La chiesa di S.Francesco d'Assisi dei Minori Conventuali, costuita nel
XVIII sec, è una delle più belle chiese della Monopoli del settecento, perche&grave esprime sotto l'aspetto volumetrico e spaziale, un barocco rinascimentale.
La volontà di costruire una nuova chiesa distruggendo quella preesistente ad eccezione di una facciata laterale dove si trova una piccola porta, ma che non reggeva più alle aspirazioni e necessità del popolo, risulta da un prezioso monoscritto esistente nell' Archivio Unico Diocesano. Il Manoscritto ricorda che nel 1740 si consigliavano i padri del convento a restaurare la chiesa e riedificare tutta la pianta.Il progetto della chiesa fu fatto dall'architetto
Michele Colangiuli d'Aquaviva, il quale pochi mesi più tardi, nel gennaio del 1742 coll'ingenere Magarelli Pietro di Molfetta, stipulò lo strumento per la riedificazione della
Basilica della Madia,
protettrice di Monopoli.
Sia la chiesa che il
campanile a due ordini, furono terminati intorno al 1749 come può vedersi dalla
scrittasull'arco trionfale
.L'opera architettonica del Colangiuli, il cui disegno fu approvato unanimamente da periti conoscitori dell'arte, mostra un barocco in cui rivivere la cultura classica; un barocco di largo respiro, che molti chiamano essenzialmente europeo. La Chiesa, che non è affatto una ristutturazione della Chiesa preesistente, ha un'assoluta organicità.
La facciata, scandita da lesene e riquadri, culmina in un fastigio centrale di una balaustra; nel primo piano si arricchisce con lesene ed ha un risalto monumentale. Tutto l'esterno rileva i temi svolti dal Vanvitelli, il famoso architetto napoletano, noto anche per i suoi interventi nella città di Barletta e forse anche a Fasano, e che svolgeva ormai nelle sue opere temi borromiani. Così il Colangiuli svolge l'idea dell'esterno con felice esito, e lo armonizza all'interno a
navata unica con cappelle non comunicanti fra loro. Con il corso degli anni le cappelle situate a destra, entrando in chiesa, furono messe in comunicazione tra loro, per rendere più scorrevole l'accesso alla sacrestia.Le membrature hanno un'articolazione propria; colonne affiancate a pilastri reggono gli architravi delle cappelle laterali; la navata si svolge con equilibrio nel suo spazio e pone in risalto la crociera e la cupola.
È da ricordare che in una architettura come la sua, fondata sul disegno e sulla luce,gli stucchi,che servono a delineare profili d'ombra diversi, per porre in rilievo ampie superficie chiare, hanno una grande importanza.Armonica è l'articolazione di volte, porte, finestre ovali:articolazione che si risolve nel rapporto tra spazio e luce.Tutto è misurato e raccolto.Nell'intervento vi sono altari dalle linee semplici, nei quali emerge, specie slle pareti, un armonico partito architettonico, reso prezioso da un accurato studio dei rapporti cromatici. Nella navata le lesene a travata ritmica passano a serrare gli archi maggiori delle cappelle e i varchi architravati minori,incorniciati da eleganti portali con fastigio a voluta ricurva che include un fedtone. Così, rifacendosi alle ricche soluzioni del barocco romano, il maestro mira a rinnovare nello spirito del classicismo, la decorazione fortemente chiaroscurata delle chiese conventuali napoletane, puntando sulla levità e sulla chiarezza.
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