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 LA CRIPTA DI SAN VALENTINO

 

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La cripta sottostante la Cattedrale di Bitonto e' posta in corrispondenza perfetta con il transetto della basilica che la sovrasta secondo uno schema chiamato "oratoriale" che ne destinava l'uso a scopi liturgici. Tale utilizzo è sottolineato anche dalla presenza, sul lato sinistro, di una sacrestia. La sua grande armonia e l'unitarietà del discorso architettonico fanno pensare ad una progettazione e realizzazione contemporanee alla basilica, si ritiene a partire dalla fine del XII secolo (1098). Le sue dimensioni (4 metri di altezza e 2.40 di larghezza delle campate laterali) ed il congruo numero di colonnine che la sostengono la rendono, con una suggestiva metafora,
"simile ad un bosco sacro di colonne".
La lieve luce che penetra dalle monofore (finestre) situate all'altezza della strada del lato meridionale contribuisce a creare uno spazio di grande suggestione.
L'evidente riproduzione del modello costruttivo della cripta della basilica di S. Nicola di Bari viene seguito letteralmente nella suddivisione dell'ambiente in campate con volta a crociera delimitate da sottarchi che ricadono appunto su 30 colonnine dai capitelli figurati.
Vengono così a formarsi 9 navate trasversali e 4 longitudinali.
Anticamente la cripta era raggiungibile anche direttamente dalla "porta della scomunica", detta anche "porta dei maculi" (cioè dei maschi), che si apriva in fondo al VI arco della porta meridionale del fabbricato. Le dimensioni relativamente ridotte del vano (10.20 m. di larghezza per 24 di lunghezza per 4 di altezza) rendono possibile una visione ravvicinata dei capitelli più piccoli di quelli della basilica di S. Nicola di Bari ed impostati su un piano coerente ed unitario. Sul fondo della cripta si notano tre absidiole di cui la centrale di maggior dimensione che racchiudono gli altari. Su quello maggiore è situato un crocifisso ligneo di provenienza campana databile al XIV secolo, mentre su quello di destra è possibile ammirare una scultura attribuita al Sammartino (1730) che raffigura l'Immacolata. Di particolare interesse sono gli affreschi ritrovati sulle arcate occidentali, di chiara derivazione orientale. Inseriti in vani delimitati da una colonnina, come nelle antiche pergamene copte e con i visi fissi come i drappi poste sulle mummie dell'oasi egiziana Fayum, possiamo scorgere S.Giovanni Battista e S.Clemente papa, un Santo Vescovo in cella con crocifisso, una Santa Tecla abbigliata come un'imperatrice bizantina, una Santa Lucia ed un'Annunciazione ed infine una Presentazione al tempio. Quest'ultima riveste particolare importanza in quanto mostra un altare basilicale sovrastato da un baldacchino di rappresentazione non consueta nella pittura occidentale. Ai lati, esternamente, trovano posto i Santi protettori dei committenti: S. Antonio abate, Santa Caterina d'Alessandria, santi "orientali" comuni alla liturgia bizantina e poi normanna. Negli angoli della cripta si possono ancor oggi scorgere le lastre tombali dei Vescovi di Bitonto Palenterio e Massarenghi (sec XVII), del musicista Tommaso Traetta ed il mausoleo di Giovanni de Ferraris (1575) della scuola di Gerolamo d'Auria.