Rilievo

Il lavoro sul teatro Niccolò Van Westerhout ha inizio nell'ambito dell'esame di Disegno dell'Architettura I. Lo scopo allora prefissato era quello di realizzare il rilievo di un edificio di fattura fine-ottocentesca, un esercizio che avrebbe consentito di acquisire un atteggiamento coscienzioso nei confronti dell'operazione di rilievo, in quanto esso è indirizzato alla conoscenza ed alla lettura critica di un'opera.
L'acquisizione dei dati relativi alla forma geometrica ed alle dimensioni dell'edificio è avvenuta attraverso l'applicazione della metodologia del rilevamento diretto o tradizionale, il quale può dividersi in due fasi: 1) disegno e misurazione del vero; 2) restituzione grafica o rappresentazione.
La prima fase richiede certo un'indagine attenta, e questa è tanto più compiuta quanto più maturi sono la cultura architettonica del rilevatore e il suo saper leggere le qualità strutturali, funzionali, geometriche, distributive e ornamentali di un edificio.
La seconda fase è ancor più delicata, in quanto pone il problema del come comunicare tutte le informazioni raccolte, le quali soprattutto in questa fase sono suscettibili della rielaborazione soggettiva del rilevatore, in base alla sua conoscenza, alla sua cultura ed alla sua professionalità.
Nel caso del rilievo di un particolare architettonico, quale ad esempio un cornicione, l'esito può certo dirsi obiettivo, in quanto l'operazione consiste semplicemente nel disegnare il profilo del cornicione e indicare le relative quote. Nel momento in cui si deve, però, rilevare un intero organismo architettonico, si pongono esattamente tutti i problemi della progettazione, la cui risoluzione, in quanto affidata al rilevatore, non può più essere oggettiva.
Il problema che qui si pone è dunque come completare, affinare, migliorare la rappresentazione, in modo da ottenere degli elaborati in grado di illustrare lo stato di fatto, spiegare cos'è, a cosa serve, come funziona l'organismo architettonico rilevato, offrire possibilità di analisi critica e quindi spunti per diverse interpretazioni.

Il rilievo del teatro N. Van Westerhout, avendo seguito la metodologia tradizionale, si è avvalso di strumenti semplici per la misurazione del vero, quali il metro, la fettuccia metrica, la livella, e ha applicato metodi di rilevamento come la trilaterazione, il metodo delle coordinate ortogonali, il metodo delle misure progressive e parziali.
Gli elaborati grafici prodotti sono piante, sezioni e prospetti rappresentati su carta e che per questo permettono un'osservazione limitata dell'oggetto di indagine, che per il rilevatore può essersi rivelato completamente, ma rimane solo un disegno per chi non è mai entrato in contatto con esso.
La necessità di comunicare meglio l'intero organismo architettonico porta alla rappresentazione tridimensionale. Questa può essere resa da un'assonometria, da una prospettiva, ma si tratta ancora di elaborati disegnati su carta. Un ulteriore miglioramento è possibile: la rappresentazione tridimensionale virtuale, che permette di aggiungere la quarta dimensione, il tempo. Infatti il modello 3D stereo può essere finanche percorso, e seguendo traiettorie altrimenti impraticabili nella realtà.
La ricostruzione virtuale è un'operazione culturale da affrontare con una responsabilità ancor più grande di quella richiesta nella rappresentazione tradizionale, in quanto lo scopo è quello di offrire all'osservatore la certezza di poter ragionare su caratteristiche riprodotte nel rispetto del vero, affinché la sua interpretazione non vada ad accrescere una approssimazione già presente.