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Il piano Gimma per il borgo di Bari (1812-1818).

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L'antefatto e l'incarico all'architetto Gimma.
Pianta e descrizione del Borgo di Bari. (1812-1814)
Pianta e descrizione del Borgo di Bari. (1815-1818)

TopL'antefatto e l'incarico all'architetto Gimma.
Dopo sedici anni dal piano Palenzia e Viti, rimasto sulla carta, si torna a discutere della costruzione del borgo. L'occasione è data da una nuova richiesta di autorizzazione che nel 1806 il decurionato fa al sovrano attraverso l'intendente di Terra di Bari. Questi, prima di inoltrare la richiesta, sollecita il sindaco di Bari a far preparare la documentazione composta di: una copia legale del decreto ferdinandeo del 1790; la pianta topografica dei terreni che ricadono nel perimetro del borgo; l'elenco dei terreni con l'indicazione della loro volontà a venderli o a censirli per costruire delle case in prima persona.
La pratica resta però ferma per altri sei anni. Solo nel 1812, la mutata situazione politica induce l'intendente ad informare il sindaco che è giunta l'ora di prendere decisioni di grande importanza per il futuro della città:
"Le circostanze che rendevano difficile la riuscita della domanda [ndr: quella del 1806] posero un argine alla intrapresa. Ora queste, essendo dell'in tutto cessate, né avendosi alcuno, che possa opporre un interesse dello Stato, molti cittadini mi hanno avanzate delle domande per incominciare gli edifizi. Calcolando io l'importanza della cosa, disposi da me stesso la redazione di una pianta topografica per rendere regolare un'opera che deve essere trasmessa alla posterità. La pianta è già fatta e ivi rileverete dalla medesima la forma che il borgo deve serbare, ma sarete dal rapporto del signor Gimma istruito del modo dell'incominciamento degli edifici e proseguimento."

La lettera, con la quale si affida all'architetto comunale Giuseppe Gimma di disegnare "la pianta topografica dei terreni ove cadeva in acconcio il borgo, unitamente alla pianta del borgo con la enumerazione delle proprietà comprese nelle prime isole", risale al 2 agosto 1812. L'architetto consegna i disegni il 5 settembre.

TopPianta e descrizione del Borgo di Bari. (1812-1814)
Dalla lettera d'accompagnamento al piano traiamo alcuni riferimenti relativi alla stesura originale del piano. Sono previsti l'apertura di cinque strade attraverso le mura per collegare la città al borgo e la demolizione della porta di mare. Gimma propone, poi, di aprire inizialmente solo sedici isole, per le quali è prevista la costruzione di circa 2500 abitazioni al solo piano terra, ciascuna composta da due locali, il primo con affaccio sulla strada e il secondo nell'interno dell'isola, dove i suoli sarebbero stati coltivati a giardino, tranne per la parte destinata a successive espansioni.
Queste indicazioni fanno ritenere che le sedici isole di questa pianta (purtroppo non conservata fra le carte d'archivio) corrispondano, nella copia del 1816 del piano del 1815, a quelle poste lungo le prime due strade parallele al corso principale del borgo, nel tratto compreso tra la porta di mare, a est, e il punto di raccordo tra le strade regia e consolare, a ovest.
Gimma effettua il calcolo delle aree dei suoli necessari per le sedici isole e per l'apertura delle strade, giungendo ad una superficie complessiva di 40 aratri (circa 12 ettari). Si tratta di diciotto appezzamenti di terreno appartenenti a undici proprietari: Il 25 aprile 1813, con decreto reale, Gioacchino Murat approva la pianta del borgo disegnata da Gimma e "accorda alla città di Bari la struttura del borgo".
Da questo momento gli adempimenti si susseguono con ritmo incalzante:

TopPianta e descrizione del Borgo di Bari. (1815-1818)
La pianta del borgo approvata nel 1813 è modificata da Gimma nel 1815. La "nuova pianta in netto dell'intiero borgo con i terreni e le strade campestri comprese nel perimetro, e con la parte dell'abitato esistente di attacco al borgo" è presentata al ministro dell'Interno, accompagnata da una relazione tecnica nella quale si spiegano le ragioni che fanno preferire la soluzione proposta "a quella che si voleva da parte dell'intendente Dumas".
Infatti, sebbene anche questa pianta manchi nella documentazione d'archivio, è lo stesso Gimma ad informarci che la deputazione del borgo aveva proposto di "darsi alle sole strade dall'est all'ovest una direzione poco discostante dalla prima pianta, e ciò per aversi nello stradone che va a San Francesco di Paola le isole rettangole per dividersi, in forma regolare tra i fabbricanti"; la sua idea è che "lo stradone principale resta come prima parallelo al muro di recinto della città, consistendo la sola differenza che il medesimo si vuol fare servire di base direttrice per tutte le strade portandole ad esso parallele". Il 20 aprile si procede alla approvazione del piano con decreto reale.
In seguito, l'architetto ricopia la nuova pianta in due occasioni: una prima volta, il 4 aprile 1816 (la redazione giunta fino a noi), su richiesta del ministro dell'Interno e dell'intendente "per l'applicazione del real decreto con cui si donavano [da parte di Ferdinando IV] al comune di Bari i fondi del demanio per la fabbricazione del borgo"; una seconda volta, in occasione dell'ispezione della direzione generale del corpo degli ingegneri di Ponti e Strade, nel 1818.
Gimma propone interessanti soluzioni di raccordo fra l'area di antico impianto ("la parte dell'ambito presente di Bari") e lo schema degli isolati del borgo. Al suo interno, invece, il borgo si caratterizza per la diversa dimensione delle isole, con le quattro più piccole, di palmi 140 x 215, poste ai lati della grande piazza centrale. Questa, con al centro la piramide celebrativa dei privilegi concessi alla città da Murat, si affaccia sul corso principale, largo 100 palmi.

Nota. Nell'Archivio di Stato di Bari si conservano due copie stralcio del piano Gimma.
La prima è una copia firmata da Gimma, non datata, e riguarda la zona est del borgo. Nella pianta sono indicati la porta di mare o di Lecce già demolita, la nuova piazza coperta, il vecchio tracciato della strada consolare per Lecce, da smantellare per la costruzione della villa comunale, e il nuovo raccordo con il corso principale del borgo.
La seconda copia, senza data e firma, riguarda sempre la zona est e contiene molti elementi nuovi di progettazione che la datano al 1859. Sono indicati i due porticati della piazza coperta, la piazza Conte di Bari con quattro nuove isole che la chiudono nel lato di mare, l'orto agrario e le strade consolari per Lecce e Taranto.
Nel 1819 l'ingegnere Prade fa disegnare una copia stralcio del piano del borgo relativa alla zona ovest. Nella pianta sono evidenziati le preesistenze edilizie, i nuovi edifici e l'area di porta castello già demolita.


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Ultimo aggiornamento:
31 Maggio 2001