dove, a rigor di logica, potrebbe essere stata costruita la cappella: al posto del castello o al posto dell' attuale chiesetta di S. Antonio.

La prima ipotesi parte dalla considerazione che, essendo il castello l' edificio più antico del casale, potrebbe avere sostituito o inglobato in sé la cappella di San Tommaso. E' da notare che a piano terra tutte le cortine murarie appartenenti all' impianto più antico del castello hanno le stesse caratteristiche (compresi i parametri formali e dimensionali) tranne quella che fa da sfondo al fomice ogivale (nella foto) che dà nel cortile; per questa cortina muraria 1'indagine critica sulle murature ha fornito parametri in gran parte differenti da quelli riscontrati sulle altre. Inoltre a m 2,80 dal calpestio del cortile vi é una monofora che a prima vista potrebbe sembrare una saettiera atipica rispetto a quelle che si trovano nelle murature adiacenti: queste ultime hanno gli sguanci che interessano tutto lo spessore della muratura, si presentano dal lato estemo come semplici asole ed hanno l'architrave e il davanzale piani; la monofora in esame ha invece gli sguanci che non interessano tutto lo spessore della muratura e rigirano sul contomo compresi il davanzale e l' architrave: quest'ultimo è costituito da una voltina conoidica che sul paramento si presenta con un archetto lunato; il tutto é finemente lavorato. Nella vicina chiesa di S. Pietro in Balsignano troviamo una monofora lucifera che presenta le stesse caratteristiche riscontrate nell'apertura in esame e per composizione e per lavorazione. Nella fotografia sono messe a confronto le due monofore: in alto è rappresentata quella appartenente alla cortina Est (facciata di fondo del fornice ogivale al piano terra), mentre in basso si può osservare quella esistente nella vicina chiesa di S. Pietro in Balsignano.

Un altro elemento: durante recenti lavori di scavo, che hanno interessato solo parzialmente il cortile interno del castello, sono venute alla luce opere di fondazione di una muratura con sviluppo ortogonale a quella in esame. E' possibile, ma ciò non é confortato da altri elementi, che questa muratura sia appartenuta, in epoca precedente a quella in cui e stato costruito l' impianto normanno del castello, ad un altro edificio successivamente inglobato o sostituito dalla fortificazione.

La seconda ipotesi prevede la preesistenza della chiesa di S. Tommaso Apostolo al posto dell'attuale cappella di S. Antonio in considerazione della "persistenza della funzione" in quel luogo e delle dimensioni dell' attuale cappella, confrontabili con quelle della chiesa bizantina di Balsignano (m 10 x 5), che dista da Bitritto non più di 4 chilometri: è anch' essa ad unica navata e presenta nel lato Ovest un accenno di abside. La chiesa di S. Tommaso fu tuttavia costruzione differente da quella che è l' attuale cappella di S. Antonio, in quanto le strutture in elevazione, l'aspetto architettonico e l'arredo figurativo di quest'ultima niente hanno di bizantino e ci suggeriscono che l'edificio è relativamente recente.