Intervento: riprogettazione della copertura

 

Nota:

Il contenuto della presente pagina è un estratto dell' esercitazione svolta durante il Corso di Recupero e Conservazione degli edifici A.A. 2007-2008. Gruppo di lavoro: Catanzaro Licia, Nicolosi Francesca, Piconese Federica

 

L'intervento, progettato per il corpo centrale del complesso agostiniano, nasce dall'esigenza di eliminare le infiltrazioni d'acqua che, attraversando il pacchetto di copertura, hanno prodotto il degrado della sottostante volta a botte e dei muri d'ambito, intendendo con degrado la presenza di piccole fessurazioni dello strato superficiale di intonaco e macchie più o meno estese di umidità. In base a quanto emerso dallo studio delle tavole di rilievo dell’edificio è stato ipotizzato che il fenomeno sia di fatto dovuto alla scarsa tenuta del sistema di copertura, il cui manto è costituito da tegole marsigliesi appoggiate su listelli in legno, quindi su un tavolato, senza l’interposizione di alcuno strato di impermeabilizzazione. In realtà, se le coperture fossero state realizzate “a regola d’arte”, cioè come l’esperienza insegna, non sarebbe stato necessario alcuno strato di tenuta: l'attuale sistema di copertura non rispetta la pendenza minima necessaria per il deflusso delle acque meteoriche, che per le tegole marsigliesi è del 30%. Come conseguenza di ciò, l’acqua piovana non essendo smaltita in maniera idonea, ristagna sulla superficie del manto e di qui si infiltra verso il basso, fino ad interessare la volta sottostante, che si presenta, pertanto, imbibita di acqua. La soluzione, volta ad eliminare la causa di questo tipo di degrado, consiste nel rifacimento del pacchetto di copertura con un sistema in grado di assicurare la tenuta all’acqua. Nel contempo si è altrettanto deciso di sostituire l'intero schema statico ed in particolare si sostituirà l’attuale sistema spingente di copertura, costituito da una falda appoggiata sui muri longitudinali di spina, con un sistema non spingente, costituito da una mezza capriata, sempre in legno. L’intervento è dettato non dalla necessità di diminuire le spinte della copertura sui piedritti della volta sottostante, spinte che non sono affatto pericolose ai fini della stabilità di questi, come emerso dalla verifica grafica del Méry, ma si è preferito optare per uno schema statico che meglio funzioni anche e soprattutto in presenza di sollecitazione dinamiche, quali le

 

stralcio piante e sezioni 1:200

azioni sismiche, che oramai interessano sempre più frequentemente il nostro territorio. Sempre in quest'ottica si è deciso di migliorare il comportamento scatolare della struttura, prevedendo la messa in opera di un cordolo in c.a. perimetrale. Ciò detto illustriamo brevemente il progetto: la mezza capriata, in legno di abete, sarà composta da catena, puntone e saetta: la prima di sezione trasversale 25 x 25 cm e le altre di sezione trasversale di 23 x 25 cm. Disposti in direzione ortogonale ai puntoni, ad interasse di 70 cm, vi sono gli arcarecci, di sezione trasversale 10 x 10 cm, che verranno bloccati nella loro posizione attraverso l'impiego di gattelli chiodati. Al di sopra degli arcarecci verranno disposti dei travicelli di sezione trasversale 5 x 8 cm, aventi interasse di 70 cm, sui quali poggerà uno scempiato di tavole in legno di spessore pari a 3 cm. A questo poi succederà uno strato impermeabilizzante elastomero bituminoso armato con rete in poliestere dello spessore di 0.4 cm protetto a sua volta da uno strato di malta di calce dello spessore di 2 cm. A conclusione del tutto verrà posto in opera il manto che sarà costituito da tegole marsigliesi che poggeranno su dei listelli in legno di sezione trasversale 2.5 x 5 cm.

 

dettaglio costruttivo 1:20

 

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