Capitolo 7 - Epigrafi esterne

Le epigrafi, importantissime dal punto di vista paleografico, sono scritte in latino, ma in caratteri gotici (qualcuna con le parole su righe), abbreviate alcune per troncamento, altre per contrazione. I segni, dal significato proprio o relativo, non sono facili nella loro lettura e nella loro interpretazione. Sono scritte in versi con rima baciata, e risalgono tutte al secolo XIII. Fanno menzione, per essere iscrizioni tombali, a persone ragguardevoli della nobile famiglia Falcone.


ISCRIZIONI DI MAURO E BASILIO FALCONE

Le epigrafi inerenti a Mauro e Basilio Falcone sono scritte sul muro esterno della chiesa (lato nord), al di sopra del sarcofago con la figura giacente di un guerriero; la prima è quella di Mauro Falcone:

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Tradotta in caratteri latini, la suddetta epigrafe è interpretata così, come segue:

CONDITOR HOC TUMULO CENSORIS NOBILE MAURI
CORPUS, CUI PATRIE LUX EXTITIT UT NITOR AURI
NON LEX, NON AURUM POTUIT DEFENDERE MAURUM
NON ALIQUIS CULTUS CUBET HIC QUIN MORTE SEPULTUS
SED TAMEN HOC NATI FIERI FECERE SEPULCRUM
QUO SUA IUSSERUNT TUMULARI CORPORA PULCRUM
QUI LEGIT HAEC IGITUR CRISTUM ROGET ORE FIDELI
UT CAPIANT ANIMAE FELICIA GAUDIA COELI.

In italiano:

È rinchiuso in questa tomba il nobile corpo del censore Mauro
che, luce della patria risplendette come il biancore dell'oro
non la legge, non l'oro potè difendere Mauro dalla morte
non altro ossequio vi sia qui che non (sia per) il sepolto
ma tuttavia i figli fecero (vollero) che fosse fatto un bel
sepolcro in cui comandarono che fossero tumulati i loro corpi.
Chi legge, adunque, queste cose, preghi Cristo con bocca sincera
affinchè le anime prendano (meritino) i felici godimenti del cielo.


Alla suddetta epigrafe segue quella di Basilio Falcone:



Tradotta in caratteri latini è interpretata così, come segue:


QUEM PROBITAS MORUM VITAEQUE BEAVIT
HONESTAS BASILIUS IACET HIC CUI PARCAT
SUMMA POTESTAS EST HUIC COGNOMEN
FALCONUS CUIUS INANE CORPUR HABET
TUMULUB PATETQUE CUM CORPORE SAME.


Tradotta in italiano:

Che la probità dei costumi e l'onestà della vitav rese felice, Basilio giace qui cui la Somma Podestà
perdoni. Ebbe costui il cognome di Falcone, il cui
corpo esanime ha il sepolcro ed è visibile col corpo certamente.




EPIGRAFE DI RICCARDO FALCONE

L'epigrafe di Riccardo Falcone è scritta sul muro, sotto il baldacchino del sepolcro. Sul lato sinistro del timpano è scritto il nome dell'insigne scultore, autore del prestigioso monumento, Pietro Facitolo.



In caratteri latini, è così interpretata:


HIC IACE ANTE POTENS RICHARDUS ET INCLITUS, EVO
FLORIDUS AT MORTIS PERCUSSUS FULMINE SAEVO.
DIVES ERAT QUONDAM, PULCHER, VIRTUTE REPLETUS,
NUNC CINIS ET NUMQUAM TERRENIS AMODOLAETUS
QUI VOLET HIC IGITUR PULCHERISSIMA CERNERE BUSTA
DET PRO DEFUNCTIS SUA CORDE PRAE CARMINA IUSTA.


Tradotta in italiano:

Qui giace davanti, il potente ed inclito Riccardo, per età giovane
ma percosso dal crudo fulmine della morte.
Ricco era una volta, bello, pieno di virtù
. Ora cenere, e giammai oltremodo lieto delle cose (beni) terrene.
Chi vorrà qui, adunque, guardare nella bellissima tomba,
dia (reciti) per i defunti dinanzi, con cuore le sue giuste preghiere.




EPIGRAFI DELLA TOMBA DEI FANCIULLI FALCONE

La tomba dei fanciulli Falcone contiene due iscrizioni: l'una sul muro interno al piccolo baldacchino; l'altra su una pietra rotta (che doveva essere distesa, in posizione orizzontale, alla base della tomba: rimossa, riportò una frattura superficiale sul lato destro) adagiata alla base della stessa. Quest'ultima, in versi prolissi, faceva conoscere la data di costruzione del piccolo monumento e il nome dello scultore. Il millesimo èin parte cancellato. La data probabile è quella del 1276; la quarta indizione coincide in effetti con questo anno.
Quanto allo scrittore il suo nome e la sua patria non lasciano alcun dubbio. L'autore delle tombe dei bambini della famiglia Falcone si chiamava Anseramo da Trani.
L'epigrafe scritta sul muro dice, in caratteri gotici, quanto segue:



In caratteri latini è così interpretata:


HIC RECUBANT PUERI
PARVO SUB MARMORE TECTI QUI
SUNT IN REQUTE, CELESTI
PANE REFECTI.


In italiano:

Qui giacciono i fanciulli coperti sotto
il piccolo marmo, i quali sono a riposo (riposano),
dal celeste pane ristorati.

Sulla pietra rotta:



In caratteri latini:


ANNIS MILLIS BIS CENTUM...
BIS OCTO PARITER ELAPSIS MENSIBUS
QUARTA SEQUEBATUR INDITIO QUO...
EST DEUS EST ET HOMO CARNE DE VIRGINE.
TRANUM QUEM GENUIT DOCTOR SCULPELLO
ANSERAMUS OPUS PRESENS FELICITER IMPLET.


Tradotta in italiano:

Mille duecento anni...
Parimenti sedici mesi essendo trascorsi.
La quarta indizione seguiva dalla quale.
È Dio è anche uomo nella carne della Vergine.
Il dottore nello scalpello che Trani generò
Anseramo l'opera presente felicemente compie.



ISCRIZIONE DELL'ABATE GIACOMO FALCONE

Infissa sul muro, a sinistra della porta d'ingresso della chiesa, vi è l'iscrizione dell'Abate Giacomo (Jacobus) Falcone, rotta, e non leggibile, quindi, nella parte media degli ultimi due righi:



È così interpretata nei caratteri latini:

IACOBUS HAC ABBAS FALCONUS CLAUDITUR ARCA.
QUEM CELERI VOLUIT MORSU PRAECIDERE PARCA
ECCLESIAE MAIORIS ERAT TUNC PRIMUS, AMATOR
CANONICI IURIS, PIUS, OMNIBUS, HIC, OPERATOR
NOBILIS, SAPIENS, HUMILIS SPECIALITER ACTOR
ORGANICI CANTUS, LADABILIS BENEFACTOR
SI QUIS ADEST IGITUR PIETATE REPLETUS
PARCAT, UT HUIC ROGET COELESTIS GRATIA (CETUS)

Tradotta in italiano:

L'abate Giacomo Falcone è chiuso in questa tomba.
Che la Parca (la morte) con celere morso volle troncare bruscamente.
Della Chiesa Maggiore era allora il primo, amatore
del diritto canonico, pio, su tutti, qui, operatore (attivo).
Nobile, sapiente, umile, specialmente esperto
del canto organico (musicale) lodevole benefattore.
Se qualcuno è presente, adunque, pieno di pietà.
Preghi, perchè la celeste grazia perdoni costui grandemente.



EPIGRAFE DELLA CHIESA DI SAN FORTUNATO

L'epigrafe della chiesa di San Fortunato è scritta sopra una pietra rotta infissa presso la porta nord della chiesa. Detta epigrafe ricorda la fondazione della chiesa di San Fortunato nell'anno 1136; tale chiesa era ubicata nei pressi di Santa Margherita, ma venne distrutta nella seconda metà del XV secolo. L'epigrafe è la seguente:



In caratteri latini è così interpretata:

AB INCARNATIONE DOMINI IESU CRISTI
ANNO MILLESIMO CENTESIMO TRIGESIMO SEXTO. SIMEON
IUDEX FILIUS MAURI HANC BASILICAM FECIT AEDIFICARE
AD HONOREM SANCTORUM FORTUNATI EPISCOPI MAURI MARTIRIS
AC IUSTI SIMEONIS PRO-PACE ANIMA SUA ET SUORUM PARENTUM.

Tradotta in italiano:

Dall'incarnazione del Signore Gesù Cristo.
Nell'anno 1136 Simeone
giudice figlio di Mauro questa
Basilica fece edificare
ad onore dei Santi Fortunato vescovo
e di Mauro martire e del giusto
Simeone per la pace dell'anima sua e dei suoi parenti.



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