I fase di accrescimento: 1071-1150

L’anno successivo, il 1071, i Normanni espugnarono dopo un assedio triennale l’ultima roccaforte bizantina in Puglia, la città di Bari. La presenza dei nuovi conquistatori dette un notevole impulso all’attività edilizia, peraltro già in atto in Puglia dai primi del Mille: tale inurbamento dovette interessare certamente anche Bitritto, trasformandolo dal locus originario, qualsiasi esso fosse, in un agglomerato urbano. E così, appena dieci anni dopo, nel 1082, in un altro documento legale si parla della restituzione del "casale che si chiama Vitrictum" da parte del duca Roberto il Guiscardo, ad Ursone, arcivescovo di Canosa e di Bari. Se ne deduce che non solo Bitritto era ormai un casale, ma che già da tempo la curia arcivescovile ne aveva il possesso.

Al fine di proteggerlo i Normanni costruirono in questo periodo un CASTELLO, simile alle altre costruzioni militari dell’epoca, costituite da torri a pianta quadrangolare irregolare collegate tra loro da corpi di fabbrica bassi, nei quali si trovavano gli ambienti ad uso dei militi e le stalle per il ricovero degli animali.

Nel nostro caso le torri erano tre, tutte munite di piccole aperture per l’avvistamento e di saettiere per la difesa. Una a nord-ovest, a pianta quadrata regolare, un’altra a nord-est, a pianta quadrangolare irregolare; l’ultima infine, a sud-est, sostituita nel XIV secolo con un baluardo circolare pieno. I corpi bassi erano localizzati solo a nord e a est, mentre a sud e a ovest la corte interna veniva chiusa dalla cinta muraria probabilmente dotata di feritoie.

Gli accessi al casale erano due: uno, nella parte nord, consentiva l’ingresso dall’esterno ed era protetto da un doppio sistema di porte contrapposte (delle quali sono ancora oggi visibili i cardini); l’altro, nella cortina sud a ridosso della torre sud-est, metteva in comunicazione il castello con il resto del CASALE.

Questo doveva essere certamente molto più piccolo del borgo attuale, la "Terra", compreso fra le vie Bonghi, Balenzano, Settembrini e piazza A. Moro: probabilmente comprendeva i soli isolati a nord, tra le vie I Resa, II Resa e Giusti: si tratta di due isolati paralleli alla cortina nord e riquadrati dalla cortina ovest, che piega quasi ad angolo retto.

Un’edificio ponte, in via I Resa, impostato su volta ogivale, connette questi isolati a quello perimetrale (ricavato nella cinta muraria nord).

Il fatto che il casale a quell’epoca fosse cinto da mura pare confermato da notizie storiche: in un testamento della seconda metà del XII sec. redatto da un prete, Conto, si parla di alcune sue vigne "foras predicti Bitricti", il che induce a credere che Bitritto avesse dei confini ben determinati, tanto da poter distinguere un foras contrapposto ad un intus.