Il piano del 1856, la cui redazione è affidata per competenza all'ingegnere provinciale
Luigi Giordano, affronta soprattutto il grave problema della viabilità. È necessario aprire nuove strade e livellare quelle già basolate per favorire il deflusso delle acque piovane nella
città nuova.
L'ingegnere indica in una pianta, purtroppo non conservata, i nuovi tracciati delle strade da aprirsi e progetta una
strada estramurale,
"che circoscrive la città dalla parte di terra", collegando direttamente il
convento di San Francesco di Paola con
quello di Sant'Antonio.
Giordano suggerisce anche di realizzare un monumento all'ingresso della città, lì dove inizia la
strada regia per Napoli.
L'insieme di queste proposte non incontra però l'approvazione unanime del decurionato barese, che decide di affidare all'architetto napoletano
Camillo Rosalba l'incarico per una
nuova redazione del piano.