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Giovanni BOCCALI

San Damiano, santuario.

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Trascrizione, impaginazione e link: M. Mastrorilli, 2000 -

INTRODUZIONE

Il --> pellegrino, o il turista, che giunge a San Damiano si ritrova all'improvviso in un ambiente che lo attrae per le sue umili caratteristiche e per la forza del linguaggio del monumento e delle sue pietre. La visita è come un incontro con un vecchio amico che può narrare la sua secolare storia con la genuinità di chi l'ha vissuta; è un incontro che ti fa sentire il suo pathos, la gioia delle sue vicende belle e la pena dei suoi avvenimenti tristi; ti fa gustare il raccoglimento della preghiera sussurrata nei secoli e la devozione che si respira ancora nell'aria; ti suscita l'ammirazione per tutto quello che vi è conservato, e la nostalgia di tornarvi ancora.


1. PRIME NOTIZIE

La chiesetta è dedicata ai santi orientali Cosma e Damiano, due medici cristiani morti martiri. Nell'iconografia e nei documenti compare solo e sempre San Damiano. Secondo nuovi rilievi e assaggi si può dire che la chiesetta originaria doveva essere costituita da una navata, da un presbiterio sopraelevato e da una cripta sottostante. Il piano della navata doveva essere intermedio tra quello della cripta e del presbiterio con altare. L'abside ancora esistente, ma mozza, suppone tale struttura. Grosso modo, si potrebbe dire che l'attuale oratorio interno di Santa Chiara era il presbiterio; l'attuale parte bassa della chiesa, o coro cinquecentesco, era la cripta; e l'attuale nave della chiesa, ma con piano più alto, era la navata antica. Su queste strutture Francesco mise le sue mani.
Anche l'attuale chiesetta di San Masseo, a 800 metri da San Damiano, ha la stessa struttura.
Il primo documento riguardante San Damiano risale al 1030, conservato nell'archivio di San Rufino [1], ma la chiesa può risalire al IX-X secolo, o addirittura al VI-VII secolo, stando alla tradizione.
Quando san Francesco vi giunge nel 1205, la chiesetta sta andando in rovina per la sua vetustà e la cattiva manutenzione. Il complesso è di proprietà del vescovo di Assisi, sarà poi ceduto alle clarisse, ma ritornerà in proprietà del vescovo nel 1253, dopo la morte di santa Chiara, come risulta da un laudo del 1253 in un arbitrato del cardinale Giovanni di San Lorenzo in Lucina [2].

[1] A. CRISTOFANI, Storia della chiesa di San Damiano, pp. 11-12.
[2] Bullarium Franciscanum II, pp. 23-24.

2. ALCUNE DATE SIGNIFICATIVE DELLA PRESENZA DI FRANCESCO

La presenza di Francesco a San Damiano inizia con l'anno 1205 e termina il 4 ottobre 1226.
Verso il 1205, o anche prima, Francesco scende a San Damiano spesse volte, mentre si reca a Foligno per il commercio delle stoffe. Sulla fine del 1205, o agli inizi del 1206, il Crocifisso lo invita a riparare la chiesa. Francesco vi rimane nascosto un mese intero.
Nel 1206, dopo il processo fattogli dal padre, vi ritorna per riparare la chiesa. Intanto matura la sua vocazione nella preghiera, povertà, penitenza e nel chiedere l'elemosina. Il lavoro si protrae anche nell'anno 1207.
Nel 1208 Francesco ha già risolto la sua vocazione religiosa con la parola evangelica alla Porziuncola e a San Nicolò in Assisi.
Nella primavera del 1211 - o 1212 secondo altri - Francesco conduce Chiara e Agnese a San Damiano. Il santo vi ritornerà più volte all'anno, specialmente agli inizi della vita di Chiara per la formazione delle due sorelle.
Nel 1225 - fine inverno - ritorna ancora una volta e vi rimane cinquanta giorni perché gravemente malato e vi compone il Cantico di frate Sole.
Il 4 ottobre 1226 vi è ricondotto per l'ultima volta, già morto, con il corteo funebre che riporta il suo corpo stimmatizzato in città.


3. ALTRE DATE PER LA PRESENZA DI SANTA CHIARA

La presenza di santa Chiara a San Damiano comincia nella primavera del 1211 e termina il 12 agosto 1253. Abbraccia tutta la sua vita di religiosa «reclusa»: oltre 42 anni, di cui circa 39 di abbadessato e 28 di infermità.
1211-1215: Chiara ottiene da Innocenzo III il privilegio della povertà.
1224: Chiara si ammala e non guarirà più.
1228: Il papa Gregorio IX fa visita a Chiara in San Damiano.
1228, 17 settembre: Gregorio IX riconferma il privilegio di povertà.
1240-1241: la preghiera di Chiara e delle sorelle libera San Damiano e la città di Assisi dall'assalto dei saraceni.
1252, 25 dicembre: Chiara contempla in visione il presepio e la liturgia natalizia nella basilica di San Francesco.
1253, 8 agosto: il papa Innocenzo IV visita Chiara morente.
1253, 9 agosto: il papa bolla la regola di Chiara.
1253, 11 agosto: sulla sera, Chiara muore in San Damiano.
1253, 12 agosto: è ricondotta, cadavere, in città, e il papa ne celebra il funerale.
1253, autunno: morte di Agnese, sorella di Chiara.
1253, 24 novembre: nel chiostro di San Damiano, inizia il processo di canonizzazione di Chiara.
1253, fine anno: le Clarisse fanno subito i primi passi per trasferirsi in città, presso la tomba della santa Madre.
1257: le clarisse partono definitivamente da San Damiano. A loro succedono i frati nell'occupazione del monastero.


4. PRESENZA DEI FRATI IN SAN DAMIANO

Alle clarisse subentrano i frati, forse immediatamente, da parte di quelli che potevano essere i cappellani e gli addetti al monastero.
Notizie abbondanti se ne hanno attraverso i secoli, specialmente dall'inizio del secolo XIV in poi. Già dal 1300 (14 aprile) abbiamo notizia che si lasciano quaranta soldi cortonesi per lavori in San Damiano [3].
Il convento così impregnato di vita spirituale, pieno di ricordi, soprattutto di --> povertà, passa - nel movimento dell'Osservanza - sicuramente al beato Paoluccio Trinci e ai suoi frati Osservanti (1380). Quivi furono depositate e conservate le varie bolle, privilegi, brevi e lettere indirizzate al beato Paoluccio dai papi, dai ministri generali e provinciali dell'Ordine.
In seguito, conservando il suo aspetto povero e la sua solitudine campestre, passa ai frati della Riforma (1604) e diventa il convento centrale della provincia riformata.
Nel 1860 fu decretata la sua soppressione dalle leggi del nuovo regno d'Italia. I frati vengono espulsi il 1 gennaio 1867. Il convento passa brutti anni con depauperamento e deturpazioni finché non viene riscattato da un nobile inglese, Giorgio Federico Samuele Robinson, marchese di Ripon, già vice-ré delle Indie nell'impero britannico.
Il contratto col comune è firmato il 27 gennaio 1879, è restituito ai frati Riformati con una convenzione in data 15 aprile 1879, e i frati vi restaurano la vita canonica il 12 dicembre 1881. Durante tutto il periodo di soppressione vi rimasero due o tre frati come custodi della chiesa.
Ora è proprietà del lord Lothian inglese, e abitato dai Frati Minori. Sembra che stia per essere donato all'Ordine dei Frati Minori.

[3] Biblioteca Comunale, Archivio del S. Convento, Instrumenta, Vol. V, doc. 47. Per il seguito basta consultare l'opera di CESARE CENCI, Documentazione di vita assisana 1300-1530, Assisi 1974-76.