Il casale.

Anche se, a seguito di ulteriori indagini, verranno individuate nuove tracce di elementi architettonici appartenenti ad impianti dell'antico casale, è gia possibile, con quelli catalogati e in base alle considerazioni fatte in precedenza, montare una ricostruzione dell'abitato di Bitritto intorno al sec. XIV.

Esso è da considerare come un unico grosso organismo edilizio, diviso sì in più parti funzionali, ma strutturalmente connesse tra di loro.

Innanzi tutto è da notare che, contrariamente a quanto oggi appare, il casale godeva di una posizione dominante rispetto al territorio circostante.

La sua forma in pianta originaria è assimilabile ad un rettangolo, con dimensioni di circa 95 x 55 m, con lo sviluppo maggiore lungo la direzione Est-Ovest, la cui superficie era di circa 5.550 mq. Il complesso edilizio posto a delimitazione del borgo (cinta muraria) aveva uno spessore variabile dai 7,50 agli 8,00 m, e si riproponeva uguale anche nei corpi di fabbrica del castello che risultavano in esso inglobati. Aveva uno sviluppo altimetrico maggiore di quello degli isolati interni (gli elementi più alti erano le torri del castello, a quell'epoca ancora emergenti rispetto al resto dell'edificio).

Le dimensioni dei due isolati interni erano di circa 40 x 12 m e di 2,00-2,50 m le larghezze delle vie interne.

L'aspetto esterno del casale era caratterizzato da cortine murarie molto compatte, il cui profilo superiore era definito da un susseguirsi di timpani, determinato dall'accostamento delle falde dei tetti delle cellule abitative.

Le aperture che davano all'esterno erano pochissime e di dimensioni ridotte e mai costituivano accesso per le abitazioni retrostanti. Le "porte" del casale erano in numero strettamente necessario e sempre protette da feritoie e finestroni, localizzate a ridosso di torri o baluardi e cioé in prossimità del castello o dei fortini.

La parte basamentale della cinta muraria fu dotata di scarpe durante i lavori di rafforzamento voluti dall'arcivescovo di Bari, Bartolomeo Carafa, mentre i fortini costruiti ex novo in quella stessa occasione avevano le cortine esterne scarpate a tutta altezza. Tutto intorno alla cinta correva un fossato, artificiale per tre lati, e costituito dall'alveo della lama d'acqua sul lato Ovest.

Particolare era l'aspetto formale della cortina Ovest definita alle estremità e ripartita in più parti da baluardi circolari posti sempre in corrispondenza del cambio di direzione della cortina.

L' interno del casale era caratterizzato da ampi spazi in prossimità del castello e da vie strette e rettilinee nel settore Ovest occupato dai due isolati.

L'edilizia risultava piuttosto povera (eccezion fatta per il castello, che era l'unico edificio di rappresentanza dell'abitato, e per la casa torre, a causa della scarsa cura riposta nella lavorazione e nella messa in opera del materiale impiegato per la costruzione di tutti gli edifici, e cioé la pietra calcarea in conci appena sbozzati. La struttura degli isolati interni a "lisca di pesce" era determinata dall'aggregazione spalla a spalla di due schiere di cellule. La cellula abitativa tipo si sviluppava su tre livelli: un piano seminterrato ("sottano"), un piano rialzato e un piano soffitta ("suppigno"). Gli elementi strutturali verticali erano tutti in muratura, come pure il primo impalcato, costituente il calpestio del piano rialzato, realizzato con una volta a botte in pietra, al contrario degli altri orizzontamenti superiori che erano in legno (struttura costituita da travi principali, arcarecci e tavolato).

I collegamenti verticali erano anche essi in legno all'interno, mentre la scala per il superamento del dislivello esterno tra la strada e il piano rialzato era in pietra. Il sottano era usato quasi esclusivamente come stalla e deposito mentre ai livelli superiori si sviluppava l'abitazione.

Normalmente il locale a piano rialzato era dotato di un camino in pietra. Lo schema di distribuzione interna del casale prevedeva una distinzione netta tra i percorsi pedonali e quelli carrabili.