PRIMA RICHIESTA PER UNA STAZIONE DI "TESTA"
Negli anni successivi al 1954 si eseguirono notevoli lavori di sistemazione della stazione di Bari Centrale in occasione dell'elettrificazione della linea Bari Foggia. Era il periodo del boom edilizio e dell'incremento della motorizzazione privata, fattori che estremizzarono i disagi derivanti da quella specifica ubicazione della stazione ferroviaria. Nel 1961 il Comune di Bari inviò una richiesta al Ministero dei Lavori Pubblici intesa ad ottenere autorizzazione allo studio di una variante, ideata dal Prof. Chiaia, comportante la trasformazione della stazione da "passante" ad una stazione "di testa" con fronte definitivo in via De Cesare. Tale soluzione prevedeva l'abbandono della zona ferroviaria a Sud di detta via (circa 50.000 mq, ivi compreso il piazzale esterno del compartimento viaggiatori) e la destinazione di tale zona a sede di piazze e strade, a verde pubblico, a sede di parcheggi, autostazioni ed autorimesse, e comportava, oltre al completo rifacimento degli impianti viaggiatori di Bari Centrale, anche la deviazione della linea per Lecce per circa 16 Km. In relazione a tale proposta le F.S. svolsero degli studi al fine di accertare l'ammissibilità di tale variante nei confronti delle esigenze ferroviarie di quell'epoca e valutò l'entità della spesa per la connessa sistemazione degli impianti ferroviari. Da detti studi emerse che, con il mantenimento dei servizi allora garantiti, le attrezzature ferroviarie sviluppabili nelle aree residue di Bari Centrale, sia per la insufficiente entità delle aree stesse, sia per la minore funzionalità del dispositivo "di testa" rispetto quello "passante", sarebbero state inadeguate ai traffici di punta, compromettendo quindi la possibilità di sviluppo delle comunicazioni ferroviarie della città; "e ciò", come testualmente conferirono le F.S., "indipendentemente dai maggiori oneri d'esercizio connessi con l'adozione del dispositivo "di testa"". L'azienda F.S. di conseguenza, espresse parere contrario all'adozione dei questa variante, richiamando l'attenzione sull'opportunità di verificare se fosse effettivamente impossibile convenire più economicamente alla soluzione del problema, a mezzo di sottovia o cavalcavia. Le F.S. , nonostante questo rifiuto, si ripromise di studiare l'eventualità, prendendo in considerazione lo spostamento dello Scalo merci a velocità ordinaria a monte del Parco Nord, in zona da espropriare. Tale soluzione incontrò i pareri sfavorevoli dei commercianti per l'aumento dei costi che avrebbe comportato tale evenienza, ma comunque rimase in sospeso.