PALAZZO DI CITTA'
Dopo i lavori ottocenteschi che avevano migliorato l'acustica della sala,
innalzandone la volta rispetto all'assetto originario, si deve arrivare
agli anni trenta per trovare degli interventi consistenti sulla sala: fu
affidata al pittore veneziano Mario Prayer la decorazione artistica del
soffitto, così come ancora oggi si presenta. La volontà di
far realizzare tale lavoro fu manifestata dal Commissario Vincenzo Vella
nel 1930 che fissò anche i criteri da seguire nella realizzazione
dell'opera. Così si legge nella deliberazione n.651 del 29 Aprile
1930: "sarà seguita la decorazione pittorica della volta della
sala con ornamenti policromi e ad imitazione stucco, dividendo la volta
stessa in tre grandi scomparti con rosoni centrali di stucco. Un grande
fregio lunettato con ornamento e figurazioni simboliche alternate a pannelli
in chiaroscuro con vittorie alate recanti il fascio littorio. Le figurazione
delle lunette significheranno le arti, le scienze, le industrie, il commercio
e l'agricoltura, ciascuna recante i propri attributi e le proprie insegne.
Per tali configurazioni verranno per scelta preventivamente sottoposti all'amministrazione
i disegni relativi. Negli intervalli di fondo, tra i pilastri, saranno applicati
parati damascati dei tipi Salubra, riquadrati da fasce e cornici di stucco
o di legno. Tutte le figurazioni decorative ed ornamentali saranno eseguite
ad encausto previa accurata preparazione delle superfici, e gli stucconi
saranno patinati in tono vecchio avorio. La tribuna della stampa sarà
decorata da stucchi e parati in perfetta armonia con il salone e la balaustrata
sarà sostituita da un cancelletto in ferro battuto e dorato. A titolo
di semplice curiosità, ricordiamo che il pittore, dovendo disegnare
i profili delle figure effigiate, si ispirò alle fattezze dell'onorevole
Araldo di Crollalanza che, rivestì la carica di podestà dal
1926 al 1928. Il soffitto subì notevoli danni in occasione del bombardamento
aereo che la città subÏ il 2 Dicembre 1943, per poi essere riparato
dopo pochi anni. Nel 1971, per volontà del Commissario Paolo Forte,
fu rifatto il pavimento marmoreo della sala e furono rimodernati gli scanni
consiliari.
Sugli stalli della Giunta sorge all'interno di una delle lunette del Prayer
l'effige di una matrona in trono, con la mano sinistra poggiata sullo scudo
bianco rosso e la mano destra su un timone di nave: essa simboleggia la
città di Bari.
Al di sotto sorge lo stemma ligneo della città opera dellartigiano
Giuseppe Giannelli. Sul lato opposto della sala al centro del settore riservato
al pubblico, Ë stato recentemente collocato il busto bronzeo del prof.
Enrico Dalfino, che fu Sindaco della Città nel biennio 90/91. Al
suo nome é stata anche intitolata l'aula. Il busto è opera
dello scultore barese Mario Piergiovanni.
LE LAPIDI
Sulla facciata principale del Palazzo di Città sorge un gran numero di lapidi. Partendo dall'angolo con Via Roberto Da Bari, ve ne è una che riporta i nomi dei caduti nella guerra partigiana. Sui i due lati del portone principale, invece ce n'é una risalente al 3 Marzo 1887 che ricorda i caduti di Dogali, e un'altra che ricorda, tra questi, i militari nativi della terra di Bari. Sulla facciata del teatro comunale Piccinni sorgono altre due lapidi: una commemorativa del Congresso dei CNL del 1944 e l'altra, risalente al 20 Maggio 1900 che commemora il centenario della morte del musicista Nicolò Piccinni. Sull'ala sinistra dell'edificio si osservano in sequenza altre 5 lapidi aventi i seguenti oggetti: Giordano Bruno (1909); Giuseppe Mazzini, nell'anniversario dell'annessione di Roma all'Italia (20 Settembre 1905) ; l'uccisione del Re Umberto I di Savoia nel trigesimo anniversario della presa di Roma; il sacrificio di Guglielmo Oberdan (20 Dicembre 1913); l'elenco delle medaglie d'oro al valor militare della Provincia di Bari, fino al secondo conflitto mondiale.
SALA MASSARI
Situata al primo piano, è una delle sale di rappresentanza del
comune, in prossimità degli uffici di segreteria al suo interno sorge
un busto di marmo su piedistallo del famoso uomo politico che fu il primo
deputato di Bari al Parlamento nazionale dopo l'Unità d'Italia, oltre
che giornalista e scrittore (1821-1884). Il busto è opera della scultore
romano Emilio Tadolini. Vi è inoltre un busto in bronzo di Araldo
di Crollalanza che ricoprì le cariche di podestà, ministro
dei lavori pubblici, consigliere comunale, senatore della Repubblica (1892-1986).
Il busto é opera dello scultore molfettese Filippo Cifariello. Nella
sala si possono ammirare lungo le pareti i ritratti ad olio dei seguenti
personaggi: Massari in età giovanile; il musicista Nicola De Giosa;
il musicista Nicolò Piccinni; il patriota Giuseppe Bozzi; l'economista
Salvatore Cognetti De Martiis; il pittore Nicola Colonna; lostorico Giulio
Petroni.
Questa sala costituisce l'anticamera del Gabinetto del Sindaco e della Sala
di Riunione della Giunta Municipale.
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