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il recupero secondo la tradizione Mentre il mattone di argilla cruda essiccato al sole ebbe origini antichissime, quello cotto in fornace comparve nell'età fra Cesare e Augusto, ma solo nella tarda epoca imperiale conobbe il suo definitivo trionfo. Sulla maggior parte dei mattoni romani venivano impressi dei bolli che indicavano la cava d'argilla (ex praediis), la fabbrica (ex figulinis), il nome del capo officina. Le cave d'argilla, la contrada "Fornaci", i coppi (pince) e i mattoni fatti a mano con cui sono state costruite le case "Dint'à Tèrre e For'è Porte", sono i testimoni tanto silenziosi quanto eloquenti del lavoro dei mattonai serrani attraverso i secoli. Ancora oggi qualche anziano muratore, ristrutturando vecchie case, sa distinguere i mattoni della fornace di De Rensis da quelli della fornace di Giuseppe Tronco: ultimi mattonai, dopo Romualdo Saletti e Dante Merigioli, a rifornire i cantieri edili del posto e di paesi limitrofi . | |||||
Politecnico di bari - C.d.L. in Ingegeria Edile - corso di Rilevamento fotogrammetrico dell'architettura |
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