COMMISSIONE MISTA FERROVIE DELLO STATO-ENTI LOCALI

a) Questioni politiche

      In quegli anni più che mai la vicenda urbanistica nodo ferroviario si mischiò ad interessi politici ed economici. Infatti lo stesso piano Piacentini-Calzabini, di chiaro stampo monarca-fascista, aveva favorito gli interessi speculativi a cui le sinistre non riuscivano ad imporre il reale problema della stazione.
      Nel periodo dell'amministrazione Lozuppone ci fu la volontà di affrontare in maniera decisa questo problema che ormai era relativo ad un centro abitato di dimensioni non indifferenti
      Lo schieramento del Partito Comunista Italiano aveva preso coscienza di questo dato di fatto e capì che l'unica soluzione efficace sarebbe stata quella dello spostamento radicale della via ferrata.
      La politica della Democrazia Cristiana, che aveva il potere nella giunta comunale, cercò di attirare a se l'intera problematica insediando una commissione formata dal sindaco democristiano, dal presidente della camera di commercio democristiano e dal presidente dell'amministrazione provinciale anch'egli democristiano.


b) Limiti del P.R.G. Piacentini-Calzabini

      La commissione, definita "Commissione mista Ferrovie dello stato-Enti Locali", iniziò i suoi lavori il 27 maggio del 1963 convenendo che il finanziamento di provvedimenti del genere di quello che si andavano ad esaminare, in quanto non richiesti da esigenze ferroviarie ma riferibili a necessità dipendenti da orientamenti urbanistici, non era inserito in piani finanziari relativi a programmi di opere dell'Azienda F.S. .
      Tale finanziamento doveva, infatti, essere assicurato da enti comunali o statali. La commissione, per prima cosa, notò che bisognava proporre una sostanziale variante al P.R.G. di Piacentini-Calzabini in quanto non era stata prevista una evoluzione della situazione urbanistica così eccezionale. Infatti il P. R. G. , già citato, aveva supposto erroneamente la maggiore espansione urbanistica cittadina lungo la Strada Statale Adriatica verso la località S.Giorgio-Torre a Mare. Infatti in realtà l'espansione, oltre ad interessare i quartieri verso S. Giorgio, aveva interessato, soprattutto ed in misura assai superiore al prevista, i tre rioni Carrassi, S. Pasquale e Picone situati alle spalle degli impianti della stazione.
      La commissione, per soddisfare non soltanto le esigenze ferroviarie ed urbanistiche, ma anche quelle di un avvenire sufficientemente lontano, pensò che la soluzione idonea sarebbe stata costituita:

      Come è facilmente notabile, le basi di partenza della commissione furono molto simili a quelle presentate qualche anno prima dal Comune. Questa volta, però, appare chiaro il cedimento dell'azienda delle F.S. alle pressioni politiche della giunta, poiché se si voleva scongiurare un radicale spostamento della sede ferroviaria che non andava giù a nessuno, si doveva assolutamente cedere in qualche cosa.


c) Considerazioni preliminari

      A tal riguardo la Commissione considerò che: Le proposte: caratteristiche generali

Secondo queste considerazioni, la Commissione decise di orientare lo studio sullo spostamento del traffico merci in periferia garantendo la centralità del compartimento viaggiatori.

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