1.Volendosi eseguire ultimamente (I920) un felice disegno di altar antico, si pensò di far scomparire l'irregolarità del pavimento abbassando il piano sotto il presbiterio; ma con ciò si è reso anche più sensibile il dislivello colla porta della chiesa e la facciata.
2. "L'anno 1728 considerando il P. Costanzo da Marsciano, Ministro Provinciale, che il campanile che era situato sopra l'arco di questa chiesa, dov'è l'altar maggiore, minacciava di cadere per esser la muraglia, che fa da base a detto campanile, fradicia dalle ingiurie del tempo, e che avrebbe senza dubbio precipitato la volta della chiesa e dell' oratorio di S. Chiara, perciò determinò che si riedificasse di nuovo il campanile sopra il muro principale dell' oratorio, appoggiato al convento, come fu eseguito nelI'ottobre e novembre di detto anno». Cronaca del Convento di S. Damiano, fol. 44, tergo, e 45. La Cronaca vuol dire che il campanile non si trova più sopra la facciata antica, ma da un lato della chiesa.
3.Un indizio di porticato sul dinanzi della chiesa di S. Damiano si ha nell'affresco giottesco che si vede in fondo alla stessa chiesa presso la finestra detta del danaro, della quale si parlerà in seguito Dati certi però sulla forma e dimensioni di questa parte dell'edificio antico non esistono veramente; esistono tuttavia altri indizi, che - a nostro avviso - hanno la loro importanza. I° le irregolarità altrimenti inesplicabili della parte anteriore della chiesa; 2° la stessa finestra del danaro, la quale - considerata la sua posizione quasi appartata e la poca elevazione dal pavimento (m. I,70) - non pare fosse fatta per dar luce alla chiesa ma piuttosto per riceverne ciò che potrebbe indicare che questa finestra rispondesse su un ambiente aperto, o molto illuminato, quale poteva essere un pronao o porticato; 3° il muro esterno, al quale sono appoggiate le costruzioni fiancheggianti il lato destro della chiesa (Cappella di S. Girolamo e del Crocifisso), la cui linea primitiva è facilmente riconoscibile dall'esterno, malgrado le sovrapposizioni, e corrisponde all'altezza di metri 3.50 dal livello della chiesa, che poteva essere il limite del nominato pronao o porticato. La finestra del danaro è storica, per essere ricordata da quasi tutti i primi biografi di S. Francesco, segnatamente dal Celano e nei Tres Socii; e secondo la tradizione rispondeva nell'interno della casa, dove abitava il sacerdote trovato da S. Francesco alla custodia del Santuario. Di questa finestra e delle attigue costruzioni si Parlerà ancora più innanzi.
4. Taluni scrittori, di data non antica, hanno affermato che il convento di S. Damiano sia stato un monastero benedettino alle dipendenze dei monaci del Subasio: altri ha sostenuto, con poco criterio, che S. Chiara sia stata monaca benedettina ecc. ecc. (vedi nella Cronologia del P. Antonio da Orvieto, pp. 1O7 e seg.). Per la prima parte, la questione non è risoluta per mancanza di documenti originali: quelli che possediamo non risalgono oltre il sec. XI, e sono piuttosto contrari alla tesi di un monastero belledettino stabilito in S. Damiano, alle dipendenze dei monaci del Subasio. Che poi S. Chiara sia stata monaca benedettina è un'affermazione gratuita, e in contrasto con tutta la storia di S. Francesco e di S. Chiara. Alle monache benedettine di S. Paolo e di S. Angelo in Panso basta la gloria che loro spetta: l'incarico che ebbero di custodire per breve tempo e proteggere S. Chiara, questo fiore che S. Francesco voleva piantare nel suo orto
5. Sono nove documenti integralmente pubblicati da Mons. M. Faloci nella Miscellanea Francescana, ann. V, pp. III-II9, sotto i numeri 18, 2I-28. I conventi nominati nella Lettera del P. Matteo d'Amelia, Ministro della Provincia di S. Francesco, sono i seguenti: Le Carceri di S. Francesco, S. Damiano, la Rocchicciola della Custodia d'Assisi; Farneto, Monteripido, Montegiove (Scarzuola), della Custodia Perugina; l'Eremita, Montione (Spineta), della Custodia Todina; Stroncone di Narni; Giano, Monteluco e Pistria o Brugliano della Custodia della Valle (Spoletina). Cfr. DE GUBERNATIS, Orbis Seraphicus, tom. II, lib. VI, p. 9.
6. Il primo Autore di questa Cronaca fu il P.Domizio dalla Bastia, Guardiano di S. Damiano nei primi anni del sec, XVII: la Cronaca fu continuata dai suoi successori, fino ai nostri giorni.
7. CRISTOFANI, fine della Storia di S. Damiano, p. 239. Nel 1885 - anno del Capitolo Provinciale, presieduto dal Reverendissimo P. Bernardino da Portogruaro, Ministro Generale dell'Ordine - la famiglia di S. Damiano si componeva di 30 religiosi, la metà circa dei quali (n. 14) erano studenti di Filosofia e Teologia. Questa fioritura di giovinezza francescana doveva a tempo dare i suoi frutti. Tra i Lettori e gli Studenti che si trovavano allora a S. Damiano, uscirono due Vescovi, Monsignor Nicola Ranieri, Vescovo di Norcia, Monsignor Giacinto Tonizza, Vescovo di Tripoli, e il P. Bonaventura Marrani, ex Procuratore Generale dell'Ordine.
8. Rammentiamo che poco prima della sua morte, la Santa era stata visitata dal Pontefice e attorno al suo capezzale si erano raccolti in quell'ora i più fedeli compagni di S. Francesco. Cfr. CELANO, Legenda Sanctae Clarae, ediz. Pennacchi, ecc., pp. 6I-67.
9. da credere a questo particolare, mantenuto nella tradizione, confermato nella iconografia di S. Chiara e accennato nella storia (il Celano non parla espressamente del tabernacolo, ma d'una cassetta d'avorio... praecedente eam cassa argentea intra ebur inclusa....; Leg. S. Clarae ). Contro l'affermazione, da taluni troppo leggermente accettata, che S. Chiara anteriormente al sec. XVI non si trovi dipinta col tabernacolo in mano, cfr l'articolo del P. Leone Bracaloni 0. F. M. &laqno;S. Chiara nell'arte», si legge nel Numero Unico, pubblicato in occasione delle feste per il VII Centenario della fondazione delle Clarisse (Assisi, Tip. Metastasio, 1912). In quell'articolo si ricorda una tavola vetustissima della Galleria di Siena (sec XIII), in cui si vede rappresentato l'assalto dei Saraceni a S. Damiano e S. Chiara che si sporge contro di essi col tabernacolo in mano. L'Autore dell'articolo nota che l'ornamento del tabernacolo nella iconografia della Santa non fu trovato nel sec. XVI, ma che solamente allora venne diffuso (l. c., pp. 19-20).
10. L'autenticità di questo fatto, lungamente narrato dal BARTOLI nel trattato &laqno;de Indulgentia S. M. de Portiuncula ~, ediz. Paris, 1900, è messa fuori di dubbio da una frase dello stesso documento &laqno;sicut aperte testificant sorores domine monasterii sancte clare de assisio». Il P. Francesco Bartoli è dei primi del I300, e potè aver conosciuta qualcheduna delle .superstiti compagne di S. Chiara.
11. Le reliquie di S. Damiano, molto interessanti per la storia del Santuario, hanno anche un certo valore artistico: la loro autenticità e stata molto esaminata in questi ultimi tempi e - per le principali almeno - messa fuori di discussione. Noteremo per le più importanti: I° il Breviario è un codice liturgico di prim'ordine; il signor Augusto Cholat, riputato critico storico per gli oggetti sacri, ha descritto il codice, ne ha fatto risalire l'origine a Fra Leone compagno di S. Francesco ed ha stabilita la data del suo compimento all'anno 1227, epoca che del resto si legge al principio del Breviario. É un dono di Fra Leone a S. Chiara. Le osservazioni del critico francese lo hanno condotto a stabilire &laqno;1'importanza del manoscritto di S. Damiano, tanto dal punto di vista francescano quanto da quello liturgico, come pure a valutare lo straordinario interesse col quale sarebbe accolto se venisse pubblicato, (Le Breviarie de Sainte Claire. Paris, 1904); il Sahatier ne accetta senza contrasto l'autenticità (ediz. Speculum. Perfect., p. LXXXII). - 2° La Campanella di S. Chiara ha una forma singolarissima: il suo orificio è munito di certi aculei metallici, convergenti, a forma di denti, inseriti si crede per addolcirne il suono, che difatti è straordinariamente armonioso. - 3° Del Calice di rame e Patena non si può rilevare se non la forma antiquata e ordinaria, come quelli delle chiese povere del medio evo. - 4° La Croce pettorale di S. Bonaventura, forse un ricordo di questo santo al convento di S. Damiano. E una bella croce in argento dorato, con minuti lavori a filigrana e qualche pietra preziosa, inserita su piede metallico: mostra nel centro una reliquia della Santa Croce. - 5° Il Reliquiario d'Innocenzo IV, in rame dorato, ha 60 centimetri di altezza, stile gotico, ornamenti di gugliette cornici e trafori e due stemmi a smalto nel piede. In un cilindro mobile nell'interno si conservano le reliquie. Il nostro Cronologo, P. Antonio da Orvieto (Cronologia ecc., pp. 117-118) ricorda un'altra reliquia, l'Anello di S. Chiara, sottratto ad opera d'un frate spagnolo nel 1615: malgrado le attive ricerche fatte da' Priori del Comune di Assisi (CRISTOFANI, Storia di S. Damiano, PP. 169-173) il prezioso anello non fu potuto rintracciare. Anche le altre reliquie di S. Damiano hanno il loro valore: del Tabernacolo di S. Chiara discorreremo a lungo, in particolare.
12. Non si trova più indicata, nemmeno nel Catalogo del 1741, intitolato. Tesoro Sacro delle Reliquie che si conservano nel Santuario di Santa Chiara d'Assisi, O. RINGHIERI, Bologna, Tip. Longhi, 1741. Nelle .memorie conventuali di S. Damiano si parla pure di una cassetta in legno, lavorata a intarsio, e scoperta nella leggera demolizione dell'absidiola dell'Oratorio di S. Chiara nel 1832; ma le descrizioni che ne dànno il LOCCATELLI nella sua vita di .S. Chiara e il CRISTOFANI nella Storia di S. Damiano (p. 201) non corrispondono alle indicazioni del Bartoli. Del resto anche questa cassetta, depositata nelle mani del Vescovo di Assisi, è scomparsa senza che se ne abbiano più avute noti.
13. Questi pensieri vengono suggeriti al pio visitatore anche da un ricordo in bronzo, un piccolo bassorilievo del prof. Rossignoli d'Assisi (Ý 1920), quivi collocato recentemente, e rappresentante S. Francesco, il quale forse qui presso cantò la prima volta il suo ispirato Cantico del Sole. In faccia al bassorilievo è una lapide su cui è scolpita questa sublime poesia. La lapide ha per titolo: &laqno;Canticum Fratris Solis seu Laudes creaturarum quas fecit beatus Franciscus ad laudem et honorem Dei cum esset infirmus apud Sanctum Damianum» Ex Codice Assisiensi 338. Molto opportunamente è mantenuto alla celebre poesia il titolo di Cantico del Sole, per la ragione che si legge nello Speculum Perfectionis: &laqno;a ....quia considerabat et dicebat (Sanctus Franciscus) quod sol est pulchrior aliis creaturis et magis Deo assimilari potest.... ideo, ponens nomen illis laudibus quas fecit de Creaturis Dei quando scilicet Dominus certificavit eum de regno suo, vocavit eas Canticum Fratris Solis ». Dal medesimo Codice 338 &laqno; il quale è indiscutibilmente anteriore al 1250 ».
14. Speculum Perfect., cap. C; CELANO, Vita Secunda, c. CXLI. Il Giardino di S. Chiara, ove è stato ultimamente collocato il ricordo in bronzo del Cantico del Sole, si trova precisamente al di sopra di questo ambiente.
15. &laqno;Per cratem ferream, per quam Moniales comunionem accipiunt vel officium audiunt, nemo loquatur» WADDINCO, Annales, ann 1219, n.46. La misura di questa finestra è di metri 1,20 x 0,70, cui corrisponde la misura della grata trasportata e conservata per il medesimo uso nel monastero urbano di S. Chiara.
16. Nella Bolla di Onorio III, 9 dicembre 1219, si approva la Regola del Monastero di Monticelli, juxta Ordinem Dominarum Sanctae Mariae de Sancto Damiano de Assisio etc.; e il Waddingo parla del sigillo di S. Chiara, che dice di aver visto, nel quale est sculpta imago Sanctissimae Virginis gestantis humani generis Salvatorem. Annales, ann. 1238, n. 14.
17. Il CELANO dà un altra versione del fatto: &laqno;Die quodam Christi ancillis sic ex toto defecerat oleum, ut nullum adesset, saltem pro debilibus condimentum. - Accipit domina Clara vasculum, suis manibus lavat, ponit vas vacuum seorsum ut frater eleemosinarius illud accipiat, et vocatur ipse frater ut pro acquirendo oleo vadat. Accelerat devotus frater.... et illud plenum reperitur, praeveniente sanctae Clarae oratione.... At frater, quasi frustra vocatus fuisset, submurmurans dixit. Derisorie me istae feminae vocaverunt, cum ecce vas plenulm existat ». Legenda Sanctae Clarae, p. 23-24
18. Il disegno di questo altare, degli altari del Coro di S. Chiara e della cappella del Crocifisso, come pure i disegni di tutti i lavori in ferro battuto eseguiti in S.Damiano nel 1920, sono dell'illustre Professore Cavaliere Pietro Guidi, Regio Sopraintendente dei Monumenti dell'Umbria.