GLI ARNESI
Fino
a trent'anni fa, arrivando nelle vicinanze di una cava, si udiva come suono
predominante il tintinnio dei martelli sugli attrezzi d'acciaio e il
brontolio di qualche pistola ad aria compressa che preparava le "cognare"
per tagliare le pietre.
Oggi si sente il rumore forte delle seghe diamantate
e delle bocciarde ad aria. Le cave si sono trasformate in moderni laboratori
e gli ultimi scalpellini rimasti lavorano altrove. Non potendo competere con
i prezzi dei laboratori che producono opere perfette, lo scalpellino può
solamente lavorare grazie all'intenditore che desidera qualcosa d'originale,
oppure realizzando cose che le macchine non possono fare: "opus
incertum ",
pavimentazioni con pietre spuntate, opere in
facciavista,
restauri su rustici rifacendosi a gli originali. Nel periodo in cui s'udiva
ancora il rumore dell'acciaio, dei "ponciotti "
e "giandini ", in altre parole i ferri che servivano per
tagliare e per rifilare la pietra, erano ricavati spesso dall'acciaio degli
assi dei camion. Tagliati, forgiati, battuti e temperati, acquistavano i
requisiti per essere utilizzati. Le punte per la spuntatura ancora oggi sono
delle verghe d'acciaio ottagonali di 17-18mm. di
diametro che poi sono tagliate a pezzi, forgiate, battute e temperate
adeguando l'acciaio alla durezza della pietra. Gli scalpelli erano dello
stesso genere delle punte, solo
che battuti a taglio. Ai giorni nostri i
pochi scalpellini rimasti utilizzano le punte temperate come una volta, e
quelli più bravi s'improvvisano fabbri forgiando, battendosele e
temperandole secondo la pietra da lavorare. I "giandini",
scalpelli e bocciarde hanno
ormai di solito placche in vidial. I martelli utilizzati sono tipo mazzetta
da 1 kg circa per i lavori comuni, più piccoli ma con la stessa forma per
fare alto-basso rilievo, mazza da 5 kg circa per battere i "
che tagliano le pietre. I manici dei martelli, come da tradizione, sono
fatti solitamente con legno di bagolaro (Celtis Australis), visto le sue
qualità di durezza ed elasticità. Vengono tagliati i rami e lasciati
riposare per un paio d'anni e poi lavorati secondo l'impugnatura che si
desidera.
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