Dalle origini all'alto Medioevo

Sin da tempi remotissimi il territorio di Bitonto fu sede preferenziale per l’uomo. A testimoniare la presenza degli antichi abitatori, di quello che fu chiamato "ager butuntinus ", vi sono i reperti archeologici che, numerosi, sono stati rinvenuti nelle grotte del territorio. Nei secoli VI e V A. C. Bitonto era un centro fiorente. In seguito ai rapporti con le altre città della Magna Grecia, ed in particolare con Taranto, la città ebbe un ulteriore sviluppo estendendosi intorno all’acropoli, situata con ogni probabilità sul colle delimitato a sud dell'alveo del torrente Tiflis e sul quale tuttora si sviluppa il centro storico della città. Nel IV secolo a. C. Bitonto, divenuto un considerevole centro di attività economiche, coniava monete e ciò è documentato dalla ricchezza dei rinvenimenti in alcune tombe e dalla pregevolezza di alcuni vasi certamente importanti. Il culto delle divinità greche, specialmente della dea Minerva protettrice dell'ulivo, coltura antichissima del territorio bitontino, rimase anche durante la dominazione romana dei secoli successivi. In questo periodo Bitonto poté governarsi con leggi proprie, poiché ebbe il privilegio di reggersi a Municipio, conservando così le antiche consuetudini e la propria religione. Non si ha una sufficiente documentazione per interpretare con esattezza l’impianto urbanistico della città romana. Infatti tutti gli studi effettuati per la ricostruzione dell'antico centro abitato romano non sono dimostrati da alcuna prova sicura, ma rinvengono da confronti con dati certi rilevati su analoghe tipologie insediative dei centri limitrofi come Conversano e Ruvo. E' certo però, che in questo periodo Bitonto fu interessata da uno degli assi viari principali dell'antichità romana, la via Appia o via Triana, che tagliava la città da est ad ovest. I probabili percorsi all'interno della cinta muraria sono due, entrambi con l'ingresso ad ovest da Porta Robustina, uno con un percorso più rettilineo sfociante in Porta Baresana, l'altro che attraversando Piazza della Cattedrale, si divideva in due rami, uno che portava a Porta Baresana e l'altro a Porta La Maja. La seconda ipotesi, a mio avviso, sembra più verosimile in quanto il quartiere a nord della città fu con molta probabilità costruito solo in epoca trecentesca ed in tal caso la via avrebbe lambito il centro abitato. E' probabile che vi fosse anche un'altra arteria che collegava da nord a sud rispettivamente, la Porta Baresana e la Porta Pendile. Malgrado le trasformazioni e le aggiunte medioevali è ancor oggi possibile individuare questi assi viari principali che si incontrano in Piazza Cattedrale. Purtroppo nulla è restato delle costruzioni romane; anche le Porte Baresana e La Maja, le uniche ancora ammirabili, sono state ricostruite in epoche successive. Ad avvalorare l'ipotesi che queste siano state ricostruite su preesistenze romane, contribuisce anche un manoscritto di un frate, Padre Apollinare di San Gaetano, che sullo scorcio del XVII secolo accennava al "rinnovarsi una porta antica della città oggi detta del Carmine "e narrava che fu ivi ritrovato uno scritto lasciato dai romani. Certamente una esatta ricostruzione della cinta muraria, eretta già in quest'epoca, ma della quale non si è rilevata alcuna traccia, avrebbe potuto aiutarci nello studio del percorso interno dell'importante arteria viaria romana. E' solo ipotizzabile che le mura medioevali possano ricalcare in qualche tratto l'antica cinta muraria. Sul nucleo abitativo romano primordiale sono stati effettuati studi basati sull'osservazione di analoghe tipologie insediative di centri limitrofi. Sull'insediamento dell'abitato romano in Bitonto si possono fare circa due ipotesi: l'abitato romano isolato rispetto all'insediamento preesistente con funzioni di controllo dei transiti lungo l'asse viario interno; l'abitato romano inserito all'interno dell'antico recinto greco preesistente utilizzando dell'area, quella parte che forniva maggior difesa (vedi Conversano). La conquista romana diede un ulteriore slancio allo sviluppo urbanistico della città. Dopo la costruzione delle mura cominciarono ad edificarsi altri quartieri della città vecchia fra i quali quello di San Michele a sinistra di chi entri nella città dalla Porta Robustina, e quello a destra della stessa Porta, delimitato dal lungo pendio scosceso del torrente Tiflis fino a Porta Pendile. Non tutti i rioni però sorsero al tempo della dominazione romana, ma anche nei periodi successivi dei Longobardi, dei Normanni e dei Saraceni. In tutta la Puglia, e di conseguenza anche a Bitonto, la cui storia corre parallelamente a quella delle altre città limitrofe, ed in particolare di Bari, seguendone più o meno rapidamente le stesse sorti, il passaggio dal mondo pagano a quello cristiano dopo l'editto di Costantino del 313 a. C. che liberalizzava il culto del cristianesimo avviene molto lentamente. Sembra che in questo periodo il culto più comune nella regione fosse quello di Giove Pluvio, elargitore di pioggia in una terra tanto arrida, come attesterebbe Una iscrizione su un frammento lapidario recante le parole: "Iovi Pluvio ",ritrovato a Conversano. Ci fu quindi la necessità per la Chiesa Cristiana primitiva di istituire degli ordini religiosi, e due in particolare concorsero nei primi secoli alla divulgazione ed alla diffusione della fede cristiana, quello dei monaci Benedettini e dei Basiliani. Sorgono in città le prime chiese paleocristiane come quelle di San Pietro del Castello e di San Apollinare. La prima chiesa, come alcuni sostengono, fu costruita sulle rovine dell'antichissimo Tempio di Minerva; la seconda, ora del tutto scomparsa, fu costruita in ossequio al Vescovo di Ravenna. Fu questo il periodo della conquista dei Goti i quali raziavano le nostre città facendo conoscere ai nostri avi la loro ferocia devastatrice. Le città furono lentamente abbandonate e le nuove organizzazioni comunitarie e monastiche operarono il recupero del territorio raccogliendo attorno ad esse nuclei di popolazione, costituendo nuovi insediamenti sparsi. Un altro brutto periodo fu quello dell'invasione dei longobardi che ebbe una rilevante importanza per Bitonto; infatti l’incremento demografico comportò a necessità di ampliamento del centro abitato, dalle zone a quota più alta a quelle a quota più bassa. L'ulteriore sviluppo urbanistico si ebbe però quasi alle soglie del Basso Medioevo, nei secoli X e XI d C., quando fenomeni connessi al rinnovato sviluppo economico portarono al rientro della popolazione dalle campagne alla città. Fu allargata la cinta muraria fino a quello che ancor oggi si può osservare, seppur nella sua riedificazione, nella zona ad est, a destra di porta La Maja. Di tutto il periodo Alto-Medioevale non è purtroppo rimasto nulla, né dell'edilizia civile né di quella religiosa; probabilmente sorgevano delle chiese sparse nel territorio, ma la scarsezza dei materiali adoperati e la poca solidità strutturale indicano come, il più delle volte, si trattasse di piccole cappelle forse anche non molto decorate. Manifestazioni dell'architettura civile non mancarono, ma comunque pare che non ebbero un rilevante peso artistico. Furono però le continue lotte, le frequenti incursioni e le inevitabili distruzioni che ne conseguivano, a non lasciare alcuna traccia dell'architettura civile e religiosa dell’Alto Medioevo.

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